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MONDO

Nella giornata di ieri anche scontri e violenze con 8 morti

Turchia, Erdogan vince le elezioni amministrative: "Chi ha tradito pagherà"

Netta affermazione del partito del premier nonostante gli scandali e le critiche degli ultimi mesi. L'Akp arriva al 44% e conquista tutte le principali città tranne Smirne. Il maggiore partito di opposizione, il Chp, si ferma al 29%

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Il premier turco Recep Tayyip Erdogan (Ansa)
Ankara (Turchia)
Se si trattava di un referendum sul premier, il risultato delle urne è chiaro: Recep Tayyip Erdogan ha vinto. Mesi di scandali e critiche non hanno inciso più di tanto sul voto: alle amministrative il 44% degli elettori turchi ha scelto il partito del primo ministro, l’Akp. Confortato dall’esito dello scrutinio, davanti a migliaia di sostenitori l’uomo forte del paese ha già lanciato il suo anatema, annunciando che "coloro che hanno tradito la nazione pagheranno”.
 
Il verdetto delle urne
I risultati definitivi si avranno solo fra qualche ora, ma il successo dell’Akp è netto. Quando lo scrutinio era arrivato all’92% dei seggi, i candidati del partito islamico hanno raccolto il 44% dei voti, ben al di sopra del 39% delle amministrative del 2009 e in calo contenuto rispetto allo storico 49,6% conquistato alle politiche del 2011. Il principale partito di opposizione, il Chp, viaggiava invece intorno al 29%. I nazionalisti del Mhp erano al 16%, i curdi del Bdp al 3,6%. Tra le grandi città, l’unica sfuggita al partito del premier è Smirne.

Otto morti in scontri fra clan 
La giornata di ieri è stata macchiata anche da atti di violenza. Nelle province di Hatay e Sanliurfa, vicino al confine con la Siria, si sono verificati degli scontri fra clan schierati con diversi candidati. Il bilancio è di otto morti e almeno venti feriti.

L'attacco ai "traditori" 
Erdogan ha confermato di essere il politico più carismatico del paese ed è riuscito a compattare il suo elettorato storico, musulmano, anatolico e rurale, con una campagna muscolare nella quale ha denunciato un'infinità di "complotti" contro il Paese e contro il suo governo. Potendo contare sull’ampio consenso emerso dalle urne, ha ripreso la sua retorica aggressiva, attaccando l’opposizione è in particolare i “traditori” della confraternita dell'ex alleato Fetullah Gulen. “Non ci sarà uno Stato nello Stato - ha detto – E’ venuto il momento di eliminarli”.