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ECONOMIA

Il numero uno di viale dell'Astronomia in audizione alle Camere

Squinzi: "Rinunciamo agli incentivi per tagliare sul cuneo fiscale"

Il presidente di Confindustria cauto sul nuovo Governo: ''Taglio di 10 miliardi del cuneo fiscale è la condizione minima che chiedevamo''. E rilancia: ''Disposti a rinunciare a incentivi per il taglio del cuneo fiscale''. Sul tramonto di Letta: ''Non abbiamo determinato nulla''. Preoccupato dopo i dati Ue: ''Stiamo strisciando sul fondo''

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Prima di rilasciare "una certificazione di qualità" sul governo di Matteo Renzi "aspettiamo fatti e dati alla mano".

Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, è molto cauto nell'esprimere giudizi sul nuovo esecutivo. Lui che era stato protagonista di un attacco molto duro all'indirizzo del governo di Enrico Letta, al quale aveva intimato un ''cambio di passo'' senza cui sarebbe stato meglio andare al voto. Ma sul disarcionamento di Letta, Squinzi respinge ogni allusione. "Non siamo un partito politico, non abbiamo determinato nulla". "Ho stima di Enrico Letta ma nel suo governo non ha mantenuto le promesse specie quelle sul taglio del cuneo fiscale e delle semplificazioni" fattori sui quali, ha aggiunto Squinzi, "abbiamo dovuto rilevare mancanze".

Tornando a Renzi "nei suoi discorsi al Senato e alla Camera - ha detto nel corso della sua audizione davanti alle commissioni Esteri e politiche dell'Unione europea di Camera e Senato - ha captato i fattori su cui dobbiamo intervenire, ma, ho atteso sette-otto mesi per esprimermi sull'ex governo Letta, ora aspetto che Renzi mantenga gli impegni".

Nel merito della promessa del taglio di 10 miliardi del cuneo fiscale promesso dal neo premier "è il fattore minimo, è la condizione minima che noi chiedevamo". Detto questo, rilancia Squinzi in audizione al Senato, ''il sistema delle imprese è pronto a rinunciare a tutti i trasferimenti, purché il ricavato vada a incidere su costo del lavoro e, in modo particolare, sul cuneo fiscale''.

All'indomani delle previsioni Ue sull'Italia, il numero uno degli industriali si dice ''preoccupatissimo''. "Noi stiamo strisciando sul fondo''. Ci sono ancora "segnali di grave difficoltà" e "segnali di cali preoccupanti che -ha riferito Squinzi- ci arrivano per esempio da Federalimentari". "Non aspettiamoci una ripresa a breve", ha ribadito anche se proprio all'Europa ha chiesto maggiore flessibilità: "Il nuovo Governo ha davanti a sé una grande chance in Europa: far sì che, complice una rinnovata fiducia dei mercati, sintetizzata da tassi e uno spread ai minimi storici, vengano riconosciuti all'Italia i margini di flessibilità concessi dal Patto di Stabilità in cambio di un serio programma di riforme".