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MONDO

Accordi di Minsk

Ucraina, scambio di prigionieri tra l'esercito di Kiev e i separatisti

Lo scambio è avvenuto vicino a Lugansk, città in mano ai separatisti. L'operazione avrebbe riguardato 139 soldati ucraini - molti avevano le stampelle -  e 52 ribelli. Separatisti accusano: ancora 580 prigionieri nelle mani di Kiev. Intanto a Charkiv un'esplosione durante una marcia patriottica ha provocato tre morti e più di una decina di feriti

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Si è concluso nella notte il primo scambio di prigionieri tra l'esercito ucraino e i ribelli separatisti, in base a quanto concordato negli accordi di Minsk.

Lo scambio è avvenuto vicino al villaggio di Zholobok, una terra di nessuno a circa 20 chilometri a ovest dalla città di Lugansk, in mano ai separatisti; secondo un rappresentante dei ribelli, l'operazione ha riguardato 139 militari di Kiev e 52 sepratisti.

Tra i militari ucraini diversi avevano le stampelle e uno era in barella. Gli accordi di Minsk prevedono lo scambio di tutti i prigionieri, ma non è chiaro quanti siano in totale. I separatisti di Donetsk sostengono che Kiev trattiene circa 580 ribelli e che molti dei prigionieri rilasciati dalle autorità ucraine mostrano segni di maltrattamenti. Kiev non ha risposto alle accuse, ma nei giorni scorsi c'erano state denunce per il trattamento inflitto dai separatisti ai prigionieri.

Esplosione durante marcia patriottica a Charkiv
Intanto il cessate il fuoco in Ucraina non sembra funzionare. Ci sarebbero state almeno 300 violazioni da quando è stato dichiarato. L'ultimo episodio di violenza è avvenuto nella città di Charkiv, dove un'esplosione durante una marcia patriottica ha provocato tre morti e più di una decina di feriti. La marcia commemorava il primo anniversario della destituzione di Viktor Yanukovich dalla presidenza, a seguito delle rivolte di piazza. L'esplosione viene trattata come "un atto terroristico", come ha dichiarato la polizia di Kiev, secondo una nota diffusa dal ministero dell'Interno.  

Ue e Usa pronti a nuove sanzioni
Unione europea e Stati Uniti accusano Mosca e l'avvertono che sono pronti a "nuove sanzioni". Ad alzare il tiro per prima è Bruxelles: "Stiamo raggiungendo chiaramente il punto in cui ulteriori sforzi diplomatici diventeranno inutili a meno che non siano supportati in modo credibile da ulteriori azioni", ha affermato con durezza in una nota il presidente del Consiglio Ue, il polacco Donald Tusk, tradizionalmente su una linea intransigente con il Cremlino.

Usa: "Mosca si sta comportando in modo vile"
Anche Stati Uniti e Gran Bretagna stanno discutendo nuove sanzioni contro la Russia per le violazioni del cessate il fuoco in Ucraina. Il segretario di Stato Usa, John Kerry, in un incontro a Londra con il ministro degli Esteri britannico Philip Hammond, ha detto che Mosca si sta comportando in modo "incredibilmente vile" nel continuare a sostenere i ribelli.

Replica della Russia: "Siamo concentrati sul sostegno dell'accordo di Minsk"
La Russia è concentrata sul sostegno dell'accordo di Minsk. E' quanto ha detto alla stazione radio Echo Moskvy il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, secondo l'agenzia di stampa Tass.