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MONDO

Venti di guerra

Siria, le opzioni militari e i possibili obiettivi di Trump

Il mondo è con il fiato sospeso in attesa di vedere se il presidente americano deciderà di rispondere con un'azione militare al pesante bombardamento - condotto con armi chimiche, secondo la Casa Bianca - che ha ucciso decine di civili, tra cui donne e bambini, a Duma

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Il mondo è con il fiato sospeso in attesa di vedere se il presidente americano, Donald Trump, deciderà di rispondere con un'azione militare al pesante bombardamento - condotto con armi chimiche, secondo la Casa Bianca - che ha ucciso decine di civili, tra cui donne e bambini, in Siria.

Di seguito le opzioni che potrebbe scegliere il presidente americano, che da poco è guidato dal nuovo consigliere per la sicurezza nazionale, il 'falco' e interventista, John Bolton. Tre le opzioni militari sul tappeto.

OPERAZIONE MIRATA: esattamente come un anno fa, potrebbe lanciare una salve di missili Tomahawk dalle portaerei al largo del Mediterraneo: nell'aprile 2017, i 59 missili colpirono la base da cui erano partiti gli aerei siriani che avevano sganciato armi chimiche e provocato la strage di Khan Sheikhoun. Il rovescio della medaglia è che quell'attacco mirato non ha dissuaso il presidente siriano, Bashar al-Assad, a continuare per la sua strada.

OPERAZIONE ALLARGATA CONTRO BASI MILITARI REGIME: potrebbe decidere di colpire diversi aeroporti e basi militari del regime, avvisando i russi in anticipo. I 'falchi' sostengono che se non colpisce chi puntella il regime, Russia e Iran, è improbabile che lo indebolisca.

OPERAZIONE CONTRO CENTRI DI CONTROLLO RUSSO-IRANIANI: attacco alle basi comuni e ai centri di comando russo-iraniani. La Russia però ha già detto che reagirà ad attacchi che mettono in pericolo le truppe russe. In questo caso, Russia, Iran e Siria potrebbero limitare la loro risposta al tentativo di abbattere i missili o gli aerei statunitensi. Più pericolosa è la possibilità di un contrattacco, magari contro una nave da guerra americana nel Mediterraneo.

OBIETTIVI: l'importante base aerea di Khmeimim, nel nord-ovest del Paese, è considerata dal Pentagono come principale punto di partenza per tutti i raid su Damasco e Ghouta. La base è gestita dai militari russi. La base militare di Al Dumayr, a est di Duma, è quella da dove sarebbero partiti gli elicotteri Mil Mi-8 con a bordo i barili con gas tossici sganciati sulla Ghouta.