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MONDO

Kerry: "Non resteremo a guardare"

Ucraina, il capo della Duma russa: "E' in atto un genocidio". Riparte la diplomazia per Ginevra 2

Sì di Mosca a un nuovo round di negoziati ma con la partecipazione dei ribelli. La replica di Kiev: "Non c'è alcuna necessità di includere i filorussi". Intanto resta alta la tensione nel Paese: 34 vittime negli scontri di ieri nell'est. L'Osce chiede una tregua per garantire le elezioni presidenziali del 25 maggio. Riapre l'aeroporto di Donetsk

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Scontri Ucraina
"In Ucraina è in corso un genocidio del popolo russo e ucraino, e la colpa di tutto ciò è di un piccolo gruppo di avventuristi che ha preso il potere a Kiev". Parole che arrivano dal presidente della Duma russa, Serghiei Narishkin, che figura nelle lista delle personalità colpite dalle sanzioni occidentali con il divieto di ingresso negli Usa e nei Paesi Ue. Narishkin ha accusato la nuova dirigenza di Kiev di "non aver disarmato le milizie radicali e ultranazionaliste, e di mettere ora in atto spedizioni punitive contro la popolazione nell'est della Ucraina che chiede la difesa dei diritti umani e la federalizzazione del Paese".

Kerry: "Non resteremo a guardare"
Intanto il segretario di Stato americano John Kerry a Washington, dove ha incontrato l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune europea Catherine Ashton con cui ha parlato della crisi ucraina, ha fatto sapere che gli Usa non resteranno "a braccia conserte, non resteremo a guardare mentre elementi russi continuano a fomentare l'instabilità e continuano a non rispettare gli impegni che si erano presi in passato". Poi ancora: "Stiamo cercando davvero di ridurre la tensione in Ucraina e abbiamo cercato di rispettare le regole che ci sono state imposte finora. Anche il governo dell'Ucraina ha rispettato le regole". Per il segretario di Stato Usa" è difficile capire perché la Russia sta continuando a sostenere che il governo ucraino deve ridurre la propria presenza sul proprio territorio, che dovrebbe addirittura rimandare le elezioni. La riconciliazione deve essere l'obiettivo. Dobbiamo cercare di capire che cosa sta facendo la Russia".
 
Il ministro degli Esteri russo Lavrov: "Sì a un nuovo vertice ma con presenza dei ribelli"
E della crisi ucraina ha parlato nuovamente anche il ministro degli Esteri russo, Serghiei Lavrov, a margine del consiglio d'Europa a Vienna. “L'annullamento dell'ordine di usare l'esercito e la guardia nazionale contro il popolo deve essere il primo passo per la de-escalation della crisi in Ucraina”. Lavrov ha definito "abbastanza insolito" tenere le presidenziali mentre l'esercito è usato contro la popolazione e ha aggiunto che Mosca ritiene possibile una seconda conferenza sulla crisi ucraina, pur non considerando fallita quella di Ginevra. Il capo della diplomazia russa ha però ammonito: "Senza la partecipazione dell'opposizione al regime di Kiev probabilmente non aggiungerà nulla".
 
La replica di Kiev: "Sì a nuovi negoziati ma senza filorussi"

"Non c'è alcuna necessità di includere i filorussi" nei colloqui internazionali per risolvere la crisi in Ucraina, perché "in qualità di governo ucraino rappresentiamo tutte le regioni dell'Ucraina". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri di Kiev, Andriy Deshchytsia.

L'Osce chiede una tregua per garantire le elezioni presidenziali del 25 maggio
L'Osce chiede un cessate il fuoco affinché in Ucraina possano svolgersi le elezioni presidenziali in programma il 25 maggio. "Abbiamo bisogno di una tregua", ha spiegato il presidente di turno dell'Organizzazione per la sicurezza in Europa, lo svizzero Didier Burkhalter, intervenendo alla riunione ministeriale del Consiglio d'Europa, a Vienna. La proposta è stata rilanciata dal ministro degli Esteri ucraino.

L’Ue: attuare l’accordo di Ginevra, appello soprattutto alla Russia
L'Unione europea è "molto impegnata" per far sì che l'accordo di Ginevra per la de-escalation in Ucraina sia "messo in atto subito" e perché ciò accada lancia un appello "a tutte le parti e soprattutto alla Russia". Lo ha detto la portavoce di Catherine Ashton, affermando che l'accordo del 17 aprile scorso "è ancora più importante" in vista delle elezioni presidenziali del 25 maggio. Per quanto riguarda la proposta tedesca di una nuova conferenza a Ginevra, la portavoce ha affermato che l’Ue "supporta pienamente" l'accordo ed è "aperta ad ogni iniziativa che possa far cessare la violenza e condurre alla de-escalation".
 
Nato: Putin non ha più bisogno di varcare i confini
“Ora Putin è in grado di raggiungere i suoi obiettivi nell'est dell'Ucraina e di non dover attraversare le frontiere con le sue truppe". Lo ha dichiarato alla tv canadese Cbc il generale Philip Breedlove, comandante delle forze Nato in Europa. A suo avviso, "lo sviluppo più probabile è che Putin continui a fare ciò che fa: discreditare il governo, provocare il caos e tentare di preparare il terreno per un movimento separatista", ha osservato. Secondo Breedlove, il leader del Cremlino finirà con il passare del tempo con l'ammettere la presenza russa anche nell'Ucraina dell'est, come ha fatto in un secondo momento per la Crimea.
 
34 morti negli scontri di ieri a Sloviansk
Intanto resta alta la tensione nell'est del Paese. È di 34 morti (30 filorussi e 4 soldati dell’esercito ucraino) il bilancio degli scontri di ieri tra i separatisti e le forze di Kiev a Sloviansk. Lo ha detto il ministro dell’interno ucraino che parla anche di decine di feriti. Oggi nella città è una giornata di apparente tregua. 

Riaperto l'aeroporto di Donetsk
E' stato riaperto l'aeroporto di Donetsk, nell'omonima autoproclamata repubblica popolare. L'aeroporto era stato chiuso dalle autorità per ragioni di sicurezza, dovute agli scontri in corso nella città. Le autorità aeroportuali avevano infatti annunciato che tutti i voli in arrivo e in partenza dallo scalo locale erano stati cancellati, senza peraltro fornire altre motivazioni. I ribelli vi avevano invece visto i preparativi per un assalto alla città.