MONDO
Il poliziotto musulmano ucciso
Spopola l'hashtag #JesuisAhmed, "Sono morto per difendere chi ridicolizzava la mia fede"
L'agente musulmano, giustiziato senza pietà dai terroristi islamici davanti alla sede del giornale satirico, diventa un simbolo di libertà

Francese e musulmano: un ossimoro in questi giorni durissimi per la Francia dove i suoi figli, i fratelli Kouachi nati e cresciuti a Parigi, sono diventati i responsabili del più grave attentato degli ultimi 50 anni. Ma Ahmed Merabet era tutto questo. E anche qualcosa in più: un poliziotto in servizio davanti alla sede di Charlie Hebdo, la redazione giornalistica presa di mira dalla ferocia del fondamentalismo islamico. Un compito ingrato il suo: lui, musulmano, ma pronto a difendere la Francia laica, che non ha paura di prendere in giro, con le sue vignette satiriche, ogni cultura ed ogni fede. Anche la sua.
Simbolo di libertà e integrazione
Quando ha incontrato i fratelli Kouachi era in sella alla sua bicicletta. Lo hanno colpito facendolo cadere a terra per poi finirlo senza pietà con un colpo di kalashnikov: immagini che hanno fatto il giro del mondo. Ma non appena si è saputo che l'agente pregava lo stesso Dio dei terroristi, Ahmed è diventato un simbolo di libertà ma anche di un'integrazione realmente possibile che in queste ore è troppo speso messa in discussione.
#JeSuisAhmed
E così accanto all'hashtag #JeSuisCharlie in solidarietà con i morti della rivista satirica, su Twitter spopola un nuovo hashtag: #JeSuisAhmed rilanciato da Dyab Abou Jahjah, scrittore di origine libanese che l'ha spiegato in questo post: "Io non sono Charlie. Io sono Ahmed, il poliziotto morto. Charlie Hebdo metteva in ridicolo la mia fede e la mia cultura e io sono morto per difendere il suo diritto di farlo":
Gli eroi che pregano Allah
Insieme a lui un altro musulmano è caduto in questa guerra, Mustapha Ourrad, correttore di bozze di Charlie Hebdo, ucciso dalla furia degli attentatori qualche mese dopo aver ottenuto la cittadinanza francese. Mali Lassana Bathily invece è l'angelo degli ostaggi: dipendente del supermercato ebraico di Parigi, ha nascosto 15 persone nella cella frigorifera dopo aver spento la corrente e le ha salvate dalla furia di Amedy Koulibaly.
La famiglia di Ahmed: "Non confondere i terroristi islamici con i musulmani"
Oggi la famiglia di Ahmed Merabet ha tenuto una conferenza stampa trasmessa dal canale francese i-Télé: "Mio fratello era musulmano, si è fatto uccidere da dei falsi musulmani": ha dichiarato il fratello di Amhed che ha tenuto a precisare: "Mi rivolgo a tutti i razzisti, islamofobi e antisemiti, non bisogna confondere gli estremisti e i musulmani. L'Islam è una religione di pace, condivisione e amore". Poi è scoppiato in lacrime.
Simbolo di libertà e integrazione
Quando ha incontrato i fratelli Kouachi era in sella alla sua bicicletta. Lo hanno colpito facendolo cadere a terra per poi finirlo senza pietà con un colpo di kalashnikov: immagini che hanno fatto il giro del mondo. Ma non appena si è saputo che l'agente pregava lo stesso Dio dei terroristi, Ahmed è diventato un simbolo di libertà ma anche di un'integrazione realmente possibile che in queste ore è troppo speso messa in discussione.
#JeSuisAhmed
E così accanto all'hashtag #JeSuisCharlie in solidarietà con i morti della rivista satirica, su Twitter spopola un nuovo hashtag: #JeSuisAhmed rilanciato da Dyab Abou Jahjah, scrittore di origine libanese che l'ha spiegato in questo post: "Io non sono Charlie. Io sono Ahmed, il poliziotto morto. Charlie Hebdo metteva in ridicolo la mia fede e la mia cultura e io sono morto per difendere il suo diritto di farlo":
I am not Charlie, I am Ahmed the dead cop. Charlie ridiculed my faith and culture and I died defending his right to do so. #JesuisAhmed
— Dyab Abou Jahjah (@Aboujahjah) 8 Gennaio 2015
Gli eroi che pregano Allah
Insieme a lui un altro musulmano è caduto in questa guerra, Mustapha Ourrad, correttore di bozze di Charlie Hebdo, ucciso dalla furia degli attentatori qualche mese dopo aver ottenuto la cittadinanza francese. Mali Lassana Bathily invece è l'angelo degli ostaggi: dipendente del supermercato ebraico di Parigi, ha nascosto 15 persone nella cella frigorifera dopo aver spento la corrente e le ha salvate dalla furia di Amedy Koulibaly.
La famiglia di Ahmed: "Non confondere i terroristi islamici con i musulmani"
Oggi la famiglia di Ahmed Merabet ha tenuto una conferenza stampa trasmessa dal canale francese i-Télé: "Mio fratello era musulmano, si è fatto uccidere da dei falsi musulmani": ha dichiarato il fratello di Amhed che ha tenuto a precisare: "Mi rivolgo a tutti i razzisti, islamofobi e antisemiti, non bisogna confondere gli estremisti e i musulmani. L'Islam è una religione di pace, condivisione e amore". Poi è scoppiato in lacrime.