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SPETTACOLO

La Procura di Roma ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo

Svolta sulla morte di Pino Daniele. L'autopsia: "Il by-pass era ostruito, forse poteva salvarsi"

Già nei giorni precedenti al decesso, il 4 gennaio, aveva avuto dei segnali di un possibile malore. Per i risultati definitivi degli esami al cuore bisogna attendere marzo

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È la polemica che ha tenuto banco a partire dalle ore immediatamente successive alla morte. Pino Daniele poteva essere salvato? A un mese dall'addio, dall'autopsia arriva una risposta. Il cantante napoletano sarebbe morto per un'ostruzione a un by-pass, un problema all'innesto chirurgico che gli ha limitato il flusso del sangue al cuore provocandogli un infarto. E però si legge nelle carte "con un soccorso più veloce, forse, poteva sopravvivere".

"Forse poteva salvarsi"
Il bluesman di Napulè si era sentito male domenica sera, 4 gennaio. La sua compagna, come del resto avrebbe chiesto lo stesso cantante, aveva deciso di portarlo al Sant'Eugenio di Roma dal medico che l'aveva in cura anziché a Grosseto, la città più vicina a Manciano dove i due abitavano. Poco prima della mezzanotte il suo cuore ha smesso di battere.

I risultati definitivi dell'autopsia a marzo
La Procura di Roma che ha aperto un'inchiesta per omicidio colposo sta valutando i primi elementi emersi dell'autopsia in attesa dei risultati definitivi che arriveranno a marzo. E intanto da alcune mail, inviate dal cantante, si verrebbe a sapere che alcuni giorni prima del decesso, Daniele avesse avuto sintomi che potevano far prevedere un malore. Accertata l'occlusione, ora ai periti della Procura spetta il compito di accertare i tempi della morte.