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MONDO

Nella provincia di Diyarbakir, teatro di scontri con il Pkk curdo

Turchia, reporter britannici di 'Vice' arrestati per "terrorismo". Ue chiede inchiesta trasparente

Appelli per il loro rilascio dal rappresentante dell'Osce per la libertà di stampa, Dunja Mijatovic, da Amnesty International, Committee to Protect Journalist e Pen International. Proprio oggi il quotidiano di opposizione, Sozcu, è uscito con editoriali in bianco per protesta contro la censura

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Reporter Jake Hanrahan Vice news isis (Twitter/ @Jake_Hanrahan)
Turchia
Sono formalmente in stato d'arresto in Turchia con l'accusa di "sostegno a un'organizzazione terroristica" i due giornalisti britannici di Vice News e il loro collaboratore locale fermati giovedì sera nella provincia sudorientale di Diyarbakir, teatro di scontri con il Pkk curdo. Un tribunale locale ha accusato il reporter Jake Hanrahan e il cameraman Philip Pendlebury insieme con il loro interprete locale in base alla legge antiterrorismo, negandone la scarcerazione in attesa di giudizio. L'autista, fermato con loro, sarebbe invece stato rilasciato. 

Preouccupazione è stata espressa dalla portavoce Ue per gli affari esteri Maja Kocijancic che si è detta "preoccupata per i recenti arresti" ricordando "l'importanza della presunzione di innocenza e il diritto a un'inchiesta indipendente e trasparente". La Turchia, come ogni paese candidato, "deve garantire il rispetto dei diritti dell'uomo, compresa la libertà di espressione".

Il responsabile per la programmazione europea di Vice News, Kevin Sutcliffe, ha definito le accuse "infondate e false in modo allarmante" allo scopo di "intimidire e censurare", mentre appelli per il loro rilascio erano giunti già nei giorni scorsi dal rappresentante dell'Osce per la libertà di stampa, Dunja Mijatovic, oltre che da organizzazioni non governative come Amnesty International, Committee to Protect Journalist e Pen International.


 Dopo la decisione del tribunale il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Mark Toner, ha invitato la Turchia a "garantire che le loro azioni rispettino i valori democratici universali, incluso il giusto processo, la libertà di espressione e l'accesso ai media e alle informazioni".

Un episodio che conferma la politica restrittiva del presidente Erdogan nei confronti della stampa. Proprio oggi un noto quotidiano di opposizione, Sozcu, è uscito con editoriali in bianco per protesta contro le intimidazioni subite dai suoi giornalisti negli ultimi mesi. In particolare Sozcu sottolinea di aver subito in questo periodo 57 processi e 67 denunce, con decine di editorialisti finiti sotto accusa.