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MONDO

Lotta allo Stato islamico

Siria, Mosca bombarda Raqqa, roccaforte del "Califfato". Damasco apre a colloqui di pace

Il regime di Bashar al-Assad accetta di prendere parte ai colloqui, sotto l'egida delle Nazioni Unite, finalizzati alla convocazione di una conferenza internazionale di pace sulla Siria. Damasco ha però sottolineato la natura "preliminare" e "non vincolante" di tali consultazioni 

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Siria (Getty)
Il regime di Bashar al-Assad accetta di prendere parte ai colloqui, sotto l'egida delle Nazioni Unite, finalizzati alla convocazione di una conferenza internazionale di pace sulla Siria, da tenersi secondo lo schema di quattro comitati di esperti proposto dall'inviato speciale Onu per la Siria Staffan De Mistura. Lo ha detto il ministro degli Esteri di Damasco, Walid al-Muallim nel suo intervento all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Muallim ha però sottolineato la natura "preliminare" e "non vincolante" di tali consultazioni, che a suo dire consisteranno "essenzialmente in uno scambio di idee". Damasco inoltre - ha aggiunto il ministro - "accetta" il piano dell'inviato speciale Onu per la Siria, Staffan de Mistura, che prevede una soluzione politica per il conflitto nel Paese. 

Il piano di De Mistura
La "road map" di De Mistura per porre fine al sanguinoso conflitto in Siria prevede - secondo indiscrezioni pubblicate di recente dal quotidiano panarabo al-Hayat - il cessate il fuoco, la formazione di un consiglio di transizione con "pieni poteri esecutivi", mentre quelli "protocollari" restano ad Assad, la creazione di un "consiglio militare congiunto tra regime e opposizione" e, al termine della transizione, elezioni parlamentari e presidenziali con la "supervisione e il sostegno tecnico" dalle Nazioni Unite.

Nei progetti, il processo politico dovrebbe essere suddiviso in tre fasi, iniziando, stando a quanto si leggeva su al-Hayat, con la trattativa tra regime e opposizioni per arrivare a un accordo sul periodo di transizione. Tuttavia, sottolineava il quotidiano, il piano non fissa una scadenza per il negoziato.

I dubbi di Damasco sugli attacchi aerei
Walid al-Moualem ha riferito che gli attacchi aerei contro i militanti del suo paese sono inutili se non sono coordinati con il suo governo. "Il terrorismo non può essere combattuto solo dal cielo", ha dichiarato Moualem parlando all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. "Gli attacchi aerei sono inutili se non vengono effettuati in collaborazione con l'esercito siriano, l'unica forza in Siria che combattono il terrorismo", ha aggiunto.

Damasco bombarda Raqqa, roccaforte del "Califfato"
Per la prima volta dall'inizio dei raid russi in Siria, i caccia inviati da Mosca hanno colpito Raqqa, roccaforte dell'Isis. Intanto il presidente russo, Vladimir Putin, è a Parigi per un vertice sull'Ucraina in cui ha avuto modo di discutere per la prima volta dei raid in Siria con il presidente francese, Francois Hollande, e con il cancelliere tedesco, Angela Merkel, incontrati in due bilaterali separate. L'aviazione militare russa ha effettuato oggi altri 14 raid in Siria e messo a segno sei attacchi contro obiettivi dell'Isis, tra cui un centro operazioni nella provincia di Idlib. 

I bombardamenti dureranno 3-4 mesi
Alexei Pushkov, presidente della Commissione Esteri della Duma, la Camera bassa del Parlamento russo, ha anticipato che i bombardamenti dureranno tra i tre e quattro mesi: "C'è sempre il rischio di rimanere impantanati, ma a Mosca parlano di tre/quattro mesi di operazioni", ha spiegato intervistato da una radio francese. Poi ha chiarito, spiegando che le sue parole erano state prese fuori contesto. Pushkov ha anche risposto alle accuse, soprattutto americane, che Mosca sta colpendo zone dove sono presenti ribelli anti-Assad moderati e non jihadisti: "Gli Usa ci criticano per la mancanza di 'selettivita'' negli obiettivi. Ma cosa ha impedito per un anno di colpire loro gli obiettivi 'giusti', piuttosto che bombardare il deserto?".

Le azioni di Mosca
Il ministero russo intanto ha reso noto che nelle ultime ore sono state colpite anche le province di Aleppo (nord), d'Idleb (nord-oves) ed Hama (nel centro): i bombardieri tattici Sukhoi-34 hanno colpito soprattutto "una postazione di comando che era stata camuffata" a Kasrat Faraj, a sud-ovest della città di Raqqa; e hanno bombardato "un campo d'addestramento dell'Isis" vicino al villaggio di Maadan Jadid, 70km a est di Raqqa. In totale, in poche ore i caccia russi hanno compiuto 18 sortite nei cieli siriani, colpendo 12 obiettivi dell'Isis.

Colpita anche Qaryatain
Secondo l'Osservatorio siriano per i Diritti Umani, gli aerei di Mosca hanno colpito anche Qaryatain,130 km 130 km a nord-est di Damasco, dove lo scorso 21 agosto l'Isis distrusse l'antico monastero di Mar Elian. Qaryatain sorge su uno snodo stradale strategico, che porta da Palmira alle montagne di Qalamun. E nella città, dopo la sua conquista, all'inizio di agosto, i jihadisti hanno rapito 230 civili, tra cui almeno 60 cristiani, comprese donne e bambini. Di questi, 48 sono stati rilasciati, ma 110 sono stati trasferiti proprio a Raqqa, cuore dello Stato islamico.