Original qstring:  | /dl/archivio-rainews/articoli/Turismo-2020-Covid-elimina-1-posto-di-lavoro-su-4-studio-Federalberghi-Bernabo-Bocca-Fipe-Inps-000ab32d-faf4-40ca-a457-f4623bdf5ba4.html | rainews/live/ | true
ECONOMIA

Indagine

Turismo, il Covid ha eliminato un posto di lavoro su quattro

Condividi
di Tiziana Di Giovannandrea
Lo scorso anno un dipendente del turismo su quattro ha perso la propria occupazione. Lo denuncia uno studio realizzato da Federalberghi e Fipe assieme a l'Ebtn-l'Ente Bilaterale Nazionale per il Turismo. L'analisi si è basata su dati forniti dall'Inps.

Nell'indagine viene messo in evidenza come l'emorragia di  professionalità rischi di compromettere la ripresa. Il settore turistico italiano prima della pandemia da Covid-19 valeva il 13% del Pil e a pagare il conto più duro, nel corso del 2020, sono stati i lavoratori, specialmente le donne, i giovani, gli stranieri e gli stagionali. Dopo anni di crescita gli occupati sono passati dalla cifra record di 1,3 milioni del 2019 ai soli 953 mila del 2020. In un solo anno di pandemia si è tornati indietro alle cifre del 2011.

Il calo peggiore ha riguardato chi aveva contratti a tempo determinato o stagionali: tra questi uno su tre ha perso il lavoro. La crisi ha colpito maggiormente le donne (183 mila occupate in meno rispetto al 2019), giovani e stranieri: infatti, queste ultime due categorie hanno visto ridursi l'occupazione del 30% e le giornate lavorate del 40%.

Il numero delle aziende turistiche con lavoratori dipendenti è pari a 168.535, mentre nel 2019 era 200.388 (media annua), di queste 21.810 appartengono al comparto ricettivo, 142.351 ai pubblici esercizi, 4.004 all'intermediazione, 221 al comparto termale e 149 ai parchi di divertimento.

Federalberghi parla di vera e propria "devastazione" e spiega come nel 2020 le giornate retribuite siano diminuite del 38% e 200 mila posizioni di lavoro stagionale e 150 mila a tempo indeterminato siano state polverizzate. "Questa emorragia di professionalità rischia di compromettere le capacità di ripresa del settore - dice il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca - e di causare una crisi sociale profonda. Occorre creare le condizioni per recuperare i livelli occupazionali ante-Covid, intervenendo principalmente sul costo del lavoro". "Le misure adottate con il nuovo Decreto Sostegni vanno in questa direzione - ha concluso Bocca - ma occorreranno ulteriori sforzi per raggiungere l'obiettivo del pieno rilancio del settore". 

"Sappiamo - afferma l'Ebnt-l'Ente Bilaterale Nazionale per il Turismo - che per sostenere l'occupazione è già stato fatto tanto: basti pensare che da aprile 2020 a febbraio 2021, sono state autorizzate 55 milioni di ore di cassa integrazione in media al mese solo per alberghi e ristoranti, ma l'intero settore turistico chiede al Governo di agire in fretta per evitare che il 2021 aggravi ulteriormente la situazione. La stagione invernale e le vacanze pasquali sono completamente saltate. Il calendario ha cancellato anche i ponti primaverili. Speriamo che l'estate sia il momento buono per ripartire, ma senza il sostegno del Governo le imprese turistiche non arriveranno alla tanto agognata meta".