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ECONOMIA

Mercati internazionali

Turchia, Erdogan avverte gli Usa: basta unilateralismo senza rispetto cercheremo nuovi alleati

Trump ha raddoppiato i dazi su acciaio e alluminio. La lira turca arriva a perdere oltre il 15% contro dollaro ed euro e scatena il contagio tra Borse europee e Paesi emergenti.

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Se gli Stati Uniti non "invertono la tendenza all’unilateralismo e alla mancanza di rispetto saremo costretti a iniziare a cercare nuovi amici e alleati". E' quanto scrive il presidente turco Recep Tayyp Erdogan in un editoriale pubblicato sul New York Times di oggi. "Le azioni unilaterali degli Usa nei confronti della Turchia serviranno solo a minare gli interessi e la sicurezza americani - attacca - Prima che sia troppo tardi - sottolinea Erdogan - Washington deve rinunciare all’idea che le nostre relazioni siano asimmetriche, e accettare il fatto che la Turchia ha alternative". "Negli ultimi sei decenni, la Turchia e gli Stati Uniti sono stati partner strategici e alleati della Nato.

I nostri due paesi erano fianco a fianco contro le sfide comuni durante la Guerra Fredda e in seguito - spiega Erdogan - La Turchia si è precipitata in aiuto degli Stati Uniti ogni volta che fosse necessario. Eppure gli Stati Uniti hanno ripetutamente e coerentemente omesso di comprendere e rispettare le preoccupazioni del popolo turco. E negli ultimi anni, la nostra partnership è stata testata da disaccordi". "Sfortunatamente, i nostri sforzi per invertire questa pericolosa tendenza si sono dimostrati vani. A meno che gli Stati Uniti non inizino a rispettare la sovranità della Turchia e dimostrino di comprendere i pericoli che la nostra nazione deve affrontare, la nostra partnership potrebbe essere in pericolo" conclude.

Ieri la Borsa di Istanbul ha recuperato sul finale di seduta e ha chiuso in perdita del 2,3%, dopo essere scesa anche dell'8,8%. La lira turca è scesa del 16% a 6,6 contro il dollaro.

La valuta turca è sotto attacco per via dei timori sulle politiche economiche del paese, toccando il minimo storico sul dollaro in scia alle crescenti preoccupazioni sulle relazioni con gli Usa e sulla galoppata dell'inflazione, che mette a rischio i piani del governo di arginare il crollo della valuta sui mercati. La lira sta vivendo la peggior settimana dallo scoppio della crisi finanziaria nel 2008.

Il governo turco ha abbassato ieri dal 5,5 al 4% il target di crescita e sta cercando di sistemare le vulnerabilità di un'economia preda di un'inflazione galoppante mentre i rendimenti sui titoli di Stato decennali viaggiano poco sotto il 20%.

Erdogan rassicura: 'Loro hanno i dollari e noi il nostro Dio'
"Non dimenticate questo: se loro hanno i dollari, noi abbiamo la nostra gente, il nostro Dio", ha detto ieri sera Erdogan da Rize. In giornata è previsto un annuncio del ministro delle Finanze e genero del presidente, Berat Albayrak, che dovrebbe rivelare i piani per una "nuova economia" nel tentativo di rassicurare gli investitori.

Intanto il leader turco è tornato a denunciare "le varie campagne" portate avanti contro la Turchia e ha ribadito: "Non dategli credito". "Oggi stiamo meglio di ieri e domani staremo ancora meglio - ha promesso - Non ho dubbi su questo". "Noi lavoriamo sodo", ha aggiunto.

Nelle ultime ore è tornata ad Ankara la delegazione guidata dal neo vice ministro degli Esteri, Sedat Onal, che era in missione a Washington dopo le ultime tensioni esplose con la decisione degli Stati Uniti di imporre sanzioni contro i ministri turchi di Giustizia e Interni in relazione al mancato rilascio del pastore americano Andrew Brunson, arrestato in Turchia nel 2016 con l'accusa di terrorismo e spionaggio e ora agli arresti domiciliari.

Financial Times: Bce preoccupata per le banche
La Bce sarebbe preoccupata per l'esposizione che alcune banche spagnole, francesi e italiane avrebbero in Turchia, alle prese con una difficile crisi finanziaria. Lo scrive il Financial Times ricordando che la lira turca, in un anno, è crollata del 35% nei confronti del dollaro. Gli istituti particolarmente esposti, scrive il quotidiano britannico, sono la spagnola Bbva, l'italiana Unicredit e la francese Bnp Paribas (che controlla l'italiana Bnl). Il meccanismo di vigilanza unico della Bce, l'organismo dell'Istituto centrale che monitora l'attività delle maggiori banche dell'Eurozona, da oltre un paio di mesi sta controllando la situazione. L'Istituto di Francoforte, rivela Ft citando alcune fonti, "non vede ancora la situazione come critica. Ma ritiene Bbva, UniCredit e Bnp Paribas, particolarmente esposte alla luce delle significative operazioni che hanno in Turchia". 

Affonda Milano (-2,51%), crolla Unicredit
Milano è risultata la peggiore d'Europa in una giornata affossata dalla svalutazione della lira turca, che ha registrato un ulteriore peggioramento dopo che Donald Trump ha dato il via libera al raddoppio dei dazi sull'acciaio e all'incremento del 20% sull'alluminio proveniente dalla Turchia. Una tempesta perfetta che ha portato il Ftse Mib a chiudere l'ultima seduta settimanale con un tonfo del 2,51% a quota 21.090 punti; All Share -2,41%. In questo scenario autentico bagno di sangue soprattutto per i bancari, con Unicredit che e' risultato il titolo maggiormente bersagliato dalle vendite a causa della sua maggiore esposizione verso il mercato turco, dove possiede l'istituto Yapi Kredi. Le azioni della banca guidata da Jean Pierre Mustier sono crollate del 4,73% archiviando la sessione a quota 13,7760 euro, con un minimo intraday a 13,5120 euro.

Trump ne approfitta e raddoppia tariffe su acciaio e alluminio dalla Turchia
"Ho appena autorizzato il raddoppio delle tariffe su acciaio e alluminio nei confronti della Turchia, poiché la sua valuta, la Lira turca, si sta rapidamente deprezzando contro il nostro forte dollaro!". Lo ha scritto su Twitter il presidente americano Donald Trump. A scanso di equivoci, il presidente ha ribadito che "adesso per l'alluminio sono al 20% e per l'acciaio al 50%. Di questi tempi, le nostre relazioni con la Turchia non sono buone!".