ITALIA
Nell'area delle ex Ceramiche senesi
Torrenieri dopo il rave party: scritte sui muri e paese sotto choc. Ora è tutto da ripulire
Il paese toscano dopo il passaggio di centinaia di "raver" che si sono trovati per capodanno nell'ex struttura industriale delle Ceramiche Senesi per festeggiare a base di musica techno, alcol e droga
Scritte sui muri che inneggiano al consumo di droga, spazzatura, vetri rotti, porte divelte: ecco quel che rimane del passaggio delle centinaia di "raver" che si sono trovati per capodanno nell'ex struttura industriale delle Ceramiche Senesi, a Torrenieri, frazione di Montalcino e che ci sono rimasti per 5 giorni, fino a domenica 4 gennaio.
Le proteste degli abitanti
Su Twitter le proteste non si sono fatte attendere: musica techno troppo alta, "persone senza rispetto e senza regole", secondo gli utenti, "paese sotto choc". "Così come sono arrivati, con la stessa rapidità ed organizzazione esperta hanno portato via ogni apparato utile alla logistica: impianto stereo, gruppi elettrogeni e tutto lo smerciabile", ci ha raccontato A.L., abitante di Torrenieri. E adesso tutta l'area è da ripulire e mettere a posto: l'interno e il perimetro limitrofo della zona industriale è completamente devastato da incendi e spazzatura di ogni genere.
Oltre mille partecipanti
Oltre mille partecipanti, nessun problema di ordine pubblico a parte il disturbo della quiete e la violazione di proprietà. Ma i rave sono proprio l'espressione di un disagio sociale che viene dagli anni Ottanta quando in America e in alcune nazioni europee i "raver" erano l'avanguardia di una protesta politica che puntava ad occupare le proprietà private inutilizzate delle grandi aree urbane per la loro autogestione temporanea.
La Taz
Sui gruppi di Facebook che organizzano rave, si trova in modo ricorrente il termine Taz, che è l'acronimo di "zona temporaneamente autonoma", dall'inglese Temporary Autonomous Zone. E' un concetto introdotto nel saggio T.A.Z. Zone temporaneamente autonome del 1991, l'opera più famosa dello scrittore e anarchico Hakim Bey. Il libro descrive la tattica socio-politica del creare temporaneamente degli spazi autogestiti al fine di eludere le strutture e le istituzioni formali imposte dal controllo sociale.
I rave e i controlli
I rave di solito vengono organizzati in rete - ci spiegano i Carabinieri - attraverso mail e social network, così si sceglie il luogo da occupare. Le forze dell'ordine possono agire preventivamente e a volte riescono ad impedire queste feste. Come è successo, ad esempio, nel Parco naturale di San Rossore. Per la notte di Santo Stefano i "raver" avevano organizzato un party in un'area protetta del parco naturale di Migliarino-San Rossore ma l'intervento delle guardie forestali del parco, che hanno sequestrato tutta l'attrezzatura che doveva servire per la festa, ha impedito che migliaia di giovani si radunassero per l'appuntamento musicale post natalizio non autorizzato.
Le proteste degli abitanti
Su Twitter le proteste non si sono fatte attendere: musica techno troppo alta, "persone senza rispetto e senza regole", secondo gli utenti, "paese sotto choc". "Così come sono arrivati, con la stessa rapidità ed organizzazione esperta hanno portato via ogni apparato utile alla logistica: impianto stereo, gruppi elettrogeni e tutto lo smerciabile", ci ha raccontato A.L., abitante di Torrenieri. E adesso tutta l'area è da ripulire e mettere a posto: l'interno e il perimetro limitrofo della zona industriale è completamente devastato da incendi e spazzatura di ogni genere.
Oltre mille partecipanti
Oltre mille partecipanti, nessun problema di ordine pubblico a parte il disturbo della quiete e la violazione di proprietà. Ma i rave sono proprio l'espressione di un disagio sociale che viene dagli anni Ottanta quando in America e in alcune nazioni europee i "raver" erano l'avanguardia di una protesta politica che puntava ad occupare le proprietà private inutilizzate delle grandi aree urbane per la loro autogestione temporanea.
La Taz
Sui gruppi di Facebook che organizzano rave, si trova in modo ricorrente il termine Taz, che è l'acronimo di "zona temporaneamente autonoma", dall'inglese Temporary Autonomous Zone. E' un concetto introdotto nel saggio T.A.Z. Zone temporaneamente autonome del 1991, l'opera più famosa dello scrittore e anarchico Hakim Bey. Il libro descrive la tattica socio-politica del creare temporaneamente degli spazi autogestiti al fine di eludere le strutture e le istituzioni formali imposte dal controllo sociale.
I rave e i controlli
I rave di solito vengono organizzati in rete - ci spiegano i Carabinieri - attraverso mail e social network, così si sceglie il luogo da occupare. Le forze dell'ordine possono agire preventivamente e a volte riescono ad impedire queste feste. Come è successo, ad esempio, nel Parco naturale di San Rossore. Per la notte di Santo Stefano i "raver" avevano organizzato un party in un'area protetta del parco naturale di Migliarino-San Rossore ma l'intervento delle guardie forestali del parco, che hanno sequestrato tutta l'attrezzatura che doveva servire per la festa, ha impedito che migliaia di giovani si radunassero per l'appuntamento musicale post natalizio non autorizzato.