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MONDO

Madrid

Spagna al voto, affluenza in aumento. Quattro partiti in gara

I seggi stanno per chiudere. Per l'ultimo sondaggio, è probabile la vittoria del Partido Popular del premier Rajoy, davanti ai socialisti e agli 'indignados' di sinistra di Podemos. Pesa l' incognita degli indecisi, stimati fra il 20% e il 40%. Non
si esclude una 'grosse koalition' socialisti-popolari

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L'affluenza alle urne in Spagna alle 18 è al 58,36%, lo 0,71% in più rispetto al 2011 quando era stata del 57,65%. Il dato ufficiale è stato diffuso dalla sottosegretaria del ministero dell'Interno, Luis Aguilera, citata da El Mundo.
Gli spagnoli chiamati oggi a eleggere i 350 deputati e i 208 senatori delle Cortes sono oltre 36 milioni. Un'elezione in cui tutti i sondaggi prevedono la fine dei governi monocolori, l'alternanza tra socialisti e popolari che si si sono spartiti il potere dalla fine del franchismo nel 1975, e la nascita del primo governo di coalizione.

Il dato importante - escludendo una 'grosse koalition' alla tedesca tra popoplari e socialisti - sarà vedere se a fare da ago della bilancia saranno i liberali-centristi di Ciudadanos di Alberto Rivera, in crescita, o i sempre più in calo, antisistema di Podemos, di Pablo Iglesias. Seggi aperti dalle 9 alle 20, quindi i primi exit poll. Solo alle 22,30 i primi dati certi.

Verso la fine del bipartitismo
Per la prima volta dalla morte del dittatore Francisco Franco, 40 anni fa, e dal ritorno della democrazia, nessuno è in grado di prevedere da chi la Spagna sarà governata dopo queste politiche: alle elezioni precedenti le cose erano chiare, vincevano i socialisti o i popolari, e dirigevano il paese. Dal 20 dicembre invece nulla sarà più come prima. Non solo per l'irruzione sulla scena politica dei due partiti anti-casta Podemos e Ciudadanos che hanno trasformato il gioco da bipolare a quattro.

Ma i sondaggi fanno temere che da lunedì il Paese possa essere difficilmente governabile e sia necessario tornare alle urne. L'esercito degli indecisi, sconcertati dal nuovo quadro politico, fino a pochi giorni fa dato al 41%, complica ulteriormente ogni possibile previsione. L'ultimo sondaggio 'vietato' uscito a Andorra - in Spagna sono proibiti da lunedì - conferma, con tutte le riserve legate all'alto numero di incerti che potrebbero smentire ogni pronostico, il rischio di instabilità politica.

I sondaggi danno Rajoy al primo posto, ma senza maggioranza assoluta
Il Pp del premier uscente Mariano Rajoy viene dato al primo posto, ma senza maggioranza assoluta, mentre per il secondo sono testa a testa i socialisti di Pedro Sanchez e Podemos di Pablo Iglesias, protagonista di una impressionante rimonta nell'ultima settimana di campagna. Secondo il sondaggio Gesop per il Periodic d'Andorra il Pp otterrebbe il 25,8% e 107-111 seggi su 350 nel Congresso (contro gli attuali 186), davanti al Psoe di Pedro Sanchez (21,4% e 84-88) e ai post-indignados di Pablo Iglesias (20,4% e 71-75). Ciudadanos di Albert Rivera, l'altro partito anticasta ma di centro, arriverebbe quarto con il 16% e 50-54 deputati.

Con questi numeri nessuna delle due coalizioni fra 'vecchio' e 'nuovo' considerate più probabili, Pp-Ciudadanos o Psoe- Podemos, avrebbe la maggioranza assoluta di 176 deputati. Considerando impossibile un patto Pp-Podemos, la sola ipotesi aritmeticamente fattibile sarebbe una 'grosse-koalition' Pp-Psoe, finora però considerata impraticabile. Ma per la prima volta Rajoy ha lasciato aperto uno spiraglio, rileva El Mundo. "Semmai ne parleremo da lunedì", ha detto a un giornalista. Fonti del Pp hanno confermato che l'ipotesi è ora, per forza di cose, presa in considerazione.

I popolari escludono, però, che possa essere messa in pratica con un Psoe guidato da Pedro Sanchez, che lunedì in un dibattito tv ha offeso Rajoy davanti a 9 milioni di spettatori, definendolo un "uomo non per bene". Se però i socialisti otterranno un cattivo risultato e subiranno l'umiliante 'sorpasso' di Podemos Sanchez potrebbe essere costretto alle dimissioni e sostituito dalla presidente della Andalusia Susanna Diaz. La dirigente andalusa, rileva El Periodico, ha "una relazione corretta" con il premier. Tutto dipenderà dal risultato domenica. Che potrebbe riservare sorprese.