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ITALIA

Estrazione idrocarburi

Trivelle: Consulta boccia i ricorsi delle Regioni

I ricorsi erano stati sollevati per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato promossi nei confronti del Presidente del Consiglio dei ministri, del Parlamento e dell'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione

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Trivelle, piattaforma offshore petrolio
La Corte costituzionale ha dichiarato inammissibili i ricorsi in relazione alle richieste referendarie inerenti alla pianificazione delle attività estrattive degli idrocarburi e alla prorogabilità dei titoli abilitativi a tali attività. Lo scrive la Consulta in una nota.

Il conflitto di attribuzione fra poteri dello Stato, dichiarato inammissibile dalla Corte costituzionale, era stato sollevato da sei Regioni (Puglia, Basilicata, Liguria, Marche, Sardegna e Veneto) con due ricorsi (relativi alla proroga dei titoli sulla terraferma e al piano delle aree) contro l'ordinanza del 7 gennaio 2016 dell'Ufficio Centrale per il Referendum della Cassazione e "per il conseguente annullamento in parte" dell'ordinanza.

I sei Consigli erano tra i dieci che nel settembre 2015 hanno assunto l'iniziativa referendaria contro le norme dei decreti "Sviluppo" e "Blocca Italia" sulla ricerca e sfruttamento di idrocarburi nel sottosuolo terrestre e marino. I quesiti referendari promossi dalle Regioni contro le trivelle erano inizialmente sei. Di questi tre sono stati soddisfatti dalle modifiche introdotte dalla legge di stabilità 2016. Sugli altri due la modifica legislativa adottata dal Governo nazionale è apparsa alle Regioni ricorrenti più una scelta per eludere la richiesta referendaria che per soddisfarne il contenuto.

Oggi però la Consulta ha dichiarato inammissibili i ricorsi perchè serviva il voto di almeno 5 Consigli regionali mentre ad esprimersi è stata solo l'Assemblea legislativa del Veneto. Una decisione che non incide sul referendum del 17 aprile, giorno in cui gli italiani saranno chiamati a votare sul quesito relativo alla durata delle concessioni entro le 12 miglia.

Le Regioni Puglia e Veneto dovrebbero depositare già domani - a quanto si apprende - due ricorsi in via principale per impugnare di fronte alla Corte Costituzionale le norme in materia di trivellazioni sul piano aree e sulle proroghe delle concessioni. Si tratta delle stesse norme su cui oggi la Corte ha deciso l'inammissibilità dei ricorsi per
conflitto di attribuzione supportati da 6 Consigli Regionali.