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MONDO

Siria, l'appello di Papa Francesco: "Fermare la catastrofe umanitaria"

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"Spirano ancora venti di guerra e questo fa dolore. Giungono notizie inquietanti sui rischi di una possibile catastrofe umanitaria in Siria, nella Provincia di Idlib". Lo ha detto Papa Francesco all'Angelus. "Rinnovo - ha poi scandito - il mio accorato appello alla Comunita' internazionale e a tutti gli attori coinvolti ad avvalersi degli strumenti della diplomazia, del dialogo e dei negoziati, nel rispetto del Diritto umanitario internazionale e per salvaguardare le vite dei civili". 

Secondo la Gendarmeria vaticana, erano 25 mila i fedeli presenti in Piazza San Pietro per la recita dell'Angelus di papa Francesco.

"Ipocrita è per così dire uno degli aggettivi più forti che Gesù usa nel Vangelo e lo rivolge agli uomini della religione, gli scribi e i farisei", perché vuole che "il nostro rapporto con Dio e con gli altri viene liberato dall'ipocrisia", in particolare "dall'ipocrisia del legalismo e del ritualismo", ha sottolineato Papa Francesco all'Angelus, commentando le parole che la Bibbia attribuisce a Dio: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini".   

"Gesù - ha spiegato il Papa - vuole scuotere gli scribi e i farisei dall'errore in cui sono caduti, cioé quello di stravolgere la volonta' di Dio trascurando i suoi comandamenti per osservare le tradizioni umane. La reazione di Gesù è severa perché grande è la posta in gioco: si tratta della verità del rapporto tra l'uomo e Dio, dell'autenticità della vita religiosa. Anche oggi il Signore ci invita a fuggire questo pericolo di dare più importanza alla forma che alla sostanza. Ci chiama a riconoscere, sempre di nuovo, quello che è il vero centro dell'esperienza di fede, cioe' l'amore di Dio e l'amore del prossimo".

In proposito il Papa ha citato anche "l'Apostolo Giacomo, che ci dice in sintesi come dev'essere la vera religione: "Visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo". "Visitare gli orfani e le vedove - ha scandito il Papa - significa praticare la carità verso il prossimo a partire dalle persone piu' bisognose, più fragili, più ai margini. Sono le persone delle quali Dio si prende cura in modo speciale, e chiede a noi di fare altrettanto".

Per il Papa, "non lasciarsi contaminare da questo mondo" non vuol dire isolarsi e chiudersi alla realtà. Anche qui - ha ammonito Francesco - non dev'essere un atteggiamento esteriore ma interiore, di sostanza: significa vigilare perché il nostro modo di pensare e di agire non sia inquinato dalla mentalità mondana, ossia dalla vanità, dall'avarizia, dalla superbia"." Facciamo un esame di coscienza  - ha esortato infine rivolto ai fedeli di piazza San Pietro - per vedere come accogliamo la Parola di Dio".

"Alla domenica la ascoltiamo nella Messa. Se la ascoltiamo in modo distratto o superficiale, essa non ci servirà molto. Dobbiamo, invece, accogliere la Parola con mente e cuore aperti, come un terreno buono, in modo che sia assimilata e porti frutto nella vita concreta".