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MONDO

Sospetti su curdi radicali e Isis

Turchia, attentato Ankara: fermate 18 persone. Autorità turche: seconda kamikaze legata al Pkk

L'attentato non è al momento stato rivendicato; stando alle autorità turche uno degli almeno due attentatori, una donna, avrebbe avuto dei legami con il Partito Curdo del Lavoratori. Il governo di Ankara ha puntato il dito contro i curdi e ha bombardato obiettivi del Pkk nel nord dell'Iraq 

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La polizia turca ha fermato 18 persone, sospettate di essere coinvolte nell'attentato suicida avvenuto ieri ad Ankara dove un'autobomba ha ucciso 37 persone e ne ha ferite oltre 120. I fermi sono avvenuti nei pressi della frontiera con la Siria, precisamente a Sanliurfa, capoluogo dell'omonima provincia nell'Anatolia sud-orientale. Le persone fermate sono accusate di avere legami con i due presunti kamikaze. Tra i fermati ci sono anche familiari di almeno uno dei sospetti attentatori. 

Stando all'agenzia di stampa ufficiale 'Anadolou', gli inquirenti hanno agito sulla base di una soffiata secondo cui l'auto imbottita di esplosivo e impiegata per l'attentato suicida sarebbe stata acquistata proprio in una concessionaria di tale città, abitata in maggioranza da curdi. Alcune persone arrestate sono infatti impiegati della concessionaria dove i kamikaze si sarebbero procurati la bmw bianca usata per l'attacco. Le persone fermate verranno portate ad Ankara per essere interrogate.

L'attentato non è al momento stato rivendicato; stando alle autorità turche uno degli almeno due attentatori, una donna, avrebbe avuto dei legami con il Partito Curdo del Lavoratori (Pkk) e sarebbe stata identificata grazie alle impronte digitali come Seher Cagla Demir. Pur non essendoci stata finora una rivendicazione, il governo di Ankara ha puntato il dito contro i curdi per l'attentato e le forze aeree turche hanno bombardato obiettivi del Partito dei Lavoratori del Kurdistan (Pkk) nel nord dell'Iraq poche ore dopo lo scoppio dell'autobomba che ha colpito la capitale turca Ankara. 

In azione nel nord dell'Iraq nove caccia F16 e due F4 hanno, che hanno colpito "con precisione" 18 postazioni ribelli, tra rifugi e depositi armi, nella regione del monte Kandil, dove si trova il comando del gruppo separatista curdo, secondo quanto riferisce un comunicato dell'esercito turco. 

Quello avvenuto ieri ad Ankara è il terzo attentato suicida con decine di morti in 5 mesi in Turchia. Le modalità di quest'ultima azione ricordano da vicino quelle dell'autobomba del 17 febbraio scorso, che aveva provocato 29 morti, prendendo però di mira mezzi militari. Domenica sera, invece, a essere colpita è stata una zona piena di civili.