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ITALIA

Gli attentati a Parigi

Terrorismo, Alfano: pronti a un cambio di passo per fermarlo

"Continueremo a essere americani, spagnoli, inglesi e francesi perché l'attacco è globale, ci riguarda tutti- dice il ministro dell'Interno in un'intervista al Corriere della Sera- E sono certo che combatteremo fianco a fianco a ogni livello. Serve uno spirito unitario in Occidente e dobbiamo recuperare lo spirito unitario in Italia, consapevoli che è cambiato tutto. Anche le guerre"

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"La cronologia del terrore determina un cambio di passo. A quel cambio di passo noi siamo pronti. A Parigi c'è stato un attacco di guerra gestito con tecnica stragista, che ha colpito anche obiettivi imprevedibili. Noi abbiamo capito benissimo, perciò - ripeto - siamo pronti a qualsiasi cambio di passo". Lo dichiara il ministro dell'Interno Angelino Alfano in un'intervista al Corriere della Sera. Nella Costituzione italiana "il ripudio della guerra è un ripudio morale. E noi continueremo a ripudiarla", sottolinea. "Ma così come i costituenti previdero, non ci si può sottrarre quando la pace viene minacciata". Il capo del Viminale non nasconde che "il 'rischio zero' non esiste", ma sottolinea "l'instancabile opera di prevenzione che viene quotidianamente fatta". "Abbiamo da ringraziare il Dio in cui crediamo e gli uomini a cui affidiamo un compito delicatissimo", afferma. Alfano è anche convinto che "l'Europa non salterà, né si farà dettare l'agenda dal terrorismo, che dovremo sconfiggere con le armi degli Stati sovrani, le armi della forza e del diritto: dando asilo a chi ne ha diritto ed espellendo i falsi profughi, senza mai dare nulla per scontato. Sapendo che il momento storico è caratterizzato da due emergenze mondiali senza precedenti: l'immigrazione e il terrorismo. Chi non ne tiene conto ha una visione miope o strumentale".

In un colloquio con Repubblica Alfano ribadisce che "siamo in guerra. È una guerra. Ma ogni conflitto della storia ha avuto una fine. Sia le guerre lampo che quelle decennali. Ci hanno dichiarato una guerra che non sarà breve, va avanti già dal 2001. Anche la nostra contro il terrore un giorno finirà. È una certezza. Quel che non sappiamo è quanto durerà, quali costi avrà in termini di vite umane, cosa sarà delle nostre abitudini e della nostra libertà di oggi e di ieri".