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MONDO

Lo rende noto l'ufficio del primo ministro di Ankara

Turchia, seconda notte di raid: bombardate nella notte postazioni del Pkk in Iraq e Isis in Siria

Jet F16 turchi sono decollati dalla base di Diyarbakir per una nuova ondata di raid al confine con l'Iraq dove sono presenti diverse sedi del PKK, il partito dei lavoratori curdi da sempre ostile al governo turco. I caccia hanno colpito tre postazioni dell'Isis vicino alla frontiera senza violare lo spazio aereo siriano.

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Ankara
Questa notte i caccia turchi hanno bombardato sette postazioni del Pkk nel nord dell'Iraq e colpito obiettivi dell'Isis nel nord della Siria. Per l'aviazione turca si tratta della seconda notte di raid. Lo ha reso noto l'ufficio del primo ministro di Ankara. Dopo aver colpito l'Isis in Siria, la Turchia ha quindi sferrato un attacco contro i separatisti curdi, accusati di una serie di attentati seguiti alla strage di lunedì scorso a Suruc, quando un kamikaze jihadista aveva ucciso 32 militanti socialisti turchi e curdi. Nei raid contro il Pkk sono stati colpiti rifugi, depositi di armi dei separatisti curdi e altre strutture "logistiche" in aree mirate, inclusi i monti Qandil dove ha sede il comando del partito. 

Seconda notte di raid
Jet F-16 sono decollati dalla base di Diyarbakir verso il confine con l'Iraq  dove sono presenti numerose basi del PKK, partito da sempre ostile ad Ankara. L'operazione segue quella della scorsa notte, quando la Turchia ha rotto gli indugi e dopo mesi di riserve si è unita alla campagna aerea della Coalizione internazionale anti-Isis, guidata dagli Usa, bombardando postazioni jihadiste in Siria, offrendo le sue basi nel sud del Paese alla stessa Coalizione (tra cui quella fondamentale di Incirlik) e affermando che queste azioni fanno parte di un'iniziativa più articolata e non limitata ai raid odierni.

Vasta operazione "antiterrorismo" anche a Istanbul e in 12 altre regioni del Paese: fermate circa 300 persone sospettate di essere affiliate all'Isis e al Partito dei lavoratori curdi (Pkk) e al DHKP-C, un movimento di estrema sinistra considerato illegale dal governo. Un'attivista del DHKP-C è stata uccisa dalla polizia a Istanbul, secondo l'agenzia turca Anadolu.

Il premier Ahmet Davutoglu ha precisato che 37 dei 290 fermati sono stranieri, ma non ha precisato a quale nazionalità appartengano. Negli ultimi sei mesi, le autorità turche avevano arrestato oltre 500 persone accusate di essere affiliate allo Stato islamico in Turchia. La tensione in Turchia era salita improvvisamente nei giorni scorsi dopo l'uccisione di 32 persone a Suruc, cittadina vicina al confine con la Siria, in un attentato suicida rivendicato dall'Isis. Molte delle vittime erano curde e la loro morte aveva scatenato la rabbia di chi accusa Ankara di non fare abbastanza per fermare gli attacchi dei jihadisti.

Fonti governative di Ankara hanno affermato che tre caccia hanno colpito tre postazioni dell'Isis vicino alla frontiera senza violare lo spazio aereo siriano. Il premier Davutoglu ha smentito che la Turchia avrebbe informato le autorità siriane prima di compiere i raid. Dallo scoppio delle violenze in Siria, scaturite poi in una guerra intestina con conseguenze regionali e internazionali, la Turchia ha sempre sostenuto le opposizioni armate al governo di Damasco.