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MONDO

Da domenica 15 febbraio

Ucraina, a Minsk l'accordo per il cessate il fuoco. I dubbi di Kiev: "Non facile applicarlo"

L'annuncio dopo la lunga maratona notturna arriva dal presidente russo Putin. Ma i bombadamenti continuano. Kiev accusa: "Avevamo chiesto cessate il fuoco immediato". Obama: "Putin ritiri le armi"; Hollande e Merkel: "C'è ancora molto da fare". Restano i nodi dello status delle regioni ribelli, il controllo del confine e la situazione a Debaltseve

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Scricchiola già l'accordo per il cessate il fuoco in Ucraina raggiunto a Minsk. Dopo una lunga maratona Putin annuncia lo stop agli scontri a partire da domenica 15 febbraio. "Evitiamo inutili bagni di sangue", ha detto il leader russo ma dopo poche ore arriva l'accusa del presidente ucraino Poroshenko: "Avevamo chiesto un cessate il fuoco immediato e senza precondizioni, invece la Russia ha voluto quasi 70 ore prima di farlo entrare in vigore e ha lanciato un'offensiva subito dopo la firma dell'accordo".

Nuovi bombardamenti: 11 morti
Infatti durante e dopo il summit sono continuati gli scontri nell'est del paese. Una colonna militare russa formata da 50 carri armati e altri mezzi bellici avrebbe attraversato il confine e ieri ci sono state altre vittime nei bombardamenti a Donetsk.  A gettare ombre sull'accordo poi anche la situazione a Debaltseve, dove i ribelli hanno accerchiato migliaia di militari ucraini. Invece all'indomani dell'annuncio ci sono stati nuovi bombardamenti nell'est. Nella notte ci sono stati bombardamenti a Lugansk, riferisce la Bbc, e stamattina lo stesso scenario si è riproposto a Donetsk, riportano i corrispondenti sia di Bbc che di Ria Novosti. Sono almeni 11 le vittime, di cui tre bambini.

Casa Bianca: "Putin ritiri armi e soldati"
Anche gli Stati Uniti esortano la Russia a rispettare l'accordi di Minsk. "Gli Usa sono particolarmente preoccupati per l'escalation di oggi nei combattimenti, che è incoerente con lo spirito dell'accordo" e la Casa Bianca invita Putin a ritirare le armi e i soldati dall'Ucraina. "Il cessate il fuoco deve essere applicato e onorato" il monito di Washington.

Hollande e Merkel: "C'è ancora molto da fare"
Il premier francese Francois Hollande e la cancelliera tedesca Angela Merkel al termine del vertice hanno parlato di una ''speranza seria'' ma hanno sottolineato che ''c'è ancora molto lavoro da fare''. Sul tappeto restano infatti nodi ancora irrisolti, come lo status delle regioni ribelli e il controllo del confine russo-ucraino. A gettare ombre sull'accordo è anche la situazione a Debaltseve, dove i ribelli hanno accerchiato migliaia di militari ucraini.

I dubbi di Kiev e il nervosismo di Putin
Una maratona durata 17 ore. Putin, Poroshenko, Merkel e Hollande hanno concluso a Minsk il vertice in "formato Normandia" sul conflitto nell'est ucraino con una dichiarazione comune che sostiene gli accordi dello scorso settembre, a partire da un cessate il fuoco che entrerà in vigore dalla mezzanotte di sabato prossimo. Seguirà il ritiro delle armi pesanti anche se resta controversa la zona di Debaltsevo, che Kiev non vuole cedere ai separatisti filorussi negando che le sue truppe siano circondate dai ribelli. Ribadito l'impegno a rispettare la sovranità e l'integrità territoriale ucraina. 
"Non è stato per niente facile arrivare a un compromesso nei colloqui a quattro di Minsk" ha commentato il presidente ucraino, "di fatto ci hanno messo davanti a condizioni inaccettabili di ogni tipo, concessioni, ritiri". 



L'accordo spiegato da Poroshenko
Poroshenko ha anche spiegato che il piano concordato consta di tredici punti, tra cui il recupero graduale del controllo sul proprio versante della frontiera con la Russia nelle regioni controllate dai ribelli separatisti: prima si dovranno celebrare elezioni amministrative in queste ultime, e "dal giorno seguente" il controllo del confine dovrà essere assunto congiuntamente "da guardie ucraine e da rappresentanti dell'Osce", l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa che, in quanto mediatrice, è tra i firmatari dell'intesa. Poi, "entro la fine dell'anno", scatterà la "seconda fase" che prevede "il totale passaggio della frontiera sotto la sovranità ucraina".

Dall'occidente aiuti per 40 miliardi di dollari 
Fonti dello staff di Christine Lagarde, direttore del Fmi riferiscono che all'Ucraina è stata estesa la durata degli aiuti assegnati a settembre dell'anno scorso, con fondi per 17,5 miliardi di dollari. Il board del fondo monetario non ha tuttavia ancora approvato la misura, che quindi non è ufficiale. La stessa lagarde ha riferito che le autorità ucraine "dialogheranno a breve coi creditori per discutere del debito"; in tutto, il pacchetto di finanziamento all'Ucraina "vale 40 miliardi di dollari", soldi che arriveranno non solo dal fondo monetario ma "anche da altre fonti di finanziamento", così riferisce l'agenzia Reuters.