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ITALIA

Terrorismo, tre fermati. Alfano: prevenzione funziona

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Tre presunti jihadisti accusati di terrorismo sono stati arrestati stamane dai carabinieri del Ros della Liguria: un algerino è stato fermato nel Cie di Torino dove era ospite in quanto richiedente asilo politico, due fratelli egiziani sono stati bloccati a Finale Ligure (Savona) e a Cassano d'Adda (Milano). I tre sono accusati di associazione finalizzata a terrorismo internazionale. L'operazione del Ros dei carabinieri è coordinata dalla sostituto procuratore Federico Manotti della procura distrettuale antiterrorismo di Genova e nasce dal monitoraggio dei siti di propaganda utilizzati dagli jihadisti. Uno dei due egiziani e l'algerino aveva richiesto online la formula per iscriversi allo 'Stato Islamico'. Secondo gli investigatori, i tre presunti jihadisti erano insospettabili che conducevano una vita normalissima tesa a nascondere la loro radicalizzazione.

Ricercato è egiziano di Finale Ligure
Il quarto indagato sfuggito stamane all'arresto nell'operazione antiterrorismo del Ros perché si trova all'estero è un giovane egiziano di Finale Ligure (Savona) che era partito per un viaggio alcuni giorni fa. Per gli inquirenti l'uomo potrebbe essere all'oscuro dell'indagine che ha permesso di arrestare i tre presenti jihadisti.

I fermati in Lombardia tenevano basso profilo
Conducevano vite normali i presunti jihadisti fermati dai carabinieri del Ros di Genova al termine di un'indagine coordinata dalla Procura antiterrorismo del capoluogo ligure: due erano residenti in Lombardia. Quarantatrè anni, egiziano, macellaio in cassa integrazione, Antar Mustafa A.H. Hachim viveva a Cassano D'Adda (Milano), dove secondo le indagini dei carabinieri conduceva una vita dimessa, senza dare nell'occhio. In rete però, sempre secondo gli investigatori, si muoveva alla ricerca di seguaci dell'Islam radicale pronti a partire per andare a combattere in Nord Africa.

Residente in provincia di Varese, a Tradate, fino a due settimane fa, invece, il 34enne algerino, senza lavoro, Tarek. S., era nel mirino della Digos di Varese da tempo, in quanto fratello di un altro presunto terrorista espulso lo scorso dieci ottobre con un decreto del ministro Angelino Alfano. Lo stesso giorno il reparto investigativo della polizia varesina era andato a casa di Tarek e a seguito di accertamenti lo aveva allontanato da Tradate e portato nel Centro di identificazione di Torino, in attesa di espulsione.

Le due indagini, quella della Digos e quella dei carabinieri dei Ros si sono quindi incrociate e su disposizione della Procura antiterrorismo di Genova questa mattina è scattato il fermo.

La soddisfazione di Alfano
 "Con un'altra importante operazione, oggi, portata avanti dai Carabinieri del Ros, sono stati fermati due cittadini egiziani e uno algerino, accusati di associazione con finalità di terrorismo internazionale, mentre una quarta persona è ancora ricercata. Così, è stata bloccata l'organizzazione di un gruppo egiziano, tra la Liguria e la Lombardia, che sul web diffondeva materiale jihadista e instradava combattenti dal nord Africa in territorio siriano e libico per conto di Daesh".

Lo dichiara il ministro dell'Interno Angelino Alfano che aggiunge: "E' stato un lungo lavoro di indagini investigative, coordinate dalla Procura Distrettuale Antiterrorismo di Genova, che ha consentito di radiografare un'attività di propaganda e proselitismo, che si svolgeva sulla rete non solo attraverso canali riservati, ma ricorrendo a pseudonimi e account fittizi, anche sui piu' diffusi social media. Il nostro lavoro di prevenzione contro la minaccia terroristica, dunque, sta funzionando e continua a dare rilevanti risultati". "Quello di oggi è un successo investigativo di grande importanza - ha sottolineato Alfano che si è congratulato con il Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette -, le nostre leggi antiterrorismo funzionano e la sicurezza dei cittadini, in questo particolare momento in cui nessuno Paese è a rischio zero, è una priorità di questo Governo".