MONDO
La crisi
Ucraina, Poroshenko: "Primo vero giorno di tregua". Poi nuovi spari nell'est
Il presidente ucraino ha riferito che la giornata di giovedì ha segnato finalmente un "reale" cessate il fuoco, con 24 ore senza azioni militari per la prima volta in sette mesi, anche se la tregua è ancora fragile. Poco dopo però nuovi spari nell'est

Il presidente ucraino, Petro Poroshenko, ha riferito che la giornata di giovedì ha segnato finalmente un "reale" cessate il fuoco in Ucraina, con 24 ore senza azioni militari per la prima volta in sette mesi, anche se la tregua è ancora fragile. "Ho notizie positive", ha dichiarato dall'Australia dove si trova in visita ufficiale, "quelle di oggi sono le prime 24 ore in sette mesi, durante le quali abbiamo avuto un vero cessate il fuoco in Ucraina".
"Non potete immaginare quanto questo sia importante per me", ha rimarcato Poroshenko, "è la prima notte in cui non abbiamo né perdite, né feriti tra i soldati ucraini". "Tutto resta molto fragile, ma prego che questo processo continui", ha aggiunto il presidente ucraino, facendo notare che il rispetto della tregua sarebbe "un grande passo per la pace e la stabilita'" nel Paese.
Il cessate il fuoco con i separatisti filorussi è stato dichiarato martedì, nella speranza di mettere fine al conflitto che in otto mesi ha fatto 4.300 vittime e provocato un milione di sfollati, secondo le cifre delle Nazioni Unite. Ieri, un portavoce dell'esercito ucraino ha fatto sapere che 3 soldati erano stati uccisi e otto feriti nel giorno successivo l'entrata in vigore dell'ultima tregua.
Dall'Australia, Poroshneko è tornato sul tema della Crimea - annessa a marzo dalla Russia dopo un controverso referendum - dicendosi convinto che la penisola sul Mar Nero tornerà all'Ucraina. "Non ho dubbi su questo", ha dichiarato, "sono assolutamente sicuro che vinceremo la battaglia per la Crimea". Mosca ha ribadito più volte che sulla questione non si torna indietro. Questa settimana, il premier, Dmitri Medvedev, ha affermato che "la Crimea è il destino della Russia".
Ancora spari dopo l'annuncio di Poroshenko della prima "vera tregua"
Poco dopo l'annuncio di Poroshenko sul primo giorno di "vera tregua" però spari si sono verificati nell'est dell'Ucraina contro postazioni dell'esercito di Kiev. Due civili sono rimasti feriti. Lo ha reso noto il centro stampa del governo per le operazioni nelle regioni orientali.
In una nota, si spiega che i ribelli filo-russi hanno aperto il fuoco in sei occasioni nelle ultime 24 ore, nonostante la tregua rafforzata entrata in vigore martedì.
Gli spari, peraltro di minore intensità rispetto agli ultimi mesi, sono stati registrati nei punti caldi del conflitto come l'aeroporto di Donetsk, il vicino villaggio di Piski e la città di Chtchastia nella vicina regione ribelle di Lugansk.
Nuovo convoglio di presunti aiuti umanitari russi
Intanto un ennesimo convoglio russo di presunti aiuti umanitari per il sud-est ucraino ha attraversato il confine. Lo fa sapere un dirigente del ministero delle Emergenze di Mosca citato dall'agenzia ufficiale russa Tass precisando che la colonna (la nona inviata dalla Russia da agosto) è composta da più di 130 camion. Kiev finora ha sempre protestato per l'invio di convogli da parte del Cremlino - accusato di aiutare militarmente i separatisti - per la mancanza di autorizzazioni e di controlli dei carichi.
"Non potete immaginare quanto questo sia importante per me", ha rimarcato Poroshenko, "è la prima notte in cui non abbiamo né perdite, né feriti tra i soldati ucraini". "Tutto resta molto fragile, ma prego che questo processo continui", ha aggiunto il presidente ucraino, facendo notare che il rispetto della tregua sarebbe "un grande passo per la pace e la stabilita'" nel Paese.
Il cessate il fuoco con i separatisti filorussi è stato dichiarato martedì, nella speranza di mettere fine al conflitto che in otto mesi ha fatto 4.300 vittime e provocato un milione di sfollati, secondo le cifre delle Nazioni Unite. Ieri, un portavoce dell'esercito ucraino ha fatto sapere che 3 soldati erano stati uccisi e otto feriti nel giorno successivo l'entrata in vigore dell'ultima tregua.
Dall'Australia, Poroshneko è tornato sul tema della Crimea - annessa a marzo dalla Russia dopo un controverso referendum - dicendosi convinto che la penisola sul Mar Nero tornerà all'Ucraina. "Non ho dubbi su questo", ha dichiarato, "sono assolutamente sicuro che vinceremo la battaglia per la Crimea". Mosca ha ribadito più volte che sulla questione non si torna indietro. Questa settimana, il premier, Dmitri Medvedev, ha affermato che "la Crimea è il destino della Russia".
Ancora spari dopo l'annuncio di Poroshenko della prima "vera tregua"
Poco dopo l'annuncio di Poroshenko sul primo giorno di "vera tregua" però spari si sono verificati nell'est dell'Ucraina contro postazioni dell'esercito di Kiev. Due civili sono rimasti feriti. Lo ha reso noto il centro stampa del governo per le operazioni nelle regioni orientali.
In una nota, si spiega che i ribelli filo-russi hanno aperto il fuoco in sei occasioni nelle ultime 24 ore, nonostante la tregua rafforzata entrata in vigore martedì.
Gli spari, peraltro di minore intensità rispetto agli ultimi mesi, sono stati registrati nei punti caldi del conflitto come l'aeroporto di Donetsk, il vicino villaggio di Piski e la città di Chtchastia nella vicina regione ribelle di Lugansk.
Nuovo convoglio di presunti aiuti umanitari russi
Intanto un ennesimo convoglio russo di presunti aiuti umanitari per il sud-est ucraino ha attraversato il confine. Lo fa sapere un dirigente del ministero delle Emergenze di Mosca citato dall'agenzia ufficiale russa Tass precisando che la colonna (la nona inviata dalla Russia da agosto) è composta da più di 130 camion. Kiev finora ha sempre protestato per l'invio di convogli da parte del Cremlino - accusato di aiutare militarmente i separatisti - per la mancanza di autorizzazioni e di controlli dei carichi.