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MONDO

"L'Ucraina sceglie l'Europa"

Presidenziali Ucraina, Poroshenko trionfa: "Ora basta con la guerra"

Netta vittoria del filo-occidentale al primo turno delle presidenziali. Resta alta la tensione a Est

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Le presidenziali in Ucraina si sono rivelate un vero e proprio trionfo per il 're del cioccolato' Petro Poroshenko. Il candidato filo-occidentale che ha sostenuto la rivolta di Maidan è già virtualmente il quinto presidente ucraino avendo raccolto - con il 50% delle sezioni scrutinate - il 53,86% dei voti al primo turno.

Immenso il divario con l'ex eroina della Rivoluzione arancione Yulia Timoshenko, al 13,1%. Poroshenko ieri sera ha subito precisato che le sue priorità saranno "l'integrazione con l'Europa" e la "fine della guerra" nell'est separatista, dove ha intenzione di fare il suo "primo viaggio" da capo dello Stato. E proprio a est, nelle tormentate regioni di Donetsk e Lugansk, votare ieri è stato pressoché impossibile, perché i miliziani filorussi dell'autoproclamata 'Novorossiya' (Nuova Russia) hanno impedito l'apertura della maggior parte dei seggi elettorali.

Nonostante le mille difficoltà, l'Ucraina è comunque riuscita ad avere le sue elezioni presidenziali, e il presidente Usa Barack Obama si è complimentato con i cittadini ucraini per il loro "coraggio", salutando il voto come un passo avanti verso l'unità del Paese. Un'unità rafforzata dall'affluenza alle urne (oltre il 60%) e dal plebiscito per Poroshenko, nonché dalla sconfitta del fronte estremista, i cui leader ottengono percentuali inconcludenti: tutti elementi che giocano a sfavore di Mosca.

La vittoria di Poroshenko può portare comunque ad una de-escalation delle tensioni tra Kiev e Mosca, che il governo ucraino accusa di appoggiare e armare i separatisti. Il patron della tv 'Canale 5' è infatti un uomo d'affari pragmatico, prestato sì alla politica ma decisamente più portato al
compromesso rispetto a Timoshenko. Ed è per questo sicuramente capace di raggiungere una tregua con Putin più di altri candidati del fronte di Maidan. Non per niente Poroshenko è contrario all'adesione di Kiev alla Nato e le sue prime parole da presidente in pectore sono state abbastanza concilianti con 'zar' Putin.

Il 're del cioccolato' - che ha ribadito la promessa di vendere i suoi asset una volta divenuto presidente in modo da evitare conflitti di interesse - si è detto disposto al dialogo da subito e ha sottolineato che la Russia è "un vicino senza il quale non è possibile garantire la sicurezza dell'Ucraina". Scendere a compromessi non significa però cedere su tutta la linea, anzi, Poroshenko ha subito messo le cose in chiaro con il Cremlino, precisando che non riconoscerà né il referendum separatista nell'est del Paese né tantomeno l'annessione della Crimea alla Russia.

Certo, sembra alquanto difficile che la penisola sul Mar Nero possa tornare sotto la bandiera ucraina, ma il governo filo-occidentale di Kiev non ha comunque gradito minimamente la visita del premier russo Dmitri Medvedev in Crimea proprio nel giorno delle elezioni, e l'ha subito bollata come una "provocazione deliberata" per "destabilizzare la situazione in Ucraina".

Russia: pronti al dialogo
Mosca è pronta al dialogo con Kiev e con Petro Poroshenko ma senza mediatori esterni: è il messaggio indirizzato oggi all'Ucraina del dopo-voto dal ministro degli Esteri, Serghei Lavrov. I separatisti filorussi dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk sono pronti aldialogo con il probabile nuovo presidente Petro Poroshenko "ma solo con la partecipazione di mediatori", tra cui la Russia. Lo ha detto ad Interfax uno dei loro leader, Denis Pushilin.

Un sindaco pugile
Nel contemporaneo voto per le amministrative, l'ex pugile Vitali Klitschko è il nuovo sindaco di Kiev. Secondo un sondaggio dei sociologi dello studio Savik Shuster, avrebbe raccolto il 57,4% dei voti alle comunali della capitale ucraina.