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MONDO

Siria

#DefeatingDaesh: a Roma anche John Kerry alla Conferenza per sconfiggere l'Isis

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Al via alla Farnesina il vertice ministeriale del cosiddetto Small Group, cioè dei paesi maggiormente impegnati nel quadro della ben più ampia Coalizione globale contro l'Isis



Il vertice è co-presieduto dal Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e dal Segretario di Stato americano John Kerry, e vede la partecipazione dei ministri degli Esteri di 23 paesi, europei, occidentali e della regione, e dell'Alto Rappresentante per la politica estera europea Federica Mogherini.

Gentiloni: "Progressi ma minaccia da non sottovalutare"
"Abbiamo fatto importanti progressi nella lotta all'Isis", ha detto ministro degli Esteri Gentiloni, aprendo la conferenza e ricordando che la Coalizione "ha strappato al gruppo jihadista il 40% dei territori conquistato in Iraq e il 20% di quelli controllati in Siria". Ma, ha aggiunto Gentiloni, "non bisogna sottovalutare la minaccia: l'Isis resiste, bisogna migliorare il coordinamento e le sinergie e puntare anche alla distruzione delle finanze del gruppo". 

Small Group
Quello di Roma è il terzo vertice ministeriale dello Small Group, dopo quelli tenutesi a Londra (gennaio 2015) e a Parigi (giugno 2015), e si tiene ad un anno dalla istituzione di questo formato. Stallo a Ginevra All'indomani dell'attentato rivendicato dall'Isis al mausoleo sciita di Damasco, nel quale sono rimaste uccise almeno 70 persone, sono praticamente fermi Ginevra i colloqui per la pace in Siria, in stanze separate, tra regime ed opposizione siriana. L'inviato Onu, Staffan De Mistura sta facendo la spola tra i rappresentanti del governo e i membri dell'opposizione. Il clima resta teso, e se il rappresentante del regime di Bashar al Assad, l'ambasciatore Bashar al-Jaafari, ha definito i rappresentanti dell'opposizione come "terroristi", equiparandoli ai jihadisti di Al Qaida e dello Stato islamico,dal canto suo l'opposizione continua ad accusare il governo di "uccidere il popolo" e ha nuovamente posto delle condizioni prima di qualsiasi negoziato: fine dei bombardamenti sui civili e liberazione delle città assediate e dei detenuti. Il capo dei ribelli Mohammed Allouche ha confermato che sarà lui il capo della delegazione, una scelta che non aiuterà un clima di fiducia, dato che Alloush è membro dell'ufficio politico del gruppo armato ribelle Jaïsh al-Islam, un movimento di ispirazione salafita, che il regime di Damasco considera "terrorista".

La strage di Damasco rende tutto più difficile
Almeno 70 persone uccise, 110 quelle ferite: il bilancio dell'attentato al mausoleo sciita di Sayyida Zeinab, a Sud di Damasco ha reso ancora più difficile la strada negoziale. Tre esplosioni causate da un'autobomba e da due attentatori suicidi che hanno sconvolto la capitale siriana. Il mausoleo-moschea è il luogo di sepoltura della nipote del profeta Maometto ed è meta di pellegrinaggio per gli sciiti, non solo siriani. Il sito è già stato preso di mira in passato: nel febbraio del 2015 un attacco suicida a un posto di blocco vicino al mausoleo causò la morte di quattro persone e il ferimento di altre 13. Nello stesso mese venne colpito anche un autobus di pellegrini libanesi diretto alla moschea, in un attentato rivendicato dal Fronte al Nusra, legato ad al Qaida, e costato la vita a nove persone. Secondo Al-Jazeera, la strage sarebbe stata rivendicata dall'Isis. La tv di Stato ha mostrato un video con edifici e auto in fiamme. 

Mogherini: obiettivo di attacco Damasco è stop colloqui Ginevra
L'esplosione a Damasco "è chiaramente mirata a colpire gli intenti di iniziare un processo politico" nei colloqui di pace di Ginevra. Lo ha dichiarato l'alta rappresentante per la Politica estera dell'Unione europea, Federica Mogherini. Ha aggiunto che questa è "probabilmente l'unica opportunità di mettere fine al conflitto in Siria, che ha causato e continua a causare tanta sofferenza a tante persone".