MONDO
Il vescovo Borys: siamo preoccupati, basta persecuzioni a cattolici
Crimea, prete rapito e poi liberato. La chiesa locale sotto pressione
Il sacerdote greco-cattolico Mykola Kvych, parroco di una chiesa a Sebastopoli, era stato prelevato da milizie filorusse. La chiesa locale fin dai primi giorni delle proteste a Kiev è stata vicino ai manifestanti e ha espresso la propria contrarietà ad un'annessione alla Russia

Un sacerdote cattolico di rito orientale è stato prelevato dalla sua chiesa in Crimea da milizie filorusse. Per alcune ore è stato rapito senza poter dare notizie ma alla fine è stato liberato dalla polizia. Si tratta del sacerdote greco-cattolico Mykola Kvych, parroco di una chiesa a Sebastopoli e cappellano della Marina. Il caso è emblematico del clima di tensione che si respira in queste ore in Crimea, come ha denunciato ai microfoni di Radio Vaticana il vescovo Gudziak Borys, l'eparca della chiesa greco-cattolica ucraina. Borys ha espresso ''profonda preoccupazione'' per quanto accaduto e in generale per il clima che si è creato nella regione.
La chiesa locale fin dai primi giorni delle proteste di piazza Maidan a Kiev è sempre stata vicino ai manifestanti e ha espresso in varie occasioni la propria contrarietà ad una annessione della Crimea alla Russia.
Nei giorni scorsi sacerdoti ucraini greco-cattolici, tra i quali proprio padre Kvych, hanno ricevuto minacce - riferisce Radio Vaticana - e pressioni per lasciare la Crimea. Molti di loro però hanno scelto di rimanere. ''I nostri sacerdoti e vescovi sono stati molto vicini alla gente'', afferma il vescovo Borys, ispirati anche dalle parole di Papa Francesco ''che ha detto che il pastore deve avere l'odore delle sue pecore. E i nostri pastori sono stati con la gente e continuano a stare con loro anche durante questa occupazione in Crimea''.
La chiesa locale fin dai primi giorni delle proteste di piazza Maidan a Kiev è sempre stata vicino ai manifestanti e ha espresso in varie occasioni la propria contrarietà ad una annessione della Crimea alla Russia.
Nei giorni scorsi sacerdoti ucraini greco-cattolici, tra i quali proprio padre Kvych, hanno ricevuto minacce - riferisce Radio Vaticana - e pressioni per lasciare la Crimea. Molti di loro però hanno scelto di rimanere. ''I nostri sacerdoti e vescovi sono stati molto vicini alla gente'', afferma il vescovo Borys, ispirati anche dalle parole di Papa Francesco ''che ha detto che il pastore deve avere l'odore delle sue pecore. E i nostri pastori sono stati con la gente e continuano a stare con loro anche durante questa occupazione in Crimea''.