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MONDO

L'avanzata del Califfato preoccupa l'Occidente

Siria, a Palmira i rastrellamenti e le decapitazioni dell'ISIS. Mogherini: "È un crimine di guerra"

I miliziani dello Stato Islamico, entrati ieri nella parte antica della città, avrebbero imposto un coprifuoco tuttora in corso. L'Isis controlla anche una località sulla strada per Damasco e il valico di al-Tanf al confine con l'Iraq

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Le postazioni della difesa militare del regime di Bashar al-Assad abbandonate, le bandiere siriane che sventolano e un cartello stradale che mostra le indicazioni per raggiungere il centro, l'Iraq, Damasco, Tartus e Homs. L'Isis si è impossessata del sito archeologico di Palmira, nella provincia di Homs in Siria. E ora un video amatoriale, girato presumibilmente da un mezzo militare dei miliziani dell'autoproclamato Stato Islamico, mostra la città, dichiarata patrimonio mondiale dell'umanità dall'Unesco, deserta.

Se ieri l'Unesco aveva lanciato un nuovo grido di allarme sulla situazione nella città antica, denunciando la distruzione delle colonne romane, oggi il responsabile Unesco per il mondo arabo, Karim Hendili, ha precisato che "dalle ultime informazioni, non risultano esserci attività dell'Isis sul sito archeologico di Palmira". "La priorità dei guerriglieri - ha spiegato - era il controllo della città, ora che l'hanno assunto non risultano esserci movimenti nel sito. Ma - ha concluso - siamo preoccupati rispetto a ciò che potrebbe accadere". I danneggiamenti potrebbero essere, quindi, dei "danni collaterali dovuti ai combattimenti tra governativi e fondamentalisti". L'Unione Europea, comunque, esprime "forte preoccupazione per la situazione a Palmira". Lo riferisce una portavoce dell'Alto rappresentante Federica Mogherini, che in una nota ha ricordato come le "uccisioni di massa e la deliberata distruzione del patrimonio archeologico e culturale in Siria e Iraq da parte dell'Isis" costituiscano "un crimine di guerra". 

l'Isis intanto ha diffuso sui social network un nuovo slogan: "Ora vi preoccupate per le pietre. Ma da quattro anni non vi preoccupate dei corpi maciullati dei bambini". Le pietre sono le rovine del sito archeologico di Palmira, uno dei più importanti centri culturali del mondo antico. Il riferimento ai bambini riguarda l'altissimo numero di minori uccisi nelle violenze in Siria in corso dal 2011. Lo slogan dei jihadisti è accompagnato da una composizione fotografica in cui si affiancano immagini delle rovine di Palmira a foto, la cui autenticità non è verificabile in maniera indipendente, che mostrano i corpi di bambini senza vita e a terra. 

L'espansione dell'Isis intorno a Palmira
Al momento, stando a quanto riferito dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, i miliziani del Califfato di Abu Bakr al-Baghdadi controllano 9 province, per un totale di più di 95.000 chilometri quadrati della Siria, pari alla metà di tutto il territorio. In particolare, i jihadisti, sempre secondo l'ong, dominano le province di Deir Ezzor e Raqqa e hanno una forte presenza ad Hasakeh, Aleppo, Homs e Hama.

Nella notte avrebbero esteso il loro dominio anche in molte aree intorno a Palmira, occupando il villaggio di al Sawana e il posto difensivo di al Basiri, lungo la strada che dalla città porta direttamente alla capitale Damasco. Non solo, lo Stato Islamico ha preso il controllo del valico di confine di al-Tanf, l'unico passaggio verso l'Iraq che era ancora nelle mani delle autorità siriane. Nei giorni scorsi, gli uomini dello Califfato sono riusciti anche ad occupare una pompa di benzina al di fuori di Palmira durante la ritirata dei soldati di Assad.

Nel frattempo, lo Stato Islamico prosegue la sua espansione anche in Iraq: dopo la conquista di Ramadi, l'Isis punta infatti a Baghdad distante poco più di cento chilometri. 

Coprifuoco e decapitazioni
Dopo aver fatto il loro ingresso nel Nord di Palmira mercoledì, i jihadisti sono riusciti a farsi largo nella città antica, approfittando della ritirata dell'esercito siriano. Qui, si sono schierati intorno al sito archeologico, sulla collina che lo sovrasta oltre, nonché nei siti governativi della città, e da ieri hanno imposto il coprifuoco. Secondo il direttore di Site, Rita Katz, i miliziani hanno decapitato i combattenti del regime siriano che non sono riusciti a fuggire. 

Sono stati gli stessi membri del gruppo dello Stato Islamico a diffondere le prime foto del loro ingresso in città e quelle, più macabre, di cadaveri scalzi, in abiti civili e con le teste mozzate, in strada. "Le truppe del regime sono crollate e si sono ritirate da tutte le loro posizioni senza opporre resistenza", ha confermato Mohammad Hassan al-Homsi, un militante originario dell'antica città siriana. Continuano, anche oggi, da parte dell'Isis i rastrellamenti casa per casa, alla ricerca dei militari lealisti e di quelli governativi rimasti in città. Circa un terzo dei 200mila abitanti di Palmira sarebbe riuscito a fuggire negli ultimi giorni, durante gli scontri fra le forze governative e i jihadisti. Lo ha dichiarato Ravina Shamdasani, portavoce dell'Alto commissario delle Nazioni unite per i Diritti umani. 

Bombardamenti e distruzioni
Per contrastare l'avanzata degli uomini di al-Baghdadi, l'aviazione siriana ha bombardato numerose aree della città di Palmira, ma non è chiaro se i raid aerei abbiano causato vittime civili o danni nella zona. Per quanto riguarda i numerosi reperti romani presenti nell'area, la direttrice dell'organismo Onu Educazione, Scienza e Cultura (Unesco) con sede a Parigi, Irina Bokova, aveva precisato: "Non abbiamo tutte le informazioni, ma ciò che vediamo nei media e ciò che ci dicono gli esperti è molto preoccupante", dicendosi soprattutto "inquieta perché purtroppo abbiamo già visto la distruzione di siti del patrimonio mondiale, siti di eccezionale valore universale a Nimrud, Adra...". 

Per evitare che fossero distrutte o vendute, centinaia di statue erano state spostate nei giorni scorsi dalla città di Palmira e sono ora al sicuro. Lo aveva comunicato alla Reuters il ministro delle Antichità siriano, Maamoun Abdulkarim, spiegando che la protezione del sito archeologico è "una battaglia di tutto il mondo". 

Palmira, la perla del deserto
La città antica, proprio coime si legge sul sito dell'Unesco, è "un'oasi nel deserto siriano, a nord-est di Damasco, una località che "contiene i resti monumentali di una grande città che è stato uno dei più importanti centri culturali del mondo antico". "Dal I al II secolo, l' arte e l'architettura di Palmira, crocevia di diverse civiltà, ha sposato la tecnica greco-romana con le tradizioni locali e influenze persiane". Insieme ad altri 45 siti archeologici su 1007, è considerato "in pericolo". Tra gli altri, in Siria e in Iraq, figurano anche Ashur, Samarra, Bosra, Damasco e Aleppo.