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ECONOMIA

Partita delicata

Tim. Elliott rafforza la posizione e vuole un board indipendente da Vivendi. Cda si oppone

Elliott ha presentato una lista di candidati indipendenti italiani per il Cda dei soci Tim mentre Vivendi ha presentato una rosa di candidati che ricalca il board uscente. Il Cda risponde dichiarando "illegittima" l'integrazione dell'ordine del giorno del 24 aprile e prennunciando azioni legali. Iss è con Elliott e dice: 'Serve cambiamento'

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di Tiziana Di Giovannandrea
Il principale gruppo telefonico del Paese, Telecom Italia, sta vivendo una delicata partita per la futura gestione della società. 

Il fondo statunitense Elliott è salito ancora in Tim, arrivando a detenere una partecipazione complessiva potenziale pari al 13,73 per cento del capitale tra azioni ordinarie per un 8,8 per cento e il 4,93 per cento per le sue opzioni. Vivendi detiene il 23,94 per cento. In una lettera agli investitori Elliott ha chiesto un CdA indipendente che possa mettere in campo azioni e strategie che farebbero raddoppiare in due anni il valore del titolo in Borsa, passando dall'attuale 0,8 agli 1,6 euro per azione nel 2020. 

Elliot: liberare il Cda dai consiglieri di Vivendi
Elliot, nella lettera si è detto sicuro che non ci sarà l'assemblea del 4 maggio per il rinnovo del Consiglio di Amministrazione, in quanto il board sarà ricostituito alla riunione dei soci del 24 aprile. Ribadisce di essere favorevole all'attuale linea di top manager, incluso l'amministratore delegato Amos Genish (voluto da Vivendi assieme a Franco Bernabè come vice presidente con delega alla sicurezza ndr) e sostiene di non puntare al controllo della società ma di volere influire direttamente sulla sua gestione. Per questo vuole liberare il CdA da Vivendi, la cui opera "distrugge il valore" del gruppo. Da qui la richiesta di revocare i sei membri del board in quota Vivendi per sostituirli con i propri che sono Fulvio Conti, Massimo Ferrari, Paola Giannotti De Ponti, Luigi Gubitosi, Dante Roscini, Rocco Sabelli. Elliott ha quindi denunciato il conflitto di interessi dei francesi, propone lo scorporo e la successiva quotazione della società in cui far confluire la rete di Tim. 

La reazione del Cda di Tim: illegittima l'integrazione dell'odg, azioni legali
La controffensiva di Vivendi non si è fatta attendere. Il Consiglio di Amministrazione di Tim, conclusa la riunione in serata, ha ritenuto "a maggioranza illegittima l'integrazione dell'ordine del giorno assembleare del 24 aprile" deliberata dal Collegio Sindacale e di "intraprendere ogni azione legale a tutela dei diritti e degli interessi di tutti i soci e della Società". Decisione presa a maggioranza con il voto contrario di Borsani, Calvosa, Cornelli, Frigerio e Vivarelli. La società - è scritto nella nota - agisce a tutela dei soci. Dunque ci sarà un ricorso d'urgenza al Tribunale di Milano contro la decisione del Collegio Sindacale di integrare l'ordine del giorno dell'assemblea del 24 aprile con la richiesta di Elliott di revocare e sostituire sei consiglieri in quota Vivendi, il primo azionista di Tim con il 23,94% del capitale. 

Collegio Sindacale replica: nostra decisione pienamente legittima
Il Collegio Sindacale di Tim rigetta le "argomentazioni addotte dal Consiglio di Amministrazione a supporto dell'odierna delibera" e "conferma la piena legittimità delle determinazioni dallo stesso assunte". Questa la posizione del Collegio Sindacale di Tim dopo la delibera del CdA che ha giudicato a maggioranza illegittima la decisione del Collegio di accettare l'integrazione dell'odg dell'Assemblea del 24 aprile come chiesto dal fondo statunitense Elliott.

Intanto anche il proxy advisor Iss (Institutional Shareholder Services), l'altro grande consulente dei fondi nelle assemblee delle società quotate, in un report suggerisce agli azionisti di Tim di votare per la rimozione dei consiglieri di Vivendi e la loro sostituzione con quelli proposti da Elliott il 24 aprile. Iss scrive nel rapporto che "a questo punto, Vivendi sembra essere più un peso che una risorsa per Tim". Iss è il secondo proxy, dopo Glass Lewis, a distribuire ai fondi un parere contro Vivendi. 

Per Iss il fondo Usa "ha dimostrato la necessità di un cambiamento nella società" mentre l'elezione dei suoi sei candidati "probabilmente si dimostrerà benefico per il valore a lungo termine degli azionisti", si legge nel report. "Tutti i nomi proposti da Elliott sono candidati indipendenti italiani, alcuni dei quali con significative esperienze in CdA e come amministratori delegati nel campo dei media, delle telecomunicazioni e di società" scrive Iss.

Ai due proxy advisor, che indirizzano il voto dei fondi in assemblea, si è aggiunto l'italiano Frontis. Tutti e tre uniti per espromettere i francesi e suggerire ai fondi soci di Tim di votare per la revoca degli amministratori di Vivendi e per l'integrazione del consiglio con i nomi di Elliott.