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ITALIA

Il giorno del ricordo

Strage di via d'Amelio, Manfredi Borsellino al Giardino della memoria. Alle 16,58 minuto di silenzio

Ventitrè anni fa la strage di via D'Amelio. Renzi: non dimentichiamo l'eroismo di Borsellino. Il ricordo di Grasso: "Coltivare la memoria per riscattare la dignità". In serata la fiaccolata a Palermo. Bufera sul governo Crocetta dopo le accuse di Manfredi

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"Non dimentichiamo mai l’eroismo di Paolo Borsellino e di Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina e Claudio Traina". Così Matteo Renzi ricorda le vittime della strage di via D'Amelio nel giorno del 23° anniversario. In serata nelle strade di Palermo ci sarà la tradizionale fiaccolata per ricordare Paolo Borsellino e la sua scorta. Quest'anno la manifestazione è all'insegna dello slogan "Contro la mafia dell'antimafia".

Le parole di Grasso
"Da quella terribile estate del 1992, ogni 19 luglio sento l’esigenza simbolica di raccogliere i pensieri che quotidianamente affollano la mia mente e lasciarli idealmente riposare all’ombra dell’ulivo piantato dove furono uccisi Paolo Borsellino, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina", scrive invece Pietro Grasso su Facebook. "Coltivare la memoria del nostro passato, ogni giorno, è fondamentale perché da essa scaturiscono l'orgoglio e l'energia che servono per riscattare la dignità del nostro Paese - sottolinea il presidente del Senato - Il 19 luglio 1992, con quell'esplosione che sembrò trascinare via ogni speranza, ci costringe ancora a riflettere, a valutare i risultati, a rinnovare il nostro impegno per la legalità e la nostra fede nella giustizia. Paolo Borsellino è stato un grandissimo uomo, uno straordinario magistrato, un amico. Come tutti i maestri ci ha lasciato un immenso patrimonio intellettuale, etico e professionale".




Manfredi al Giardino della Memoria
Il figlio di Paolo Borsellino, Manfredi, ha visitato in forma privata nelle prime ore del mattino il Giardino della Memoria di Ciaculli e ha reso omaggio alle vittime della strage del 19 luglio 1992 in cui morirono il padre e cinque agenti della polizia di Stato. "Il Giardino della Memoria - ha detto Manfredi Borsellino - è ormai uno dei simboli della legalità e della vera lotta alla mafia dove i cronisti e i magistrati spendono energie sane e saldi valori per allontanare da questa terra il cancro della mafia. Questo luogo è importante perché teatro al pari di via D'Amelio di visite di scolaresche che imparano a non disperdere la memoria". "Ricordo - ha proseguito - che il primo albero piantato in questo Giardino è stato proprio quello dedicato a mio padre e agli agenti trucidati quel terribile giorno. In questo momento vorrei spendere parole di elogio e di apprezzamento per quella gente comune e quei bambini che anche quest'anno, sfidando il caldo e rinunciando ad una domenica al mare, si daranno appuntamento nel luogo della strage e lì dove mio padre è nato, in piazza Magione".  

Alle 16,58 il minuto di silenzio
A ricordare, in via D'Amelio ,le vittime della strage del 19 luglio 1992 sono arrivati anche i pm Nino Di Matteo e Roberto Tartaglia, magistrati che indagano sulla trattativa Stato-mafia, e il sindaco di Messina, Renato Accorinti. "Palermo ha ucciso suo figlio che invece l'amava tanto, del resto questa città ha scannato tanti suoi figli", ha detto Salvatore Borsellino ricordando il sacrificio del fratello Paolo. "Veniamo in via D'Amelio perché quell'esplosione non ha sbarrato le porte alla vita, ma alla mafia e perché qui il sangue innocente ha reso prezioso il sangue di tutti", commenta Luigi Lombardo, segretario provinciale del Siap (sindacato italiano appartenenti polizia). Nell'eccidio furono uccisi il giudice Paolo Borsellino e gli agenti di scorta Emanuela Loi (prima donna della Polizia caduta in servizio), Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. A questi "fratelli, padri, madri e sorelle sono dedicate le lettere e le magliette che indossiamo simbolicamente" dicono i loro colleghi del Siap presenti in Via D'Amelio. Sul palco si alternano le testimonianze dei familiari delle vittime di mafia e le lettere lette dai poliziotti del Siap del reparto scorte e della squadra mobile idealmente indirizzate ai
colleghi uccisi dalle stragi di mafia. A intervenire sono anche Luciano Traina e Brizio Montinaro, fratelli degli agenti Claudio Traina e Antonio Montinaro uccisi, rispettivamente, nelle stragi di via D'Amelio e Capaci.

Alle 16.58 il tradizionale minuto di silenzio ricorda la strage di mafia causata da una Fiat 126 imbottita di tritolo.