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ITALIA

Obbligo di firma per 4 tifosi del Napoli

Genny 'la Carogna' ai domiciliari. La mamma di Ciro: "Indignata"

Il capo ultrà del Napoli arrestato per resistenza e reati da stadio. Obbligo di firma per 4 tifosi del Napoli: uno di loro soccorse Ciro Esposito dopo il ferimento

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Gennaro De Tommaso, per tutti "Genny la carogna" è stato posto ai domiciliari. Arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e altri reati commessi all'interno e all'esterno dello stadio Olimpico, l'ultras del Napoli viene considerato dalla Digos di Roma "leader e istigatore delle violenze" che si sono verificate alcune ore prima della finale di Coppa Italia tra Napoli Fiorentina, quando un gruppo di un centinaio di napoletani si concentrò in piazza Mazzini con fumogeni e petardi nell'intenzione, secondo l'accusa, di tendere agguati a tifosi viola. 

Mediò con le forze dell'ordine
Il suo nome è legato alla presunta trattativa andata in scena quella sera all'Olimpico, prima dell'inizio della finale di Coppa Italia, tra dirigenti, forze dell'ordine e curva azzurra, inizialmente contraria a giocare dopo la notizia del ferimento di Ciro Esposito. Quella notte De Tommaso fu immortalato dalle telecamere a cavalcioni su una rete che separa il campo di gioco dai tifosi mentre parla con le forze dell'ordine e col capitano del Napoli, Marek Hamsik, consentendo il regolare svolgimento della finale solo dopo aver ricevuto rassicurazioni sulla salute di Ciro Esposito, in seguito deceduto al Policlinico Gemelli. L'episodio suscitò diverse polemiche. In quell'occasione Genny aveva indosso una maglietta con su scritto 'Speziale libero'. in solidarietà al tifoso catanese Antonino Speziale condannato per l'omicidio dell'ispettore capo di polizia Filippo Raciti, e "liberta per gli ultras". Il mese scorso al capo ultras era stata ritirata la patente dopo che la polizia stradale  lo aveva fermato mentre guidava sulla corsia d'emergenza a Catania, dove si era recato per incontrare la famiglia di Antonino Speziale.

Le accuse
A 'Genny la carogna' vengono contestati anche il reato di lancio di materiale pericoloso ed invasione di campo in occasione di manifestazioni sportive e il reato relativo all'infrazione del divieto di striscioni e cartelli incitanti alla violenza o recanti ingiurie o minacce. L'ordinanza fa riferimento a condotte criminose ulteriori a quelle in cui ha perso la vita Ciro Esposito, che hanno caratterizzato il pre-partita della finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina dello scorso 3 maggio, sia all'esterno dello stadio (alcuni episodi di resistenza nei confronti degli operatori di polizia da parte di un gruppo di circa 100 ultras capeggiato da De Tommaso) che all'interno dell'impianto sportivo.

Obbligo di frima per altri 4 ultras del Napoli 
Altri quattro supporter del Napoli sono stati sottoposti ad obbligo di firma e non arrestati come si era appreso in un primo momento. ​Tre di loro sono stati riconosciuti attraverso le immagini delle telecamere e facevano parte del gruppo di 100 ultrà capeggiati da Genny 'a carogna. Con felpe nere e fumogeni si erano radunati a Piazza Mazzini e lungo la strada verso lo stadio, e lanciarono fumogeni contro gli agenti e le auto. Il quarto tifoso azzurro sottoposto ad obbligo di firma è un altro capo ultrà, Massimiliano Mantice, 44 anni e leader della Curva B: è accusato di avere scavalcato la recinzione tra campo di gioco e settori dei tifosi durante la presunta trattativa allo Stadio Olimpico. Secondo gli investigatori Mantice non avrebbe fatto parte del gruppo dei 100 ultras che rispondeva agli ordini di Genny 'a Carogna individuato a Piazza Mazzini. Mantice, hanno appurato le indagini, arrivò in un secondo momento a Tor di Quinto, subito dopo il ferimento di Ciro Esposito e fu uno di quelli che si avvicinò per soccorrerlo.