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MONDO

13 vittime civili

Ucraina: stop dei separatisti ad una tregua. Putin accusa Kiev, operazione militare a Est

Il leader dei separaratisti: "Basta colloqui per il cessate il fuoco, andremo avanti nell'offensiva". L'aeroporto di Donetsk in mano ai ribelli; la strage arriva il giorno dopo l'incontro a Berlino dei ministri degli Esteri di Ucraina, Russia, Francia e Germania a Berlino in cui Mosca e Kiev avevano trovato un accordo

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Dopo la strage alla fermata del tram a Donetsk - dove sono morte 13 persone - che ha rotto gli accordi raggiunti a Berlino per una pacificazione dell'Ucraina dell'Est, i separatisti dell'autoproclamata repubblica di Donetsk annunciano che non intendono più cercare di trovare un compromesso con Kiev per un cessate il fuoco. Lo stop ad una tregua arriva dal leader Alexandr Zakharcenko che ha aggiunto che i suoi uomini intendono "andare avanti" nell'offensiva "fino ai confini della regione di Donetsk". Ma ha anche avvertito che se ci sarà "una minaccia anche da altre parti" sarà "liquidata". "Kiev - ha proseguito - adesso non si rende conto che siamo in grado di attaccare contemporaneamente su tre direzioni".

Putin accusa Kiev di aver lanciato operazione
Intanto il presidente russo Vladimir Putin ha accusato le autorità ucraine di aver lanciato un'operazione militare ad ampio raggio contro i ribelli filorussi e di essersi reso responsabile della morte di decine di persone nell'Est dell'Ucraina. "Le autorità di Kiev hanno dato l'ordine ufficiale di lanciare un'operazione militare di peso praticamente su tutta la linea del fronte" tra le forze regolari ucraine e i ribelli filorussi, utilizzando "artiglieria e aviazione" contro settori "densamente abitati". Lo ha affermato Putin durante un Consiglio di sicurezza russo.

Strage alla fermata del tram, aeroporto di Donetsk ai ribelli
Ieri una fermata di bus a Donetsk, roccaforte dei separatisti filorussi, è stata centrata da alcuni colpi di mortaio che hanno ucciso almeno 13 civili, ferendone una ventina. Kiev, intanto, ammette ufficialmente per la prima volta di essere stata costretta a cedere ai ribelli il controllo dell'aeroporto di Donetsk: lo scalo è ridotto ad un cumulo di macerie. La difesa ucraina dell'aeroporto è durata 242 giorni, un brutto colpo per Kiev, che nelle ultime 24 ore ha perso altri dieci soldati, di cui sei all'aeroporto, dove altri 16 (tra cui il comandante del battaglione) sono rimasti feriti e fatti prigionieri, mentre altri 20 sono riusciti ad abbandonare il terminal

Scambio di accuse
ll premier ucraino, Arseni Iatseniuk, ha evocato una presunta responsabilità diretta della Russia per il rifornimento di armi, il sostegno ai separatisti e la presenza di proprie truppe (9000 soldati secondo Kiev, ma il Cremlino nega). Immediata la reazione di Mosca: il ministro degli esteri, Serghiei Lavrov, ha chiesto un'indagine con l'Osce, i cui osservatori sono arrivati sul posto. ''E' un grave crimine contro l'umanità'', ha tuonato, una ''provocazione'' del ''partito della guerra di Kiev e dei suoi protettori stranieri'' volta a ''minare gli sforzi per ottenere una soluzione pacifica della crisi ucraina dopo il progresso delineatosi ieri nell'incontro in formato Normandia a livello di ministri degli Esteri'' a Berlino.

I negoziati di Berlino
Cade così nel vuoto l'appello di un immediato cessate il fuoco in Ucraina lanciato mercoledì sera a Berlino dai ministri degli esteri di Russia, Ucraina, Germania e Francia. A Berlino Mosca e Kiev avevano raggiunto accordi parziali che avrebbero potuto sbloccare il negoziato e riavviare il processo di pacificazione nella parte orientale dell'Ucraina.

Onu: 5mila morti da inizio del conflitto
È pesante il bilancio dell'Onu: più di 5mila morti dall'inizio del conflitto, a metà aprile 2014. "Temiamo che la cifra reale sia molto più elevata - ha dichiarato il portavoce dell'Alto commissariato Onu per i diritti umani, Rupert Colville - inoltre almeno 10.948 persone sono state ferite tra la metà di aprile dello scorso anno e il 21 gennaio scorso".