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MONDO

Pesantissimo il calo della Borsa di Istanbul

Turchia, crolla la Lira dopo ribaltone alla Banca centrale. S&P: riserve valutarie vicino allo zero

Quattro mesi di guadagni bruciati in pochi minuti: è stata durissima la risposta dei mercati all'ennesimo colpo di mano di Erdogan alla Banca centrale di Turchia, con la cacciata venerdì notte del governatore rigorista, Naci Agbal

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Quattro mesi di guadagni bruciati in pochi minuti. È stata durissima la risposta dei mercati all'ennesimo ribaltone deciso dal presidente Recep TayyipErdogan alla Banca centrale di Turchia, con la cacciata venerdì notte del governatore rigorista Naci Agbal, nominato nel novembre scorso proprio per risollevare le sorti di un'economia in pericolosa caduta.

All'apertura settimanale dei mercati valutari, la lira turca ha ceduto il 15% rispetto a euro e dollaro, tornando a un passo dai minimi storici toccati prima della nomina di Agbal e della contemporanea uscita di scena del discusso ministro delle Finanze Berat Albayrak, genero di Erdogan.

Pesantissimo è stato anche il calo della Borsa di Istanbul, che ha più volte sospeso le negoziazioni, con un crollo finale del suo indice di quasi 10 punti. La lira ha invece leggermente recuperato nel corso della giornata, che resta comunque tra le più negative della storia recente per l'economia di Ankara.

"Non ci sarà assolutamente alcun allontanamento dal meccanismo del libero mercato. Continueremo con determinazione a implementare il sistema di libero scambio", si è affrettato a promettere stamani il ministro delle Finanze, Lutfi Elvan, nel tentativo di rassicurare gli investitori. Ankara, ha sottolineato, continuerà la sua lotta contro l'inflazione, che a febbraio ha raggiunto il 15,6%, il triplo degli obiettivi della Banca centrale. Parole già pronunciate ieri dal nuovo banchiere centrale Sahap Kavcigolu - il terzo in 20 mesi - senza evidentemente riuscire a convincere i mercati.

A pesare di più è stato il curriculum da economista poco ortodosso dell'ex deputato dell'Akp di Erdogan, che delle colonne del quotidiano filo-governativo Yeni Safak difendeva a spada tratta la campagna presidenziale contro i tassi d'interesse, definiti dal capo dello stato "la madre e il padre di tutti i mali". Una linea ignorata invece dal governatore uscente, che la scorsa settimana aveva alzato ulteriormente di 200 punti base il costo del denaro, portandolo al 19%, con l'obiettivo di contrastare l'aumento del costo della vita e stabilizzare l'economia. Le sue mosse avevano ridato fiducia agli investitori, ma al presidente non è bastato.   Per l'ex zar dell'economia turca Ali Babacan, potente ministro nei primi anni di Erdogan e oggi leader del partito di opposizione Deva, Agbal potrebbe aver pagato anche la volontà di far luce sui 130 miliardi di riserve di valuta straniera bruciati prima del suo mandato, nel vano tentativo di tenere in piedi la lira.

Turchia: S&P, riserve valutarie Banca Centrale vicino a zero Lira turca resterà sotto pressione   (ANSA) - MILANO, 22 MAR - "I recenti cambiamenti evidenzianoancora una volta la limitata indipendenza operativa della BancaCentrale della Turchia (Cbrt) e la scarsa prevedibilità generaledella politica economica. La posizione della bilancia deipagamenti della Turchia rimane debole con le riserve valutarienette della Cbrt vicine allo zero", è il commento di S&P GlobalRatings dopo il ribaltone al vertice della Banca centrale turcadeciso dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan, accolto daimercati con un crollo della Borsa di Istanbul e della liraturca."La probabile inversione degli afflussi di non residenti inTurchia degli ultimi mesi metterà sotto pressione la lira turca,con un impatto negativo sull'inflazione e sul settore corporatenazionale" prosegue l'analisi di S&P secondo cui "uno deifattori chiave da osservare nel breve termine, a nostro avviso,è il comportamento dei depositanti nazionali residenti e seconvertono sempre più in valuta estera in risposta agli ultimisviluppi, il che potrebbe portare a ulteriori pressioni. Lebanche turche hanno anche 37 miliardi di dollari di passivitàesterne sotto forma di depositi di non residenti.  Anche se irischi sono elevati, i controlli sui capitali non sono il nostroscenario di base."