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SPORT

Addio alla Champions

Calcio, nasce la Superlega con 12 tra i club più ricchi d'Europa. (Quasi) tutti contro

Tre le italiane: Juventus, Inter e Milan. Muro Fifa e Uefa, Ceferin contro Agnelli: "Mai visto una persona mentire così tante volte". Critica l'Ue, intervengono Johnson e Macron, per Draghi vanno preservati "competizioni nazionali e valori dello sport". Contrari tutti i club tedeschi, fuori l'Ajax, le squadre portoghesi e quelle francesi. I tifosi di sei società inglesi in rivolta. Si profila battaglia legale tra i 12 club (sul piatto 10 miliardi di euro) e l'Uefa

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Il presidente Uefa, Aleksander Ceferin

Dodici tra le principali squadre europee dicono addio alla Champions League e si fanno un campionato europeo proprio. Per l'Italia ci sono Juventus, Milan e Inter, oltre alle inglesi Manchester United, Liverpool, Manchester City, Arsenal, Chelsea e Tottenham, e alle spagnole Barcellona, Real Madrid e Atletico Madrid. Al progetto non partecipano (per ora) le squadre tedesche, quelle francesi, l'Ajax e tutti i club portoghesi.

​Una competizione a 20 squadre delle quali 15 fisse e 5 selezionate sulla base del ranking e dei risultati in Europa nelle ultime stagioni. Una situazione che esclude le cosiddette piccole società, non ci sarà spazio per i club privi di un sostanzioso pedigrée. Le partite della Superlega dovrebbero giocarsi, come accade al momento per Champions ed Europa League, a metà settimana, a eccezione della fase finale che si disputerà nel fine settimana. Tutte le squadre, dunque, potranno sfruttare i week-end per tornare a giocare i rispettivi campionati.

Secondo  i media spagnoli, l'intera operazione è finanziata dalla banca statunitense JP Morgan insieme a Key Capital, società legata a un collaboratore di Florentino Perez, presidente del Real Madrid e 'mente' della rivoluzione insieme ad Andrea Agnelli.

Le tifoserie organizzate dei sei club inglesi firmatari dell'atto di fondazione della SuperLega hanno espresso una ferma e unanime condanna al controverso progetto, definito "sconcertante", "egoista" e "contrario ai valori dello sport" tramite un comunicato congiunto.

Da Londra a Manchester, passando da Liverpool, non si è fatta attendere la reazione dei tifosi, "contrari con tutto il cuore alla creazione di una competizione destinata a separarsi dalla Champions League", nel commento del Chelsea Supporters Trust. Altrettanto dura e perentoria la censura dei tifosi del Tottenham's Supporters Trust: "Quando è troppo è troppo". Quanto a Manchester United e Manchester City, sono i calciatori Bruno Fernandes e Cancelo a dire la loro su Instagram attraverso un post del loro connazionale portoghese, Daniel Podence (Wolverhampton), che elogia i meriti e l'unicità della Champions League, dalla volée di Zidane alla rimonta del Liverpool ad Atene. Fernandes rilancia il messaggio e lo accompagna con le parole "i sogni non si comprano", Cancelo risponde con un applauso.

Reazioni delle tifoserie si registrano anche in Italia. Quella vip dell'Inter scrive a Zanetti: "Capitano ti chiediamo di fare quanto è nelle tue possibilità per dissuadere l'Inter da un passo falso così grave. Il calcio è di tutti", la nota firmata da personaggi del mondo della cultura, dello spettacolo e del giornalismo. Divisa la tifoseria della Juve. "Sempre un passo avanti, basta a perdere tempo con De Laurentiis, Lotito e Asl", scrive un tifoso su Twitter. Ma c'è anche chi non è d'accordo con il progetto: "26 ottobre 1863-19 aprile 2021, riposa in pace calcio", uno dei commenti social contrari. "State uccidendo il calcio", un'altra delle frasi più gettonate.

Proteste si levano dall'Uefa, che promette: "Chi entra è fuori da tutto. Resteremo uniti nei nostri sforzi per fermare questo cinico progetto - si legge in una nota congiunta insieme a Figc, Lega Serie A, Liga, Premier League e le federazioni di Spagna e Inghilterra - prenderemo in considerazione tutte le misure a nostra disposizione, per evitare che ciò accada".

Aleksander Ceferin, presidente Uefa, usa parole durissime. Punta il dito contro Andrea Agnelli- "la più grande delusione di tutti" dice "mai visto una persona mentire così tante volte"-  e chiama a raccolta le forze 'buone' del calcio, che  "deve essere unito di fronte a questa disgrazia che sta dietro la posizione di alcuni club con interessi particolari. Il mondo del calcio è unito, i governi sono  uniti, la società è unita. Siamo d'accordo che la Super League è un  progetto senza senso". Poi l'attacco finale: "I giocatori che partecipano a questo campionato chiuso non potranno giocare con le loro squadre nazionali".

Gli fa eco Gabriele Gravina, il numero uno della Federcalcio: "Ribadisco il nostro no alla Superlega, il calcio è dei tifosi. L'unica riforma percorribile è quella nata dalla proposta Uefa sulla Champions, ogni tentativo di fuga in avanti è irricevibile e dannoso per il calcio europeo l'adesione a questo progetto pone gli stessi club fuori dal contesto riconosciuto dalla Fifa".

E la Fifa accusa: SuperLega "contraria ai nostri principi". Ai club interessati, dicono, sarà vietato giocare in qualsiasi altra competizione a livello nazionale, europeo o mondiale, e ai loro giocatori potrebbe essere negata l'opportunità di rappresentare le loro squadre nazionali.

Intervengono pure il premier britannico, Boris Johnson, "farò di tutto per fermare la SuperLega", e il presidente francese, Emmanuel Macron, "il progetto mette a repentaglio il principio di solidarietà e di meritocrazia nello sport". La Francia si dice pronta a ricorrere al diritto europeo per aiutare l'Uefa a sanzionare i dissidenti. 
Reagisce Bruxelles: "L'Ue difende lo sport basato sulla solidarietà". E' poi Mario Draghi a commentare. Il premier sottolinea il sostegno determinato del governo "alle posizioni delle autorità calcistiche italiane ed europee per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport". Segue una nota del sottosegretario con delega allo Sport, Valentina Vezzali: "Mai, nemmeno di fronte agli interessi economici, possono venire meno i principi del merito, della sana competizione, della solidarietà, così come i valori educativi dello sport. Ogni bambino italiano, nel momento in cui inizia a fare sport, deve poter credere che il suo sogno sia realizzabile solo attraverso il merito sportivo e non influenzato da interessi commerciali e economici".

L'operazione SuperLega mette sul piatto 10 miliardi di euro. E mentre Fifa e Uefa si riuniscono d'urgenza oggi, non si è fatta attendere la reazione dei club che aderiscono all'operazione.  I 12  hanno già pronta una risposta legale alla minaccia di causa per danni avanzata dalla Uefa. Secondo Le Parisien, i club avrebbero inviato una lettera al presidente della Fifa, Gianni Infantino, e a quello dell'Uefa, Aleksander Ceferin, nella quale li avvisano di aver depositato il loro 'dossier' presso diversi tribunali, senza specificare quali e con quali contenuti.

Si profila una battaglia legale, Uefa ha già risposto che si rivolgerà a sua volta al tribunale. In mezzo, i calciatori. Assocalciatori si dice "preoccupata per le eventuali conseguenze disciplinari e sportive che potrebbero derivare in capo ai calciatori, loro malgrado coinvolti dalle scelte dei club di appartenenza".

Molti esclusi eccellenti
La Superlega, così come sembra strutturata adesso, avrebbe molti esclusi eccellenti e tanti grandi campioni che, allo stato attuale delle cose, non parteciperebbero. In primis i club tedeschi - che hanno dichiarato espressamente la loro contrarietà - e quindi un gigante come il Bayern Monaco campione del mondo in carica: insomma, niente Neuer, Lewandowski, Muller, Sané, e le altre stelle dei bavaresi. E niente Borussia Dortmund con il suo bomber micidiale Erling Haaland, quello che scatenerà un'asta multimilionaria, e quel Bellingham che è del 2003 ma è già insostituibile e verrà convocato dall'Inghilterra per gli Europei. Sarebbe assente anche una realtà emergente come il Lipsia targato Red Bull.

Se si parla di singoli, tanti i grandi nomi del calcio europeo fuori dal progetto: dal belga-napoletano Dries Meertens al nuovo crac del calcio francese campione del mondo, Camavinga del Rennes. Quanto ai club, non ci sarebbe neppure l'Ajax, autentica gloria del calcio europeo con il suo carico di trofei e di Palloni d'Oro, e con tutti quei giovani di talento che poi vanno a fare fortuna altrove. Fuori dalla lega stile Nba dei super ricchi anche le squadre portoghesi, Benfica e Porto che le Coppe dei Campioni le hanno vinte e che, anche loro, continuano a sfornare talenti. Come dire, la fine di sogni come quelli del Nottingham Forest, campione d'Europa nel 1979 due anni dopo la promozione nella massima serie nazionale, o la Stella Rossa, campione nel '91 battendo l'OM di Tapie.

A proposito di Francia, oggi sarebbe fuori dalla Superlega anche il Psg, e quindi l'altra squadra che, assieme al Bayern, ha dato vita alla più bella partita della stagione. Ma possibile che Neymar e Mbappé, se rimarranno a Parigi, rimangano fuori dal torneo 'stellare'? Alla base della decisione del Psg di non fare parte dei club fondatori della Superlega c'è la posizione del presidente Al-Khelaifi e il suo ruolo, compreso quello di membro dell'Esecutivo Uefa; il presidente dei campioni di Francia dirige BeIN Media Group, la rete televisiva del Qatar che ha pagato svariati milioni di dollari per i diritti di trasmissione delle partite di Champions League. E ora si chiede quali campioni potrà trasmettere e quali no.

Borsa cinica
Il Manchester United in avvio di seduta fa un balzo del 9,3% a 7,6 dollari a Wall Street, dove il club inglese è quotato. E la sua capitalizzazione sale 2,88 miliardi di dollari.Nel pre-market il titolo della squadra aveva segnato un rialzo ancora più deciso nell'ordine del 13%, in linea col rally alla Borsa di Milano della Juve, l'altro club quotato su un listino fra quelli che hanno fondato la SuperLega. La squadra bianconera guadagna +17,85%  e ha un valore ormai ben oltre 1 miliardo di euro.