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ECONOMIA

Trump minaccia l'uscita dal Wto: "Avrebbe conseguenze caotiche"

Il presidente Usa di nuovo contro tutti: in una intervista a Bloomberg torna a paventare l'uscita degli Usa dall'Organizzazione mondiale per il commercio e minaccia nuovi dazi a Ue e Cina

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Donald Trump ancora contro tutti. Il tycoon riapre i vari fronti di guerra commerciale, con effetti negativi sulle Borse del pianeta, già colpite dalle tensioni su Argentina e Turchia. In un solo colpo, con un'intervista a Bloomberg, ha rilanciato la minaccia di uscire dal Wto, ha ventilato nuovi dazi alla Cina per 200 miliardi di dollari e ha bocciato l'offerta europea di azzerare reciprocamente le tariffe sulle auto.

"Se non cambia, mi ritirerò dal Wto", ha promesso, lamentandosi del fatto che l'organizzazione mondiale per il commercio tratta gli Usa iniquamente. Una mossa che manderebbe in tilt il sistema commerciale globale a cui l'America contribuì a dare forma e che evidenzia il conflitto tra le sue politiche protezioniste e il libero commercio regolato dal Wto. Washington ha intanto bloccato la nomina di nuovi giudici nell'organismo del Wto preposto a dirimere le dispute, col rischio di paralizzarne l'attività. L'Ue si era già detta disponibile a riformare il Wto e a settembre il presidente della commissione commercio dell'europarlamento, Bernd Lange, presenterà una proposta per vedere se gli Usa sono realmente interessati a farlo.

Forse le minacce di Trump sono solo un modo per tenere tutti sotto scacco e ottenere risultati migliori negoziando da una posizione di forza, con un'economia che ha messo il turbo, ma le preoccupazioni crescono. Soprattutto in Europa, dove Bruxelles è pronta a rispondere a una eventuale rottura della tregua raggiunta con gli Usa sul fronte dei dazi lo scorso luglio, come ha ammonito il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker in un'intervista alla tv tedesca ZDF, pur sottolineando che alle volte succede che le tregue rischino di saltare ma poi si continua a rispettarle.

Il tycoon non arretra con l'Ue
Giovedì la commissaria al Commercio Ue, Cecilia Malmstroem, aveva spiegato al parlamento europeo che Bruxelles è pronta a rimuovere tutte le tariffe sulle auto e su altri beni industriali se gli Usa facessero lo stesso. L'offerta "non è abbastanza buona", ha replicato Trump, ventilando nuovamente dazi del 25% sulle auto e accusando l'Ue di essere cattiva quanto la Cina sul fronte commerciale, con la differenza che è più piccola. Il tycoon ha osservato che gli europei preferiscono "comprare le loro auto, non le nostre". A questo punto alla Ue non resterebbe che dichiarare il bluff del presidente Usa o fare ulteriori concessioni, magari per riequilibrare il deficit commerciale americano con l'Europa.

La minaccia di nuovi dazi alla Cina
Mentre torna a salire la tensione con l'Europa, Trump non molla neppure con Pechino, contro cui avrebbe deciso di aumentare il livello dello scontro, annunciando gi la settimana prossima una terza ondata di dazi su 200 miliardi di dollari di prodotti made in China. Indiscrezioni che hanno scatenato la reazione negativa di Wall Street e delle altre Borse, mentre la Ford ha annunciato di aver cancellato i piani per importare negli Usa un modello di Focus crossover prodotto in Cina. I rumors arrivano mentre gli Stati Uniti sono impegnati a trattare con il Canada per la sua entrata nell'accordo gi siglato fra Usa e Messico, dando vita a un Nafta 2.0. La scadenza oggi ma i negoziati potrebbero essere stati complicati da alcune indiscrezioni del Toronto Star, secondo cui Trump nella sua intervista a Bloomberg ha rilasciato commenti 'off the record' poco diplomatici, ad esempio che qualsiasi accordo con il Canada sar "totalmente sulla base delle nostre condizioni".

Il Wto avverte: da uscita Usa conseguenze caotiche
Un'uscita degli Stati Uniti dalla Wto avrebbe conseguenze caotiche per l'economia globale e gli Usa, indebolendo le aziende americane. E' l'avvertimento del direttore dell'Organizzazione Mondiale del Commercio, Roberto Azevedo, dopo la minaccia di Donald Trump. Parlando con Bloomberg, Azevedo spiega come ''gli scenari non sarebbero buoni per nessuno'': ''Gli Stati Uniti rappresentano circa l'11% degli scambi commerciali globali. Un'uscita sarebbe un colpo per l'organizzazione, ma sarebbe anche un colpo gli Stati Uniti''.