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MONDO

Lotta al terrorismo

Siria, al via i voli americani. Ricognizione per un attacco

Si tratta del primo passo verso i raid contro gli jihadisti dello Stato Islamico (Isis) sul versante siriano. Lo riferisce il sito web di Al Jazeera, citando fonti anonime dell'amministrazione americana

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Gli Usa hanno iniziato sorvoli di ricognizione sulle regioni della Siria controllate dai ribelli, autorizzati ieri da Barack Obama e dallo stesso leader siriano Bashar al-Assad, che potrebbero costituire il passo che precede raid aerei contro il versante siriano dell'Isis. Lo riferisce il sito web di Al Jazeera, citando fonti anonime dell'amministrazione americana. Il corrispondente dell'emittente a Beirut ha riferito che non è chiaro se gli americani abbiano comunicato con il governo siriano riguardo ai voli di sorveglianza. Secondo l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria oggi sono stati compiuti decine di raid dall'aviazione del regime di Damasco sulle postazioni dello Stato islamico (Isis) nella provincia nord-orientale di Deyr az Zor. Il New York Times sottolinea le preoccupazioni della Casa Bianca su come colpire gli estremisti sunniti dello Stato Islamico senza aiutare il presidente Bashar al-Assad. I voli di ricognizione "rappresentano un passo significativo verso una diretta azione militare americana in Siria - si legge sul Nyt - un intervento che può alterare il campo di battaglia nella guerra civile in corso da tre anni nella nazione". 

Il governo di Damasco apre agli Usa
La Siria sarebbe d'accordo con azioni militari, "anche della Gran Bretagna e degli Usa" sul proprio territorio contro l'Isis, ma solo con "un pieno coordinamento con il governo siriano" aveva detto ieri il ministro degli Esteri Walid al Muallim. "Vi assicuro che se ci fosse stato un coordinamento tra gli Usa e il governo siriano, l'operazione non sarebbe fallita", ha ripetuto il ministro di Damasco, a proposito del fallito blitz delle forze speciali Usa per liberare il giornalista James Foley, poi ucciso dall'Isis. I raid aerei non sono sufficienti per sconfiggere gli estremisti islamici del Califfato, ha aggiunto Muallem, sostenendo quindi la necessità che i Paesi vicini della regione scambino informazioni d'intelligence con Damasco.