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MONDO

Attesa per la seduta cruciale del Parlamento

Ucraina, il primo ministro Azarov si dimette per favorire "soluzione pacifica al conflitto"

Decisione presa dopo che Yanukovich ha offerto il posto al leader dell'opposizione Yatsenyuk. Intanto, dopo l'accordo di massima tra opposizione e governo per l'abrogazione delle leggi antiprotesta, si attende l'esito della sessione straordinaria. Ashton anticipia a stasera l'arrivo a Kiev

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Mikola Azarov
Kiev (Ucraina)
Il primo ministro ucraino Mykola Azarov ha preso la decisione di dimettersi dopo che il presidente Viktor Yanukovich ha offerto il suo posto al leader dell'opposizione Arseniy Yatsenyuk che ha rifiutato. Azarov, due volte premier dal marzo 2010, ha detto di aver "preso personalmente la decisione" di dimettersi per facilitare il raggiungimento di "un compromesso socio-politico" e di "una soluzione pacifica al conflitto". La situazione di conflitto nel Paese, secondo Azarov, "minaccia lo sviluppo economico e sociale in Ucraina nonché l'intera società e tutti i cittadini". 

La seduta straordinaria del Parlamento
Intanto si continua a cercare un soluzione pacifica per risolvere la crisi che rischia di sfociare in una guerra civile nel Paese. La Rada Suprema, il Parlamento
ucraino, è convocato oggi in una riunione straordinaria, dove si discuterà anche dell'intesa  tra governo e opposizione per abrogare le contestate leggi antiprotesta.

Mentre gli Stati Uniti si appellano al presidente Yanukovich, la situazione del Paese dovrebbe essere anche al centro del summit di oggi a Bruxelles tra Unione Europea e Russia. Mosca, però, si dichiara sorpresa dall'intenzione della Nato di discutere della crisi di Kiev. Catherine Ashton, alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha anticipato a stasera il suo arrivo a Kiev.

Mosca: "La situazione Ucraina non era in agenda"
Il segretario generale della Nato, Fogh Rasmussen, ha dichiarato la volontà di parlare della situazione in Ucraina nell'incontro con il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov. Dalla Russia, però, è proprio Lavrov a rispondere: "Quando stavamo preparando i negoziati, il tema dell'Ucraina non è stato toccato. L'obiettivo dell'incontro è quello di discutere le relazioni Russia-Nato, inclusi i problemi dell'interazione e delle prospettive di sviluppo. La situazione in Ucraina non era stata concordata nell'agenda". 

La telefonata di Biden a Yanukovich
Il vicepresidente americano Joe Biden ha chiesto ieri sera al presidente ucraino Viktor Ianukovich di ritirare le forze antisommossa e lavorare con l'opposizione per ridurre le tensioni. In una conversazione telefonica, Biden ha anche avvertito Yanukovich che "dichiarare lo stato di emergenza o adottare ogni altra misura di sicurezza così grave peggiorerebbe la situazione e ridurre lo spazio per una soluzione pacifica".  

Il vicepresidente statunitense ha anche esortato il governo ucraino a prendere "misure concrete" nella sessione parlamentare di oggi, "al fine di rispondere alle legittime inquietudini del popolo ucraino, come l'abrogazione delle leggi antidemocratiche votate il 16 gennaio" che prevedono condanne fino alla prigione per la maggior parte delle forme di manifestazione.    

Gli accordi governo - opposizione
Dopo il vertice, durato più di quattro ore, nel quale ieri governo e opposizione hanno trovato un'intesa di massima per abrogare le contestatissime leggi anti-protesta, per capire se si potrà considerare chiusa la questione bisognerà aspettare l'esito della sessione straordinaria del Parlamento dedicata alla soluzione della crisi. Yanukovich ha proposto all'opposizione anche un'amnistia per i manifestanti antigovernativi arrestati, a patto che tutti gli edifici pubblici occupati vengano sgomberati.