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MONDO

Il voto del 23 giugno

Brexit, Ue non farà campagna per il referendum di giugno

Sterlina a picco

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L'Unione europea si terrà fuori dalla campagna per il referendum sulla Brexit che si terrà il 23 giugno in Gran Bretagna. Lo ha annunciato la Commissione. "La Commissione non farà campagna, non interverrà in alcun modo" nel dibattito, ha tenuto a sottolineare il portavoce dell'esecutivo di Bruxelles, Margaritis Schinas, in un briefing alla stampa. Il "nostro ruolo è finito" venerdì sera, con l'accordo anti-Brexit concluso fra il governo britannico e i 27 partner dell'Ue, ha aggiunto Schinas. "Non vedo quale possa essere il ruolo della Commissione in una campagna che è esclusivamente per il popolo britannico", ha detto ancora. La Commissione europea rifiuta "categoricamente di immischiarsi nel dibattito", ha insistito Schinas.

Se Bruxelles non parteciperà in nessun modo alla campagna elettorale, i suoi servizi si preparano però al "post referendum" inglese. Comincia infatti da subito, sulla base del testo dell'accordo raggiunto al vertice, su una proposta più dettagliata che la Commissione potrà ovviamente presentare solo dopo il 23 giugno e solo se la maggior parte dei britannici voterà a favore della permanenza del Regno Unito nell'Ue. In caso contrario, infatti, l'accordo decadrà completamente e non sarà più possibile nemmeno utilizzarlo come base per altre trattative, da parte di Londra come di nessun'altra capitale. Gli uffici dell'esecutivo di Bruxelles lavorano dunque solo all'ipotesi "A", quella della vittoria dell' "in" mentre non esiste nessun piano "B" che preveda la vittoria dell'"out". Come chiariscono fonti comunitarie impegnate sul dossier, eventuali modifiche dei trattati che tengano conto dell'accordo della scorsa settimana saranno possibili solo nell'ambito di future revisioni già programmate e, quando questo è previsto dalle legislazioni nazionali, potranno richiedere la ratifica di questo o quel parlamento e in qualche caso anche un vero e proprio referendum.

Sterlina a picco, segna nuovi minimi da quasi 7 anni sul dollaro
Non si arresta la caduta della sterlina britannica, che piomba ai minimi da 7 anni dopo che nel fine settimana il premier David Cameron ha annunciato la data del temuto referendum. Nel pomeriggio la sterlina perde quasi l'1,3 per cento rispetto al dollaro americano, finendo a 1,4058 dollari, il livello più debole per la divisa Gb dal marzo del 2009. Nel frattempo l'euro è balzato fino a 0,7844 sterline, invertendo il rapporto il pound è caduto a 1,2749 euro.

Moody's: costi di uscita superano benefici
I costi di una eventuale Brexit superano i suoi benefici. E' quanto ritiene l'agenzia di rating americana Moody's, secondo cui in caso di uscita della Gran Bretagna dall'Ue ne risentirebbero la forte affidabilità creditizia del Paese, le esportazioni, gli investimenti, e le autorità del Regno si troverebbero impegnate in un difficile negoziato per stabilire le nuove relazioni commerciali con l'Europa.

Direttore Europol: uscita da Ue complicherà antiterrorismo Gb
Se il Regno Unito uscirà dall'Ue, per la polizia britannica sarà più difficile proteggere i cittadini da attacchi estremisti e crimine organizzato. Ad affermarlo è il direttore di Europol, Rob Wainwright. "Se si considera l'infrastruttura che la polizia britannica ha contribuito a progettare negli scorsi 40 anni, sarà più arduo il lavoro del Regno Unito di proteggere i cittadini dal terrorismo", ha detto.