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MONDO

590 arresti nelle retate antiterrorismo

Turchia, nuova ondata di raid contro Pkk e Isis

C'è stata un'altra ondata di attacchi aerei contro i separatisti del PKK, il partito dei lavoratori curdi da sempre ostile al governo turco, e contro obiettivi Isis in Siria. Il PKK sul suo sito: "Tregua rotta, non ha più senso"

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Ankara
Le forze turche hanno lanciato una terza ondata di raid aerei e di attacchi d'artiglieria contro obiettivi dell'Isis in Siria e un secondo attacco contro le postazioni del Pkk in Iraq: lo ha riferito il premier di Ankara, Ahmet Davutoglu, aggiungendo che sono 590 gli arresti eseguiti nell'ambito delle retate antiterrorismo nel Paese. "Queste persone - ha aggiunto - sono legate a organizzazioni terroristiche e sono state arrestate perché rappresentano un pericolo potenziale". Tra gli arrestati anche una militante dell'Isis pronta a immolarsi come kamikaze. La donna, finita in manette all'alba a Konya, nell'Anatolia centrale, era comparsa insieme ad altre due in una serie di video in cui si dicevano "pronte al martirio". 

Il premier turco si è detto pronto a nuovi attacchi. Immediata la replica del Pkk che sul suo sito scrive che "la tregua non ha più senso dopo questi intensi raid aerei dell'esercito turco occupante". La tregua era in corso dalla primavera del 2013, quando si è aperto un difficile processo di pace tra Ankara e il Pkk.

In riferimento agli attacchi agli obiettivi Isis il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, ha affermato che le aree del nord della Siria liberate dal controllo dell'Isis diventeranno "zone di sicurezza" in grado di accogliere gli sfollati: "Le zone di sicurezza - ha precisato Cavusoglu - si formeranno in modo naturale una volta che quelle aree saranno liberate dalla minaccia dell'Isis". "Abbiamo sempre sostenuto la necessità di zone di sicurezza e di No fly zone in Siria, gli sfollati potranno trovare rifugio in queste zone". 

Nella notte nuovi raid
I raid sono successivi a quelli avvenuti nella notte quando i caccia turchi hanno bombardato sette postazioni del Pkk, il Partito dei lavoratori curdi da sempre ostile al governo di Ankara. I separatisti curdi sono accusati di una serie di attentati seguiti alla strage di lunedì scorso a Suruc, quando un kamikaze jihadista aveva ucciso 32 militanti socialisti turchi e curdi.  Nei raid sono stati colpiti rifugi, depositi di armi dei separatisti e altre strutture "logistiche" in aree mirate, inclusi i monti Qandil dove ha sede il comando del partito nel nord dell'Iraq. Poi i caccia hanno colpito obiettivi dell'Isis nel nord della Siria. 

Vietata per domani marcia della pace
La prefettura di Istanbul, per evitare contestazioni contro i bombardamenti in Siria e Iraq, ha vietato la Marcia della Pace che si sarebbe dovuta svolgere domani nella città sul Bosforo per iniziativa del Blocco per la Pace, un'associazione pacifista e ambientalista. Il divieto è stato motivato con il fatto che il percorso non viene giudicato "idoneo" e rischierebbe di creare problemi alla circolazione e alla sicurezza, alla luce delle numerose "provocazioni" succedutesi dopo la strage di lunedì scorso a Suruc. Gli organizzatori hanno però replicato che la manifestazione ci sarà ugualmente. La polizia turca ha già disperso con gas lacrimogeni e cannoni ad acqua circa 1000 manifestanti radunati nella capitale Ankara per protestare contro gli attacchi turchi in Siria e in Iraq.