Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Siria-tregua-mediata-dagli-Stati-Uniti-vacilla-Razzi-turchi-contro-la-citta-siriana-di-Ras-al-Ayn-1f4e6a20-450a-403d-88fb-c1761b0bcc9a.html | rainews/live/ | true
MONDO

L'offensiva turca in Siria

Tregua violata in Siria. Ma Trump: "Avrà successo, la vogliono tutti"

Combattimenti limitati malgrado l'annuncio di una sospensione dell'offensiva per 5 giorni. Erdogan: false le notizie di scontri, ma se i curdi non si ritirano offensiva più dura. Tusk: "Non è una tregua ma una richiesta di capitolazione dei curdi". Amnesty: dalla Turchia crimini di guerra

Condividi

Il cessate-il-fuoco in Siria "avrà successo". Lo assicura su Twitter Donald Trump, dopo aver parlato con Recep Tayyip Erdogan. Il presidente turco, ha aggiunto il capo della Casa Bianca, "vuole il cessate-il-fuoco, e lo vogliono anche i curdi". Quanto alle presunte violazioni, "si è trattato solo di limitato fuoco di mortaio".

"C'è buona volontà da entrambe le  parti e veramente buone possibilità di successo", afferma Trump nel tweet. "Anche i turchi lo vogliono e vogliono che si arrivi alla soluzione definitiva - continua - peccato che non si  sia pensato a questo anni fa. Invece è stata tenuta insieme la  situazione con un debole cerotto ed in modo artificiale".  Non è stato però chiarito cosa Trump intenda con soluzione definitiva.



Tregua violata a Ras al-Ayn
Stamane la tregua è stata però violata. Le forze turche e le "fazioni" a loro affiliate hanno lanciato razzi contro la città siriana di Ras al-Ayn, situata lungo il confine, nonostante l'accordo su un cessate il fuoco che stabilisce lo stop di 120 ore ai combattimenti nel nord della Siria per permettere il ritiro dei curdi. Lo ha reso noto l'Osservatorio siriano per i diritti umani, organizzazione con sede in Gran Bretagna legata agli attivisti delle opposizioni. Secondo gli stessi attivisti, la calma prevale invece nelle altre località teatro nei giorni scorsi di scontri. E l'Ufficio di informazione del Rojava dà notizia di combattimenti a Sere Kanye, città curda sul confine siriano. 

"Catturati 195 terroristi Isis che erano fuggiti"
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che l'esercito turco ha catturato 195 terroristi dell'Isis fuggiti dalla prigione di Ras al Ayn. "Purtroppo le milizie Ypg ci risulta abbiano liberato circa 750 terroristi dell'Isis. Il nostro esercito ne ha arrestati 195 fino a questo momento", ha dichiarato Erdogan pochi minuti fa.

Forze curde: abbattuto elicottero turco
Un elicottero militare turco è stato abbattuto nel nord-est della Siria in circostanze ancora da verificare. Lo riferiscono le forze curdo-siriane che mostrano foto delle lamiere del velivolo a terra nella zona di Ayn Issa, tra Raqqa e il confine con la Turchia. Secondo le forze curde l'elicottero è stato abbattuto da mitragliatori curdi, ma non ci sono conferme. Né si conoscono le sorti dell'equipaggio del velivolo turco.

Ong: 7 civili uccisi in raid aerei turchi
È di almeno 7 civili uccisi e altri 21 feriti il bilancio dei raid aerei compiuti oggi dalla Turchia sulla zona di confine di Ras Al Ayn nel nord-est della Siria, nonostante la tregua siglata ieri sera con gli Usa. I bombardamenti hanno ucciso ance 4 combattenti curdi. lo sostiene l'osservatorio siriano per i diritti umani.

Erdogan: false le notizie di scontri. Le truppe turche resteranno in Siria​
"In base all'accordo con gli Stati Uniti, le nostre truppe non lasceranno la zona di sicurezza" concordata nel nord-est della Siria dopo la fine delle ostilità. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. "In questo momento, la tregua di 120 ore" nel nord-est della Siria "è in corso" e "le notizie" di scontri nell'area sono "disinformazione".

"Se i curdi non si ritirano offensiva più dura". Poi: "Il ritiro è cominciato"
"Alla fine delle 120 ore" di tregua, martedì sera, "la nostra operazione Fonte di pace continuerà in modo ancora più determinato se gli Usa non manterranno le promesse" sull'evacuazione delle milizie curde Ypg dalla zona di sicurezza della Turchia, ha spiegato il presidente turco. Poi annuncia: "I miliziani curdi dell'Ypg hanno iniziato a ritirarsi dalla zona di sicurezza turca nel nord-est della Siria", spiegando di aver ricevuto conferme al riguardo dal suo ministro della Difesa, Hulusi Akar.

"Incontro con Putin altra tappa per creare la zona di sicurezza"
"Considero il mio incontro" con il presidente russo Vladimir Putin, martedì a Sochi, "come un altro elemento di questo processo" per la creazione di una zona di sicurezza turca nel nord-est della Siria, dopo l'accordo con gli Usa per un cessate il fuoco, ha aggiunto Erdogan. 

Tusk: non è una tregua a una richiesta di capitolazione. Ankara si ritiri
Questo "cosiddetto cessate il fuoco non era quello che ci aspettavamo, infatti questo non è un cessate il fuoco ma una richiesta di capitolazione dei curdi". Così il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, al termine del summit a Bruxelles. "Dobbiamo essere coerenti. Ribadiamo il nostro invito alla Turchia a cessare la sua azione militare in modo permanente, immediatamente, a ritirare le sue forze e  rispettare la legge umanitaria internazionale, e questo non è di sicuro il risultato dell'accordo tra Pence e Erdogan".

L'intesa
Tregua di 120 ore - 5 giorni - nell'offensiva turca contro i miliziani curdi nel Nord della Siria. E' l'accordo raggiunto nel colloquio ad Ankara tra il vicepresidente Usa, Mike Pence, il segretario di Stato Usa, Mike Pompeo, e il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. L'annuncio dell'intesa è stato dato da Pence, che ha aggiunto: "Gli Usa favoriranno l'evacuazione dei combattenti curdi dalla zona di sicurezza concordata con Ankara". L'intesa prevede una pausa durante la quale gli americani si sono impegnati a coordinare il ritiro delle forze curde dal confine turco-siriano, realizzando così quella "zona cuscinetto", da tempo invocata da Ankara. Dopodiché, Erdogan si è impegnato a implementare la tregua permanente. 

Curdi: pronti a rispettare cessate il fuoco 
Nella tarda serata di ieri, il comandante in capo delle Forze democratiche siriane (Sdf) Mazlum Abdi, intervistato dall'emittente curda 'Ronahi Tv', ha dichiarato di accettare il cessate il fuoco, ma non il ritiro dei propri uomini: "Il cessate il fuoco raggiunto tra le forze di occupazione turche e gli Stati Uniti riguarda la regione compresa tra Sere Kaniye e Gire Spi (Ras Al-Ayn e Tel Abyad, ndr) e lo accettiamo. Tutto quello che potremo fare come Sdf per farlo funzionare, la faremo. L'America - ha aggiunto - ha mediato questo cessate il fuoco perciò è responsabile della sua corretta esecuzione". Il generale ha precisato che all'accordo mediato da Pence hanno contribuito anche i leader curdi e di essere a conoscenza dei dettagli. Quindi ha ricordato che nella regione "il cambiamento demografico non dovrà avvenire. Gli abitanti dovranno poter tornare nelle proprie case e terre. Gli obiettivi degli aggressori non dovranno essere realizzati", in riferimento all'accusa mossa dalle autorità del Rojava, secondo cui la Turchia - sostenuta da milizie arabe siriane - ha attaccato anche per modificare la composizione etnica locale. Quanto alla richiesta di ritirare le truppe curde, "le nostre forze rimangono" ha detto il generale, chiarendo che "questo cessate il fuoco è stato il risultato di un'eroica lotta da parte dei soldati delle Sdf: curdi, arabi, cristiani assiri e altri, uniti insieme. E' il risultato del sostegno ottenuto da tutto il mondo. Forse ci saranno negoziati per quanto riguarda le altre regioni - ha aggiunto - ma a Sere Kaniye le Sdf hanno resistito e questa tregua è il risultato di tale resistenza".

Amnesty: crimini di guerra
"L'esercito turco e una coalizione di gruppi armati siriani sostenuta dalla Turchia hanno mostrato un vergognoso disprezzo per le vite civili compiendo gravi violazioni dei diritti umani e crimini di guerra, tra cui esecuzioni sommarie e attacchi illegali che hanno causato la morte o il ferimento di civili nel corso dell'offensiva militare nel nordest della Siria". Lo denuncia in una nota Amnesty International. "Dalle informazioni raccolte tra il 12 e il 16 ottobre grazie a 17 testimonianze oculari di personale medico, soccorritori, sfollati, giornalisti e operatori umanitari locali e internazionali e all'analisi di filmati, referti medici e ulteriore documentazione, sono emerse prove schiaccianti di attacchi indiscriminati contro luoghi abitati (tra cui una casa, una panetteria e una scuola), compiuti dai militari turchi e dai gruppi armati siriani loro alleati", sostiene Amnesty. Ankara non ha per ora commentato le accuse.   

Armi chimiche
Intanto crescono i sospetti per l'uso di armi chimiche a Sere Kanye. L'ultimo report della Mezzaluna curda indica che "sei persone riportano ferite sospette. Non possiamo confermare che a causarle siano armi illegali, al momento stiamo lavorando con le organizzazioni internazionali per compiere le verifiche del caso". La situazione umanitaria resta precaria, come dimostra la richiesta lanciata sempre ieri dalle autorità locali affinché sia creato un corridoio umanitario "per trasferire i civili feriti a causa del bombardamento turco, per cielo e per terra". La nota segue il bombardamento di un ospedale che, come riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani (Sohr), ha "intrappolato il personale e i pazienti all'interno". Sempre secondo l'Osservatorio, le forze turche hanno bloccato le strade d'accesso alla città. Più in generale, secondo l'ultimo bilancio del dipartimento sanitario della Federazione democratica della Siria del nord, il bilancio dei morti tra i civili è salito a 218, tra cui 18 minori. I feriti sono 653, tra cui 35 bambini, e gli sfollati sono oltre 300mila. Lungo il confine siro-turco si stima che risiedano 450mila persone.   

Kobane controllata da Assad 
La tregua di 5 giorni alle operazioni di Ankara nel Nord-Est della Siria, ha lasciato un dubbio relativo la città di Kobane, rispetto alla quale il vicepresidente Usa, Mike Pence, e il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, hanno rilasciato dichiarazioni di diverso tenore. Kobane non compare in nessuno dei 13 articoli che compongono l'accordo tra Turchia e Usa. Pence, ieri sera, ha dichiarato che la Turchia non effettuerà attività di stampo militare nella città. Il ministro degli Esteri turco, intervenuto subito dopo il vicepresidente americano, al contrario ha detto che la Turchia non ha fornito agli Usa alcuna garanzia in questo senso. Cavusoglu ha poi sottolineato che Kobane è  "sotto controllo della Russia, così come Manbij ed è con Mosca che Ankara si relazionerà rispetto alla situazione di queste due città". Kobane, città a maggioranza curda situata a pochi chilometri dal confine turco, è stata sotto attacco da parte dell'artiglieria di Ankara fino allo scorso 11 ottobre, per poi essere abbandonata dal contingente americano stanziato nel centro città e finire sotto il controllo dell'esercito di Damasco il 16 ottobre, con la Russia a garantire per il regime di Bashar El Assad e fungere da interlocutore con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.

La UE condanna l'azione militare di Ankara  
"L'UE condanna l'azione militare unilaterale della Turchia nel nord-est della Siria, che causa sofferenze umane inaccettabili, compromette la lotta contro Daesh e minaccia pesantemente la sicurezza europea. Il Consiglio europeo prende atto dell'annuncio di Stati Uniti e Turchia riguardo a una sospensione di tutte le operazioni militari. Esorta nuovamente la Turchia a cessare la sua azione militare, a ritirare le sue forze e a rispettare il diritto internazionale umanitario. In seguito alle conclusioni del Consiglio del 14 ottobre 2019, ricorda che alcuni Stati membri hanno deciso di bloccare il rilascio delle licenze di esportazione di armi alla Turchia". E' quanto si legge nelle conclusioni del Consiglio Europeo che si è svolto a Bruxelles.

Conte: verifichiamo condizioni
Il cessate il fuoco in Siria è "sicuramente un risultato positivo di per sé", perché "interrompe, sospende le operazioni militari" cominciate con l'invasione turca dei territori controllati dai curdi. Ma bisogna "capire meglio termini e condizioni", e in particolare "valutare meglio anche questa richiesta di safe zone" che la Turchia ha avanzato per rendere il cessate il fuoco permanente. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, stamattina al suo arrivo al Consiglio europeo per il secondo giorno del vertice Ue di Bruxelles.