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MONDO

Ucraina: la polizia attacca a Piazza Maidan

Le teste di cuoio e l'esercito hanno cercato di sfondare il cordone di manifestanti pro-Ue che oppongono resistenza intonando l'inno nazionale

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Scontri a Kiev
Alta tensione a Kiev, dove nella notte un migliaio di poliziotti in assetto antisommossa sono arrivati in Piazza Maidan cercando di sfondare le barricate realizzate dai manifestanti pro-Ue. Nella piazza c'è la sede del Governo ucraino. I manifestanti "europeisti" oppongono resistenza mentre intonano l'inno nazionale. Una dozzina di persone è rimasta ferita negli scontri tra polizia e manifestanti  pro Ue che si sono verificati la notte scorsa.

Ashton arrivata a Kiev
Catherine Ashton è arrivata a Kiev per trovare una soluzione pacifica alla crisi in atto. Il capo della diplomazia Ue resterà due giorni nella capitale dove ha già incontrato il presidente ucraino Viktor Ianukovich e i leader dell'opposizione. A preoccupare Ashton e la Ue sono "i rischi di un deragliamento della crisi", anche alla luce dell'irruzione di presunti agenti delle forze speciali nella sede del partito 'Patria' di Iulia Timoshenko. Anche gli Usa premono per una soluzione pacifica della crisi, e il sottosegretario agli Esteri, Victoria Nuland, è anche lei a Kiev per incontrare Ianukovich.

Gli scontri: 10 feriti tra i manifestanti
Gli agenti in assetto antisommossa sono entrati in azione attorno alle tre di notte e hanno sgomberato a manganellate un presidio (con tende militari e barricate) allestito dai dimostranti davanti al palazzo presidenziale: secondo il partito ultranazionalista Svoboda, circa dieci manifestanti sono rimasti feriti e uno avrebbe delle costole rotte, ma anche tre poliziotti hanno riportato delle contusioni. Altri scontri tra la polizia e i militanti di Svoboda sono scoppiati davanti al tribunale amministrativo quando la corte ha rinviato a venerdì l'udienza d'appello contro l'arresto di alcuni manifestanti.

Il presidente cerca il dialogo
Intanto Ianukovich prova a trovare un compromesso, e durante un incontro con i suoi tre predecessori (Leonid Kravchuk, Leonid Kuchma e Viktor Iushenko) si è detto disposto a liberare proprio i manifestanti arrestati dopo gli scontri con la polizia del primo dicembre. Anzi, ha detto di aver ordinato già ieri al procuratore generale Viktor Pshonka di trovare un modo per scarcerare "quelli che non hanno commesso reati gravi".

La strada dell'integrazione con l'Ue
Ma non solo: il presidente ucraino si è anche detto pronto a continuare sulla strada dell'integrazione europea ed eventualmente a firmare a marzo l'accordo di associazione con l'Ue contro il cui congelamento l'opposizione ha portato in piazza migliaia di persone. Subito dopo ha però anche aggiunto che è fondamentale rilanciare le relazioni commerciali con la Russia, che ha esercitato pressioni economiche pesantissime per allontanare Kiev dall'Ue, ma che rimane un partner irrinunciabile per l'Ucraina.

L'accordo e i paletti di Ianukovich 
Ma in realtà anche sul fronte dell'intesa con l'Ue Ianukovich ha messo dei paletti, dicendo di voler rinegoziare alcuni punti dell'accordo per non danneggiare il settore agricolo. La risposta del Commissario europeo per l'Allargamento Stefan Fule non si è fatta attendere: l'Ue, ha detto, "continua ad essere pronta a firmare" l'accordo, ma non a fare sconti sulle riforme. In compenso, Fule ha promesso a Kiev assistenza finanziaria e una buona parola per un nuovo prestito dell'Fmi, indispensabile all'Ucraina per tenere a galla le proprie finanze disastrate senza doversi arrendere senza condizioni a Mosca.

L'opposizione
Ma per ora a non voler trattare con il governo sembra l'opposizione, i cui leader oggi non hanno partecipato alla tavola rotonda con Ianukovich organizzata dai tre ex presidenti dicendo di non essere stati avvertiti. Un altro vertice è previsto giovedì alle 14, e vedremo se l'opposizione questa volta si presenterà all'incontro o deciderà di seguire la politica dettata dall'ex 'pasionaria' della Rivoluzione arancione Iulia Timoshenko che ha detto 'no' a "cortesi colloqui con un dittatore". Intanto il capogruppo del partito di 'Iulia', Arseni Iatseniuk, ventila la possibilità di un governo tecnico e dai due ex presidenti Leonid Kravchuk e Leonid Kuchma arriva il consiglio di silurare il premier Mikola Azarov: secondo alcuni osservatori un modo per far restare in sella l'attuale presidente e calmare con qualche ministero l'opposizione che ha portato in piazza migliaia di persone non solo per l'Europa, ma anche per chiedere la testa di Ianukovich.