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MONDO

Il risvolto economico della crisi ucraina

Piccole imprese con gli europeisti, oligarchi con il governo

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Come si dividono le forze economiche ucraine nella crisi che fa vacillare il regime di Yanukovich? Le piccole e medie imprese sostengono, anche finanziariamente, le proteste. Lo afferma un sondaggio del quotidiano economico-finanziario russo RBC (Rusbusinessconsulting) Daily. 

L'interesse degli intervistati sulle barricate è in primo luogo rivolto al rovesciamento di Yanukovich. Si chiedono poi le dimissioni del governo, le elezioni presidenziali anticipate e l’abolizione delle “leggi dittatoriali”.

I manifestanti, tra cui numerosi imprenditori, compresi quelli già falliti, sono indignati per l’arricchimento spropositato del figlio di Yanukovich, Aleksandr, titolare della società “Management Assets Company”. Secondo la rivista “Forbes Ucraina”, il patrimonio personale di Aleksandr Yanukovich è di 510 milioni di dollari: questa fortuna è stata accumulata durante la presidenza del padre.

Secondo gli imprenditori riunitisi su Maidan, l’entourage di Yanukovich, appartenente al “clan di Donezk” si appropria semplicemente delle società che piacciono e, se non riescono ad appropriarsene, impongono nel consiglio d’amministrazione i propri uomini che svuotano le casse delle società e imprese, portando via la liquidità.

Gli imprenditori dicono che con l’arrivo al potere di Yanukovich la tassazione delle Pme è aumentata notevolmente e il loro numero durante la sua presidenza si è dimezzato. Un imprenditore ha raccontato che un’impresa di Donezk non ha pagato le sue forniture, ha intentato una causa come parte lesa, ma gli imputati di frode non si presentavano nemmeno nell’aula del tribunale. Dopo aver vinto la causa, non ha comunque avuto indietro i soldi. Allora si è rivolto alla Procura ed è stato invitato a venire a Donezk per le trattative. Ad attenderlo erano degli sconosciuti che gli hanno detto di accontentarsi del 50% del dovuto e di firmare la liberatoria, altrimenti avrebbe passato dei seri guai.

Il presidente dell’Associazione delle imprese contro la malavita ha raccontato ai giornalisti russi di soprusi e corruzione dilagante tra la polizia che pretende balzelli. Secondo lo stesso rappresentante dell’associazione dei piccoli e medi imprenditori, una parte dei balzelli e delle bustarelle intascate dai poliziotti corrotti va a finire in un fondo nero costituito per la campagna presidenziale di Yanukovich fissata per il 2015. Secondo la rivista “Forbes Ucraina”, gli oligarchi tengono basso il profilo, non rilasciando alcuna dichiarazione pubblica, ma sostengono il “Partito delle regioni” di Yanukovich. Difatti tra i leader della protesta c’è un solo ucraino super-ricco, Piotr Poroscenko, l’ex ministro degli Esteri e dello Sviluppo economico, proprietario di un consorzio di fabbriche della cioccolata “Roshen”, soprannominato per questo “re della cioccolata”.

Poroscenko, secondo “Forbes Ucraina” numero 5 nelle lista degli ucraini super-ricchi, il cui patrimonio personale è stimato di 1,8 miliardi di dollari, pur avendo ricoperto incarichi di ministro nel governo del delfino di Yanukovich, il premier Mykola Azarov, ora sostiene Maidan. Anche a questo però c’è una spiegazione plausibile – Yanukovich e Azarov sono filo-russi, ma Poroscenko ora ce l’ha proprio con i russi, o meglio, ha un dente avvelenato contro di loro.
Il governo russo ha vietato l’importazione dei cioccolatini delle fabbriche “Roshen” di Poroscenko ritenendoli non conformi agli standard igienico-sanitari, arrecandogli in tal modo un notevole danno economico.