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MONDO

Risoluzione approvata all'unanimità

Siria, l'Onu: "Togliete l'assedio alle città e date via libera agli aiuti"

Il Consiglio di Sicurezza invita tutte le parti a porre fine all'assedio della popolazione e a consentire l'evacuazione rapida e sicura di tutti i civili. Si chiede di fermare gli attacchi nelle aree popolate. Dopo l'accordo su Homs, le trattative tra ribelli e regime si sono arenate. E i siriani continuano a pagare con la vita.

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Siria (immagini d'archivio - Ansa)
Con una risoluzione approvata all'unanimità, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite chiede alla Siria di consentire subito l'accesso agli aiuti umanitari, in ogni parte del Paese.

La risoluzione
Questa volta anche Russia e Cina - i più tenaci alleati del presidente siriano di Bashar Assad - si sono uniti agli altri paesi. La risoluzione non minaccia sanzioni e chiede a Damasco di permettere l'arrivo dei soccorsi destinati ai civili. 

Ban Ki Moon: "Continuano gli attacchi contro le infrastrutture civili"
Il segretario generale dell'Onu, Ban Ki Moon, ha sottolineato le violenze da entrambe le parti: il governo di Damasco e le milizie alleate sono responsabili di innumerevoli omicidi e torture su larga scala; i ribelli hanno effettuato esecuzioni sommarie e reclutato i bambini per combattere nel conflitto.

"Gli attacchi contro le infrastrutture civili come scuole ed ospedali continuano senza sosta", ha aggiunto, affermando il suo profondo shock per il fatto che entrambe le parti pongano sotto assedio i civili come tattica di guerra. "Questa risoluzione non doveva essere necessaria - ha detto Ban - L'aiuto umanitario non può essere negoziato, ma deve essere consentito in virtù del diritto internazionale".

No agli attacchi nelle aree popolate e ai barili-bomba
Il documento dell'Onu stigmatizza anche l'uso indiscriminato di armi e ai bombardamenti aerei nelle aree popolate. In particolare i cosiddetti 'barili-bomba', utilizzati dall'esercito di Bashar al Assad ad Aleppo - tra gli altri luoghi.

"Accesso rapido e sicuro alle agenzie umanitarie"
Ma il punto cruciale è agevolare tutte le attività di soccorso alla popolazione. Le autorità siriane sono esortate a consentire il passaggio rapido, sicuro e senza ostacoli a tutte le agenzie umanitarie. Il testo non prevede alcuna sanzione diretta, ma prevede solo la possibilità di adottare misure aggiuntive. Alcuni diplomatici mettono in dubbio l'efficacia del documento proprio per l'assenza di sanzioni automatiche.

La tregua violata
L'appello delle Nazioni Unite arriva dopo tre anni di conflitto senza tregua. Il regime siriano e i ribelli avevano raggiunto l'accordo per una "pausa umanitaria" allo scopo di consentire l'evacuazione dei civili da Homs e l'avvio degli aiuti umanitari. Poi le trattative si sono di nuovo arrestate. Nei fatti i soccorsi diretti in molte città controllate dai ribelli sono stati bloccati da Damasco. Anche la tregua per la consegna degli aiuti a Homs è stata subito violata: un convoglio della Mezzaluna rossa locale, che cercava di entrare in città l'8 febbraio, è stato colpito da alcuni spari mentre un camion dell'Onu con forniture sanitarie ed è rimasto bloccato.

Trattative allo stallo
Le speranze nutrite all’indomani dell'accordo sullo smaltimento delle armi chimiche sono presto svanite. L'evacuazione della città vecchia di Homs, sotto assedio da oltre 600 giorni, è un risultato parziale. Nei luoghi in cui si combatte, migliaia di famiglie sono affamate e in pericolo, e i bambini senza scuola. ​Il tentativo alla conferenza di pace di Ginevra di rilanciare negoziati fra regime e opposizione si è arenato: il mediatore delle Nazioni Unite Lakhdar Brahimi, al termine del secondo round di incontri di Ginevra 2 si è scusato con il popolo siriano per la mancanza di risultati raggiunti. E nonostante le parti abbiano acconsentito a partecipare a un terzo giro di colloqui, non è stata fissata alcuna data.

Ancora bombardamenti
In queste ore, ​nuovi bombardamenti di artiglieria e raid aerei governativi hanno colpito Yabrud, a nord di Damasco, in mano ai ribelli.

Combattimenti nel Nord del Paese
Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), altri scontri si registrano a Jobar, alla periferia di Damasco, dove comandano gli insorti; nei bombardamenti le forze del regime avrebbero impiegato anche barili esplosivi sganciati dagli elicotteri, come già avvenuto ad Aleppo, colpendo il quartiere di Hanano. Nel nord del Paese, intanto, proseguono i combattimenti tra milizie curde e forze qaediste dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante (Isis), che cercano di impadronirsi della regione verso il confine con la Turchia e l'Iraq.