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MONDO

Le reazioni alla decisione del presidente

Stop ai rifugiati, aeroporti in tilt. Trump: sì a confini, no a caos come in Europa

Staff Casa Bianca: nessun caos, solo 20 fermati. New York Times: Casa Bianca depotenzia il bando sui profughi

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Donald Trump stringe i freni e in molti Paesi si fanno sentire le conseguenze del suo ordine esecutivo che mette al bando gli immigrati da 7 paesi musulmani (Iran, Iraq, Libia, Somalia, Sudan, Siria e Yemen). Proteste, ricorsi legali e caos negli aeroporti dopo il congelamento per tre mesi degli arrivi e per quattro mesi del programma dei rifugiati. In serata, nuove proteste nella capitale davanti alla Casa Bianca e a New York, nei pressi della Statua della libertà. 

"Il nostro Paese ha bisogno di confini forti e controlli estremi, ADESSO. Guardate cosa sta succedendo in tutta Europa e, anche, nel mondo, un caos orribile!". Così il presidente Usa torna a difendere in un tweet il decreto.





Lotta comune all'Isis, crisi ucraina e ripresa delle relazioni, anche economiche, "da pari a pari" sono stati invece i temi principali della telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin. Fermezza da parte del presidente francese François Hollande, che ha ricordato a Trump "il rispetto dei principi della democrazia, in particolare l'accoglienza dei rifugiati", le "conseguenze economiche e politiche del protezionismo", la necessita' di una soluzione sulla Siria "sotto l'egida dell'Onu" e della "piena attuazione degli accordi di Minsk" per poter togliere le sanzioni alla Russia.


Contro i provvedimenti di Trump hanno preso posizione diversi leader europei. Dopo il presidente francese Hollande a criticare duramente il decreto del presidente è la cancelliera tedesca Angela Merkel. Questi i tweet del presidente del Consiglio italiano Gentiloni e del Presidente del Senato della Repubblica Pietro Grasso.






Merkel: "Il divieto imposto dagli Usa non è giustificato"
La cancelliera tedesca Angela Merkel ritiene "non giustificato" il bando imposto da Trump. Lo ha detto il suo portavoce, Steffen Seibert. La cancelliera "è convinta che la necessaria lotta risoluta contro il terrorismo non giustifichi un generale sospetto contro persone con un certo retroterra e o una certa fede", ha affermato Seibert a Berlino.

Un giudice a New York: "No a espulsioni rifugiati paesi islamici"
La pioggia di ricorsi legali contro la decisione di Trump ha portato a un primo verdetto: Ann donnelly, giudice federale di New York, ha emesso un'ordinanza di emergenza che temporaneamente impedisce agli Stati Uniti di espellere i rifugiati che provengono dai sette paesi a maggioranza islamica soggetti all'ordine esecutivo emanato dal presidente. 

Staff Casa Bianca: nessun caos, solo 20 fermati
La Casa Bianca difende l'ordine esecutivo del presidente. "Non è caos", ha detto alla Nbc il capo dello staff Reince Priebus, aggiungendo che ieri 325 mila viaggiatori sono entrati negli Usa e solo 109 sono stati fermati. "Gran parte di loro sono usciti. Abbiamo ancora una ventina di persone che restano detenute", ha sostenuto, prevedendo che saranno presto rilasciate se sono in regola.

New York Times: Casa Bianca depotenzia il bando sui profughi
La Casa Bianca ha deciso di depotenziare la portata dell'ordine esecutivo che predispone il bando. Secondo il New York Times, Priebus ha fatto sapere che verranno esentati dal divieto di ingresso i possessori della carta verde, quella che garantisce il soggiorno su territorio americano. Sempre a detta di Priebus, comunque, la polizia di frontiera mantiene "l'autorità discriminatoria" di trattenere e sottoporre a interrogatorio viaggiatori sospetti che provengano da taluni paesi.

Ministero Interno: vige bando visti ma rispettiamo sentenza
E' confusione al ministero dell'Interno americano, stretto tra l'ordine esecutivo di Donald Trump e la sentenza con cui la giudice federale Ann Donnelly ha garantito a chi è in regola l'ingresso negli Stati Uniti. "Gli ordini esecutivi del presidente - ha fatto sapere l'Homeland Security - restano in vigore, i viaggi vietati resteranno tali e il governo americano mantiene il diritto di revocare i visti in qualunque momento sia richiesto dalla sicurezza nazionale". Al tempo stesso, prosegue la nota, il Dipartimento "rispetterà le decisioni giudiziarie", compresa, dunque, quella del procuratore Donnelly. E che sia così lo ha confermato il ministro della Sicurezza interna, John Kelly, al senatore democratico Chuck Schumer, nel corso di una telefonata: "Mi ha assicurato - ha scritto Schumer su Twitter - che la sentenza emessa sarà rispettata. Tutti quelli che si trovano negli aeroporti saranno ammessi".

Procuratori generali di 15 Stati condannano ordine Trump
I procuratori generali democratici di 15 Stati americani hanno diffuso una dichiarazione congiunta che condanna l'ordine esecutivo di Trump. "Siamo impegnati a lavorare per garantire che il minor numero possibile di persone soffra della caotica situazione che esso ha creato", afferma la nota. I quindici Stati sono California, New York, Pennsylvania, Washington, Massachusetts, Hawaii, Virginia, Vermont, Oregon, Connecticut, New Mexico, Iowa, Maine, Maryland e Illinois, ai quali va aggiunto anche il procuratore del District of Columbia.

Giuliani: Trump chiese formula per render legale 'bando musulmani'
Quando il presidente degli Stati Uniti Donald Trump "lo ha annunciato la prima volta, ha detto 'bando dei musulmani'. Mi ha chiamato e mi ha detto: 'Crea una commissione e mostrami il modo di farlo legalmente'". Lo ha dichiarato l'ex sindaco di New York e consigliere di Trump, Rudolph Giuliani, raccontando come abbia avuto origine l'ordine esecutivo approvato dal presidente americano per impedire temporaneamente l'ingresso negli Usa ai cittadini di sette Paesi a maggioranza musulmana e limitare l'accesso ai rifugiati. Giuliani ha parlato a Fox News. La commissione, ha spiegato il repubblicano, ha deciso di concentrarsi sul "pericolo, invece che sulla religione", come elemento centrale del provvedimento, che poi è diventato l'ordine esecutivo firmato venerdì da Trump. "Le aree del mondo che per noi creano pericoli, è qualcosa che si basa su fatti, non su una base religiosa. È perfettamente legale, perfettamente sensato", ha affermato Giuliani. L'ex sindaco ha insistito sul fatto che la misura approvata da Trump non sia basata sulla discriminazione religiosa, così come ha assicurato il presidente, sebbene abbia lasciato intendere che frenare l'immigrazione dei musulmani fosse l'intenzione iniziale.

L'Iran: "Grande regalo agli estremisti"
Il cambio della guardia alla Casa Bianca segna un'inversione a U in molti campi della politica americana. Non ultimo lo storicamente travagliato rapporto con l'Iran, con il quale faticosamente l'Amministrazione Obama aveva intessuto un dialogo culminato nella sigla dell'accordo con il quale Teheran si impegnava ad accantonare il programma nucleare per scopi militari. Ed è proprio da Teheran - inserita tra i 7 paesi msulmani messi all'indice dall'ordine esecutivo di Donald Trump - che in queste ore arrivano le reazioni più stizzite. E un avvertimento autorevole.  La decisione del presidente americano Donald Trump di vietare l'ingresso negli Stati Uniti ai cittadini di sette Paesi musulmani, tra cui l'Iran, è "un grande regalo agli estremisti", ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Javad Zarif.



"#MuslimBan sarà ricordato nei libri di storia come un grande regalo agli estremisti e ai loro sostenitori", perchè "la discriminazione collettiva aiuta il reclutamento dei terroristi, approfondendo le divisioni sfruttate dai demagoghi estremisti per accrescere i propri ranghi", mentre "la comunità internazionale ha bisogno di dialogo e cooperazione per affrontare alla radice la violenza e l'estremismo in maniera globale e inclusiva", ha scritto Zarif.