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MONDO

Raid Egitto su basi Isis: almeno 40 miliziani uccisi

Terrore Isis in Libia: arrivati in Sicilia italiani rimpatriati. Usa: "Urge una soluzione politica"

Rimpatriati e scortati fino in Sicilia, un centinaio (la metà del totale) degli italiani che si trovavano in Libia ha fatto ritorno: "L'Isis ha raggiunto Tripoli da tempo", raccontano. Mentre l'Italia assicura di essere pronta ad intervenire "nel quadro di una missione Onu", giovedì Gentiloni riferirà in Parlamento, dalla Casa Bianca arriva l'allarme: "Urge una soluzione diplomatica". La Francia chiede riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu

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Roma
Il primo a sbarcare è Salvatore, siracusano. Fa segno di aver ricevuto l'invito a non parlare, poi si lascia andare e aggiunge che è da tempo che l'Isis ha raggiunto Tripoli, che la situazione è critica. Dei circa 200 italiani che erano in Libia la metà ha deciso di rimanere mentre gli altri sono sbarcati questa notte nel porto siracusano di Augusta, bilndato. Sono pariti per paura, perchè in strada si respira aria di guerra. Dopo le minacce del Califfato all'Italia "crociata" e la disponibilità del governo "a fare la propria parte in una missione Onu"  - piano che ha ricevuto anche il plauso di Silvio Berlusconi - giovedì il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni riferirà in Parlamento sulla questione libica. Intanto il presidente francese François Hollande e il capo di Stato egiziano Abdel Fattah al Sisi, dopo un colloquio telefonico, hanno chiesto una riunione d'urgenza del Consiglio di sicurezza dell'Onu sulla situazioni in Libia e "nuove misure" contro i jihadisti dello Stato islamico.

Lo sbarco degli italiani ad Augusta
Gli italiani evacuati della Libia sono arrivati intorno all'1.00 di notte a bordo del catamarano San Gwann della compagnia maltese Virtu Ferries. Ad attenderli un posto blindatissimo e tre autobus che probabilmente li hanno accompagnati nella base aerea di Sigonella, in provincia di Catania. L'intera operazione, dalle fasi di imbarco fino all'arrivo in Italia è stato scortato da Predator dell'Aeronautica Militare - gli stessi usati nei teatri di guerra all'estero - e da una nave della Marina.

Egitto bombarda basi Is in Libia: esercito Cairo, almeno 40 morti
Lo aveva annunciato il generale al Sisi dopo il video dei 21 ostaggi copti brutalmente sgozzati e questa mattina all'alba sono partiti i raid aerei contro depositi di armi e campi di addestramento. Una vendetta, fa sapere Il Cairo, per la morte dei concittadini per i quali è stata paroclamata una setttimana di lutto nazionale. Secondo le forze armate egiziane almeno 40 presunti miliziani dell'Is sono stati uccisi nei bombardamenti mentre una fonte della sicurezza di Bengasi parla di tre bimbi e due donne morte. Intanto esplode la polemica interna alla Libia: l'aviazione del generale Haftari ha dato supporto al Cairo, il Congresso Nazionale sostenuto dagli islamisti parla di sovranità nazionale violata da parte dell'Egitto. Da Tobruk, sede del governo riconosciuto dalla comunità internazionale, nessun commento. 

La Casa Bianca: serve una soluzione politica
L'esecuzione - e il video del terrore - dei 21 cristiani copti egiziani da parte degli uomini del Califfo. La presa di Sirte. L'Italia che si trova ad evacuare i propri cittadini dalla Libia. E' con preoccupazione che la Casa Bianca condanna in una nota "l'odioso atto" e sottolinea la necessità, urgente, di trovare una soluzione politica per il conflitto che dalla morte di Gheddafi infiamma la Libia. 

Il video dei 21 copti sgozzati e le minacce all'Italia
L'orrore è già nel titolo: "Un messaggio firmato con il sangue alla nazione della croce". Gli ostaggi, i 21 cristiani copti sgozzati, si vedono camminare sulla spiaggia in tuta arancione finchè le acque del Mediterraneo non si tingono di rosso: "Avete buttato il corpo di Osama bin Laden in mare - dice una voce fuori campo - mischieremo il suo sangue con il vostro". In coda anche una minaccia rivolta all'Italia:"Di recente ci avete visti sulle colline della Siria, oggi siamo a sud di Roma... Libia".

Palazzo Chigi: "Pronti a fare la nostra parte"
All'indomani delle minacce dell'Isis, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e la titolare della Difesa Roberta Pinotti si erano detti pronti a guidare una missione Onu in Libia. Il premier Matteo Renzi ha poi dettato la linea: l'Italia è pronta ad agire "nel quadro delle decisioni delle Nazioni Unite”. Giovendì Gentiloni riferirà in Parlamento. 

Al largo della Libia: uomini armati minacciano motovedetta italiana
La tensione del Paese è evidente anche nei suoi mari: a 50 miglia dalla capitale l'equipaggio di una motovedetta della Guardia Costiera che stava soccorrendo dei migranti è stato avvicinato da quattro uomini armati su una piccola barca e costretto a lasciare loro l'imbarcazione, poi usata dagli scafisti.

Chi sono gli italiani in Libia
Dei circa 200 che abitavano o si trovavano in Libia, la metà ha preso la via del ritorno. Ma chi sono gli italiani che vivono in Libia? In maggioranza si tratta di personale - tecnici, dirigenti e amministrativi - delle aziende che hanno mantenuto una presenza nell'ex Paese di Gheddafi. Finchè è rimasta aperta, ultimo presidio occidentale, c'era il personale dell'Ambasciata di Tripoli. E poi una piccola comunità di italo-libici che affonda le proprie radici nel passato coloniale. 

Il terrore nelle strade libiche
L'esercito del Califfo controlla ormai un'ampia fascia del Paese. Le bandiere nere segnano i luoghi in mano agli uomini di al Baghdadi. Oltre al Califfato di Derna, come lo hanno ribattezzato, hanno preso Sirte e si stanno spingendo verso ovest. Secondo fonti libiche vicine al Governo e al Parlamento di Tobruk, riconosciuti dalla comunità internazionale, "le bandiere nere dell'Isis sono già a Tripoli, si vedono sventolare dalle macchine che si aggirano nella capitale libica: prima erano poche, nascoste, adesso si stanno moltiplicando e la situazione è gravissima".