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Tavecchio: "Entro il 18 presenterò la lista delle cose fatte". Chi è il nuovo presidente della Figc

Carlo Tavecchio ha accolto con le lacrime la sua elezione alla presidenza della Figc. Il 71enne ha assicurato di non aver avuto alcun approccio con il futuro ct della nazionale

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Carlo Tavecchio
Roma
Nessuna conferenza stampa di insediamento, solo ringraziamenti alla platea che lo ha votato. Carlo Tavecchio, il nuovo presidente della Figc eletto al terzo turno con il 63.3% dei voti, assicura: "Entro il 18 agosto mi presenterò con la lista delle cose fatte. Non ho avuto alcun approccio con il ct", sostiene inoltre il neo presidente, "nessuna operazione di governance che va condivisa con il consiglio federale". 

Tavecchio, 71anni, già presidente della Lega nazionale dilettanti e vicepresidente vicario della Figc, dopo le polemiche è stato eletto presidente della Federazione Italiana gioco calcio. Il suo primo incarico federale dal 1987 al 1992: consigliere del comitato regionale Lombardia.  Dal 1992 al 1996 viene eletto vicepresidente della LND,  nel 1996 presidente del Comitato Regionale Lombardia della Figc mentre il 29 maggio 1999 vince le elezioni e diventa presidente della Lega Nazionale Dilettanti per poi diventare vicepresidente della federazione. Ha ricoperto la carica di sindaco del comune di Ponte Lambro (Como) per quattro legislature consecutivamente tra le fila della DC, dal 1976 al 1995.

Il 27 luglio ha presentato un programma di 17 pagine, suddiviso in undici punti (Governance e organizzazione federale; lotta contro la violenza e qualificazione del prodotto calcio; settore tecnico e centri di formazione federale; settore giovanile e scolastico; nuove risorse economiche; comunicazione; Club Italia; Grandi Eventi; legislazione e rapporti con il governo; rapporti con il Coni; riforma dei campionati e delle regole). Tavecchio propone l'istituzione di un segretario generale. Sul fronte sicurezza, promette massimo impegno nel contrasto ma anche "un'estensione del sistema delle esenzioni e delle attenuanti per i club" virtuosi.  Tra i punti forti della proposta del presidente Lnd, ci sono lo sviluppo dei centri di formazione federale per giovani (una ventina, in cui organizzare corsie selezioni regionali) e il modello britannico di ingresso per gli extra-comunitari, oltre a quello delle seconde proprietà per favorire la crescita dei calciatori "salvaguardando importanti realtà".

Per ampliare il numero di giocatori buoni per la nazionale c'è anche la proposta di intervenire con il riconoscimento dello ius soli, per attribuire la cittadinanza a nati in Italia da genitori stranieri. Nel programma anche una curiosità: quando parla del ruolo del ct della nazionale, sottolinea che "dovrà impegnarsi nella crescita tecnica ed 'immagine del calcio italiano" ma "non dovrà occuparsi della scelta degli alberghi".