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MONDO

Turchia

Stuprata e data alle fiamme, sale la protesta. Erdogan:"Violenza sulle donne ferita sanguinante"

In tutto il paese, donne vestite di nero manifestano per la morte di Ozgecan Aslan, la studentessa di 20 anni violentata, pugnalata a morte e poi bruciata. Erdogan: "Seguirò personalmente il caso in modo che ai colpevoli venga inflitta la pena più severa"

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Ankara Protesta Morte Aslan (AP)
Turchia
In tutta la Turchia donne si sono vestite di nero per protestare contro la brutale uccisione di Ozgecan Aslan, una studentessa di 20 anni stuprata, pugnalata a morte e poi data alle fiamme la scorsa settimana a Mersin. Le proteste sono state particolarmente accese proprio a Mersin, città natale della giovane donna, dove i resti carbonizzati di Aslan sono stati trovati sulle sponde di un fiume.
 
Dalla scoperta del corpo le proteste non si sono placate, con marce in strada a cui hanno preso parte anche studentesse di liceo, che hanno manifestato contro le violenze sulle donne. Sui Social Network come Twitter, Instagram e Facebook, migliaia di donne hanno pubblicato foto in cui sono vestite di nero per segnalare la loro opposizione alla violenza di genere. "Siete contrari alla violenza contro le donne? Vestitevi di nero oggi in onore di Ozgecan Aslan, brutalmente uccisa e poi bruciata in Turchia", recita la campagna su Twitter.

Secondo alcuni testimoni, l'autista 26enne di un minibus su cui Aslan viaggiava la scorsa settimana cercò di violentarla. La studentessa ha reagito usando una spray al peperoncino e l'uomo l'ha allora prima pugnalata e poi colpita con una barra di ferro fino a ucciderla. In seguito l'uomo ha chiamato il padre e un amico perché lo aiutassero a liberarsi del corpo, bruciandolo e gettandolo nel fiume di Mersin, dove è avvenuto l'episodio.
 
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha commentato "Seguirò personalmente il caso in modo che ai colpevoli venga inflitta la pena più severa. Sto già seguendo la vicenda, la violenza contro le donne è una ferita sanguinante nel nostro Paese". 

Le associazioni femminili hanno comunque accusato il partito al potere, il partito per la Giustizia e lo sviluppo (Akp) di non fare nulla contro la violenza sulle donne e, durante una manifestazione tenuta ieri, una folla di dimostranti ha chiesto le dimissioni della ministra della Famiglia e delle politiche sociali Aysenur Islam.