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ITALIA

Vaticano

Terremoto, Papa: Ricostruire i cuori prima ancora delle case

Il Pontefice ha ricevuto migliaia di terremotati del centro Italia - dalle diocesi di Rieti, Spoleto-Norcia e Ascoli Piceno, accompagnati dai loro vescovi e dai loro parroci.  

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"Qui non c'è posto per l'ottimismo, ma c'è posto per la speranza!". Papa Francesco si rivolge così ai terremotati di Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo, ricevuti in udienza in Vaticano nell'Aula Paolo VI assieme ai loro vescovi, parroci e sindaci. "L'ottimismo - spiega - serve ad andare avanti per il momento ma non ha sostanza, come invece ha la speranza".

Il Pontefice parla 'a braccio', non ha preparato alcun discorso perché "nella vostra situazione, il peggio che si può fare è fare un sermone. Preferisco prendere le vostre parole e farle mie, le parole che escono dal vostro cuore", come quelle del terremotato di Amatrice e del parroco della diocesi di Norcia, che sono intervenuti prima di lui.

"Sono orgoglioso dei parroci - esclama Francesco - che non hanno lasciato la loro terra, pastori che non hanno abbandonato il loro gregge e che non sono fuggiti davanti al lupo. Vi sono vicino - assicura il Papa - e vi ringrazio per essere venuti qui in Vaticano".

"Una parola che è stata usata come un ritornello è ricostruire. Ricostruire i cuori ancor prima delle case"- afferma Papa Francesco. "Il vostro è un dolore grande, ricostruire col dolore. Le ferite del cuore ci sono - continua il pontefice - ma per ricostruire ci voghliono il cuore e le mani, le mani di tutti, quelle di Dio con cui artigiano ha fatto il mondo, le mani che guariscono. A me piace benedire le mani ai medici, perché servono per guarire, le mani dei vigili del fuoco".