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SALUTE

bufale e leggi

Certi politici e certi giudici non sanno di che parlano

esistono le leggende metropolitane, il passaparola, le false informazioni che viaggiano in rete. Ma il problema specifico dell’Italia è anche di molti politici e giudici che prendono decisioni scientifiche senza sapere di cosa stanno parlando. Colloquio col prod. Silvio Garattini, Direttore dell’Istituto farmacologico Mario Negri

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Silvio Garattini
Prof. Garattini nel campo della ricerca farmacologica ci sono bufale vere e proprie che circolano in rete, come il bicarbonato che cura il cancro o il siero dello scorpione blu. Si è fatta un'idea di chi abbia interesse ad illudere persone peraltro gravemente malate? Perché lo fanno?
Credo che si debba fare una netta distinzione fra “leggende metropolitane” che nascono per caso e che si diffondono facilitate da social networks attraverso internet, e le “bufale” che derivano da persone oppure organizzazioni che hanno specifici interessi economici. Appartengono probabilmente alle prime l’estratto di scorpione blu che veniva fornito gratuitamente e il bicarbonato che cura il cancro. Appartengono alle seconde Stamina e molti dei test che legano determinate funzioni quali i gruppi sanguigni al tipo di alimentazione che giovi alla salute.
La reazione del pubblico è comprensibile perché spesso la disperazione costringe a considerare anche soluzioni irrazionali, ma probabilmente sarebbe meno frequente se vi fosse più cultura scientifica nella formazione scolastica dove la cultura riconosciuta è solo quella letteraria-filosofica-giuridica.

Ci sono poi le "buone notizie per i topi", la diffusione entusiastica da parte di laboratori o ricercatori anche prestigiosi di studi e scoperte allo stato più che embrionale: non si illudono i malati anche in questo modo?
E’ vero che spesso anche i ricercatori anticipano troppo frequentemente risultati che sono solo preliminari o sperimentali illudendo in questo modo chi soffre. Purtroppo c’è una pressione psicologica, anche da parte dei Ministeri competenti a produrre qualcosa che dia immediatamente benefici dimenticando che un ruolo della scienza è produrre “conoscenza”, un bene inestimabile che è poco considerato nella dominante mentalità consumistica.

C'è anche la pubblicità, a volte troppo "ottimista" rispetto alle potenzialità di certi prodotti: dalle creme di bellezza che promettono lifting naturali e sparizione di rughe agli integratori contro stanchezza o per la memoria....
La pubblicità è parte integrale del consumismo e perciò usa tutti i mezzi possibili per aumentare le vendite di qualsiasi prodotto. Tipico esempio è la pubblicità degli integratori alimentari, prodotti che servono prevalentemente a ….. chi li vende e per cui gli italiani spendono miliardi ogni anno. Manca nel nostro Paese un Jury che censuri la pubblicità ingannevole.

In Italia abbiamo vissuto fascinazioni collettive rispetto a metodiche che la scienza  mondiale aveva subito bollato come bufale, dal siero Bonifacio alla cura Di Bella al metodo Stamina a cui lei ha accennato: perché "abbocchiamo" tanto facilmente a queste promesse che pure ci viene spiegato essere campate sul nulla? C'è un problema anche legislativo, se un magistrato può addirittura costringere con una sentenza un ospedale ad infonderle, a carico del sistema sanitario nazionale?
Abbocchiamo facilmente perché manca una cultura scientifica che renda i cittadini capaci di spirito critico. Nostra caratteristica, a differenza di altri Paesi, è che qualsiasi “bufala” non si ferma nella strada, ma arriva a prese di posizione dei partiti, della politica, del Parlamento, della magistratura dove spesso tutti vogliono diventare protagonisti anche se non sanno di cosa parlano. I casi Di Bella e Stamina hanno fatto tristemente ridere il mondo. Ricercatori affermati e Premi Nobel hanno fallito rispetto ad un Parlamento che ha deciso di fare sperimentazioni cliniche senza avere alcuna base scientifica. Si deve ahimé concludere che in Italia è più facile fare la sperimentazione sull’uomo rispetto alla sperimentazione animale.

Quali sono le qualità che un ricercatore serio deve avere e coltivare, per non esporsi al rischio si innescare una bufala?
Occorre sempre grande umiltà. Sapere che le nostre conoscenze non sono mai definitive ma continuamente sottoposte a critica. E’ importante tener sempre presente che si deve distinguere ciò che aumenta la conoscenza rispetto a ciò che può giovare alla salute dell’ammalato. Operare con senso di responsabilità e con grande rispetto nei confronti di chi soffre e può essere illuso da informazioni sbagliate. Tenere sempre un “tono” basso sapendo che i mass-media tendono comunque ad amplificare ogni notizia.