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MONDO

Ankara

Turchia, il governo ritira la legge sulle spose bambine

Dietrofront dopo la valanga di reazioni suscitate dalla controversa proposta di legge intesa ad abolire la condanna dei responsabili di abusi sessuali nei confronti delle minorenni, sposando la vittima. L'Esecutivo ha rilanciato: riformuleremo. Ma le donne turche insistono: la legge va abolita e basta

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Dopo la valanga di reazioni suscitate dalla controversa proposta di legge intesa ad abolire la condanna dei responsabili di abusi sessuali nei confronti delle minorenni sposando la vittima, il governo ha fatto dietrofront. Il primo segnale l'aveva dato ieri in serata il presidente Recep Tayyip Erdogan affermando di ritenere "molto utile una risoluzione del problema che tenga conto delle critiche e delle proposte provenienti da tutti i settori del governo e della società". Il testo sottoscritto da sei deputati del Partito della giustizia e dello svilupo (AKP) era passato in prima lettura giovedì scorso, ma in mancanza di 184 voti (un terzo dei seggi dell'assemblea) necessari per l'approvazione era stato rinviato ad una seconda lettura per oggi. Stando alle parole del primo ministro Binali Yildirim, la proposta verrà rielaborata alla commissione Giustizia "per tenere conto delle opinioni di tutti e risolvere la questione".

Dalle femministe alle islamiste, il 'no' delle donne turche
"Non vogliamo che la proposta sia riformulata, ma che venga completamente ritirata", ha affermato Sunay Karamik, presidente dell'Associazione per sostenere le candidate politiche (Kader). Lo scorso luglio la Corte costituzionale ha annullato un articolo del codice penale che puniva come "abuso sessuale" qualunque atto sessuale che coinvolgesse un minore di 15 anni, stabilendo che nel valutare la pena fosse necessario considerare l'età della vittima e la sua consensualità. Per Karamik "il rischio di vedere abbassata a 12 anni la soglia per essere considerati consenzienti" è ancora in atto. Tuttavia la valanga di reazioni delle donne scese nelle strade di diverse città turche e le critiche dell'opposizione sembrano avere momentaneamente raggiunto l'obiettivo. Ma a criticare la proposta non sono state solo le femministe o le donne che si riconoscono nell'ala kemalista del Paese, bensì anche i circoli di donne filo Akp. A partire dall'Associazione per la donna e la democrazia Kadem, la cui vicepresidente risulta essere proprio Sumeyye Erdogan Bayraktar, figlia del presidente Erdogan. Erdogan figlia aveva infatti espresso scetticismo riguardo alle rassicurazioni del ministro della Giustizia Bekir Bozdag, il quale ha sottolineato che la misura era intesa a "proteggere i bambini" e che si sarebbe applicata solo nei casi in cui l'atto è compiuto senza "uso di forza, minacce o altre restrizioni del consenso". "Anche se non si fosse in presenza dell'uso della forza o delle minacce come si potrà mai stabilire 'la volontà' di una bambina?" aveva affermato Bayraktar.

Molto più netta la posizione della giornalista Ayse Bohurler, tra le fondatrici dell'AKP, la quale su Twitter aveva scritto che la proposta avanzata "non è nè legale e nemmeno aderente ai principi dell'Islam. nell'Islam l'abuso sessuale è peccato, è reato () Difendere il giusto dell'Islam è difendere il diritto delle bambine. Per questo motivo non riesco a comprendere le posizioni che sostengono la proposta in nome di una presunta sensibilità islamica", aveva commentato la giornalista aggiungendo che "ritirare la proposta è la cosa più saggia da fare".

Le "spose bambine", una piaga della società turca
"La normativa turca prevede che un abuso sessuale rivolto al minore che abbia meno di 15 anni presupponga implicitamente una violenza", è "assurdo parlare di "consenso del minore", sottolinea l'avvocato Hurrem Sonmez. La giurista ricorda inoltre come i sostenitori di questa proposta, che vorrebbero apparire liberali e tolleranti quando si tratta di promuovere il matrimonio delle minorenni, sono gli stessi che condannanno le coppie adulte che convivono senza essere sposate. La legge turca fissa a 18 anni l'età per il matrimonio, e a17 se c'è il permesso dei genitori. Tuttavia, esiste una certa contraddizione nella definizione del "minore" nella legislazione turca. Mentre la Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia del 1989, di cui la Turchia è firmataria, vieta il matrimonio prima dei 18 anni, nel Codice civile l'età legale per il matrimonio è fissata a 17, ma il Codice penale definisce "bambino/a" solo chi ha meno di 15 anni.

Poco importa l'età fissata dalla legge per dare in moglie una figlia a un uomo, anche anziano, se la famiglia ha un debito da pagare o c'è di mezzo una faida. Per questo motivo sono numerose le minorenni che continuano a essere date in moglie prima del compimento della maggiore età, posizionando la Turchia al primo posto in Europa e terzo nel mondo per quanto riguarda il fenomeno delle "spose bambine". Secondo i dati dell'Istituto di statistiche turco (TUIK) per il 2015, le minorenni sposate a 16 e 17 anni sono oltre 31mila e 330. Ma si tratta di matrimoni ufficiali, che non tengono conto di tutte le unioni "religiose" - senza valore legale - e che non vengono registrate. Secondo una ricerca condotta in 23 città dall'Associazione Kamer, attivo nel sudest turco a maggioranza curda dove il fenomeno è più diffuso, il 51% delle donne che vivono in queste zone sono state date in moglie prima dei 18 anni. Il 32,5% delle intervistate ha avuto un bambino tra i 10 e i 15 anni (per il 4%) e tra i 16 e i 18 anni (per il 28%). Se risulta dunque necessario contrastare con urgenza questo fenomeno, una eventuale depenalizzazione del reato d'abuso sessuale sui minori rischia di fatto di legalizzare questa piaga della società turca. Se il governo ha fatto una reale marcia indietro su questo punto lo si vedrà con la nuova proposta che "raccoglierà il consenso di tutti".