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MONDO

Il Presidente Usa: "Penso sia stato un atto di cyber-vandalismo"

Attacchi alla Sony, Obama: Nordcorea potrebbe tornare in lista nera terrorismo

Gli Usa hanno chiesto aiuto alla Cina per contrastare gli attacchi informatici della Corea del Nord e in risposta a quello di fine novembre contro la Sony Pictures

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Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama
L'attacco informatico alla Sony, che ha impedito la diffusione del film satirico "The Interview" è "un atto di cyber-vandalismo, non un atto di guerra" ha detto il presidente degli Stati Uniti Barack Obama in un'intervista alla Cnn. Il Presidente degli Stati Uniti allo stesso tempo annuncia che Pyongyang potrebbe essere rimessa nella lista nera degli Stati sponsor del terrorismo.

"Non non penso che sia stato un atto di guerra. Penso sia stato un atto di cyber-vandalismo che è stato molto dannoso, molto costoso e che prenderemo molto seriamente", ha dichiarato il presidente americano al network americano.

Pyongyang era stata tolta dalla 'black-list' degli Stati sponsor del terrorismo sei anni fa per facilitare i negoziati per porre fine al programma nucleare nordocreano, molto più consistente di quello iraniano. Colloqui rivelatisi in ogni caso privi di alcuno sbocco.

Gli Usa chiedono aiuto alla Cina. Da Pechino nessuna risposta
Negli ultimi giorni l'amministrazione Obama ha chiesto aiuto alla Cina per contrastare le capacità della Corea del nord di compiere attacchi informatici. Ad affermarlo, parlando con il New York Times, sono stati alti funzionari dell'amministrazione Washington per i quali si tratta di un primo passo in direzione della "risposta commisurata" annunciata dal presidente Barack Obama a seguito dell'attacco informatico alla Sony Pictures.

"Ciò che stiamo cercando è un'azione di blocco, qualcosa che possa contrastare i loro sforzi per condurre attacchi", ha dichiarato un funzionario citato dal giornale.    
Da Pechino non sarebbe arrivata al momento alcuna risposta, né è chiaro se la Cina possa o meno essere disposta a cooperare, considerate le tensioni in materia di sicurezza informatica tra i due paesi conseguenti all'incriminazione di cinque hacker che lavoravano per i militari cinesi accusati a maggio dal Dipartimento alla Giustizia di aver sottratto informazioni riservate ad alcune società americane.