Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Turchia-spari-municipio-Istanbul-Erdogan-evoca-pena-morte-per-golpisti-Occidente-dice-no-dbe83e00-42e8-4edc-8ee4-6f4ecddcb454.html | rainews/live/ | true
MONDO

Alta tensione dopo il fallito golpe

Turchia, spari a municipio Istanbul. Erdogan evoca pena morte per golpisti ma l'Occidente dice "no"

Almeno 2 persone hanno aperto il fuoco nella sede della municipalità di Sisli, nel centro di Istanbul, ferendo alla testa il vicesindaco che è poi morto in ospedale. Ue e Usa esortano la Turchia al rispetto dello stato di diritto

Condividi
Resta alta la tensione in Turchia dopo il tentato golpe del 15 luglio.  Almeno 2 persone hanno aperto il fuoco nella sede della municipalità di Sisli, nel centro di Istanbul, ferendo alla testa il vicesindaco, Cemil Candas, morto in ospedale. Lo riporta l'agenzia statale Anadolu, secondo cui almeno uno degli assalitori è stato arrestato.

Continuano intanto le purghe di presunti golpisti volute dal presidente Recep Tayyip Erdogan in seguito al fallito colpo di stato dell'esercito di venerdì, con l'arresto di oltre 7.500 persone, tra militari, funzionari e giudici.

Le autorità hanno inoltre introdotto una nuova regolamentazione che vieta l'espatrio ai dipendenti pubblici, con alcune eccezioni per alcuni passaporti speciali, che necessiteranno comunque della previa approvazione dell'istituzione presso cui si lavora. Lo riporta la tv Ntv. Secondo alcune stime, il provvedimento riguarderebbe quasi il 5% della popolazione turca.

Ue e Usa esortano al rispetto dello stato di diritto
Da Bruxelles Stati Uniti e Unione europea hanno messo in guardia Ankara sulla tentazione di mettere in campo una repressione generalizzata e hanno esortato le autorità turche a rispettare "lo stato di diritto" evitando la "vendetta" .

"Chiediamo con fermezza che il governo della Turchia mantenga la calma e la stabilità in tutto il Paese e inoltre esortiamo l'esecutivo turco a mantenere i più alti standard di rispetto delle istituzioni democratiche della nazione e dello stato di diritto", ha dichiarato il segretario di stato Usa John Kerry nel corso di una conferenza stampa dopo l'incontro con i ministri degli Esteri Ue. Kerry ha aggiunto che "il livello di vigilanza sarà alto nei prossimi giorni" per controllare la situazione in Turchia.

Durissima la presa di posizione della Germania, che si è scagliata contro "episodi rivoltanti di giustizia arbitraria e di vendetta" nei confronti di soldati sospettati di aver partecipato al tentato. "Abbiamo visto nelle prime ore dopo il fallimento del golpe delle scene raccapriccianti di arbitrio e di vendetta contro i soldati in mezzo alla strada", ha detto Steffen Seibert, il portavoce della cancelliera Angela Merkel, aggiungendo: "Un simile fatto è inaccettabile".

Erdogan evoca la pena di morte. L'Occidente dice 'no'
A tre giorni dal tentativo di colpo di stato in cui sono morte 308 persone, di cui un 100 golpisti, e sono stati arrestati 7.543 sospetti, di cui 6.038 militari, 755 magistrati e 100 poliziotti, e altri 8.000 poliziotti sono stati sospesi, Erdogan ha ribadito la sua intenzione di vagliare l'introduzione della pena di morte. Una questione su cui l'Occidente ha detto il suo categorico no.

"Nessun Paese può diventare Stato membro dell'Ue se introduce la pena di morte nel proprio ordinamento, e questo è chiaro", ha detto l'Alto Rappresentante per la Politica estera e di sicurezza comune dell'Ue, Federica Mogherini, commentando l'ipotesi. "Nelle ore difficili" del tentato golpe "noi siamo stati i primi a sottolineare che le istituzioni legittime in Turchia dovevano essere protette, ma questo non deve costituire una scusa per portare il Paese fuori dallo stato di diritto e dai diritti fondamentali, e su questo saremo estremamente vigili, non nell'interesse dell'Ue o dei negoziati con la Turchia, ma per il bene della Turchia stessa e del popolo turco".

Una dichiarazione a cui ha fatto eco la cancelleria di Berlino. "Reintrodurre la pena di morte in Turchia significherebbe la fine dei negoziati per l'adesione all'Ue", ha detto Seibert.

Il premier turco Binali Yildirim ha tentato di ridimensionare i timori dell'Europa, promettendo che i fautori del colpo di stato in Turchia "ne daranno conto" ma "nel quadro del diritto". Tuttavia ha poi aggiunto che sull'introduzione della pena di morte "la richiesta da parte del popolo per noi è un ordine. Non sarebbe giusto agire guidati dalla fretta, ma non possiamo ignorare quanto ci viene chiesto dai nostri cittadini". In ogni caso "è necessario un passaggio parlamentare" ha spiegato Yildirim. "Si tratta di una questione che deve essere deliberata dal Parlamento poiché richiede una modifica costituzionale".

Tensione con gli Usa per l'estradizione di Gulen
Un altro punto caldo nei rapporti tra Ankara e Washington è quello che riguarda l'imam Fetullah Gulen, attualmente in esilio negli Stati Uniti e accusato da Erdogan di aver fomentato il golpe. Il presidente turco ha chiesto a Washington la consegna dell'anziano predicatore.

"Invito il ministero degli Esteri affinché si accerti che in qualsiasi documento e richiesta verrà inviata agli Usa, vengano mandate prove e non accuse - ha dichiarato Kerry rispondendo all'annuncio di una richiesta di estradizione da parte del presidente turco - Abbiamo bisogno di vedere delle prove autentiche che rispettino gli standard minuziosi che esistono in molti Paesi che rispettano il sistema di estradizione".

Ieri il dipartimento di stato Usa aveva reso noto che Kerry, parlando con il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, aveva rigettato "le insinuazioni o affermazioni pubbliche a proposito del ruolo che gli Stati uniti avrebbero potuto avere nel tentativo abortito di colpo di stato" definendole "assolutamente false e nocive per le relazioni bilaterali".