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MONDO

Vertice europeo a Bruxelles

Ue-Cina, il documento finale: difesa 'assertiva' industria, approccio 'concertato' su sicurezza 5G

 La difficoltà europea è espressa chiaramente dalle conclusioni del vertice:  l'obiettivo di una 'politica industriale assertiva' è  'permettere alla Ue di restare una potenza industriale'. Cosa che si teme non essere scontata

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Difesa assertiva dell'industria. Con strumenti difensivi efficaci. Per imporre reciprocità di comportamenti: se le  gare pubbliche di appalto sono aperte nella Ue così devono esserlo anche negli Stati terzi che vogliono fare business nel Vecchio Continente. Vale per la Cina innanzitutto, ma non  solo. Nel settore industriale, nelle infrastrutture materiali  e digitali a partire dalle reti di quinta generazione per le quali occorre che la Ue segua 'un approccio concertato alla  sicurezza'. Leggasi Huawei.

Nel documento finale del Vertice Ue tutti questi termini sono utilizzati per dare l'impressione di una strategia di attacco che per ora appare centrata più sugli strumenti difensivi che sul rafforzamento della base industriale del continente. La difficoltà europea è espressa chiaramente dalle conclusioni del vertice:  l'obiettivo di una 'politica industriale assertiva' è  'permettere alla Ue di restare una potenza industriale'. Cosa che si teme non essere scontata.

Cina, tutti la temono e tutti la inseguono
Quanto alla Cina, tutti la  temono e tutti la inseguono, l'Italia con il suo 'memorandum  of understanding' come Francia e Germania, in ordine troppo sparso. Così Pechino, indica la Commissione europea, è sia  partner sia un pericoloso concorrente che ambisce alla  leadership tecnologica e 'un rivale sistemico' che promuove  modelli di governance alternativi.

Il caso Italia un interrogativo per tutti
Il caso dell'Italia primo e finora unico Stato del G7 a firmare  un 'memorandum of understanding' con la Cina per una cooperazione ad ampio raggio è un interrogativo per tutti.  Da un lato si teme che dall'Italia (cioè dai porti di  Trieste e Genova sulla base di accordi di partnership o in  prospettiva di partecipazione alla proprietà) la Cina occupi una 'testa di ponte' importante di penetrazione commerciale nell'Europa centro-ovest; dall'altro lato paesi come Germania, Francia, Olanda sono attente e non farsi sfuggire l'occasione di approfondire il business con la Cina e trovare degli appigli più forti per irrobustire la crescita e lo sviluppo delle infrastrutture.

Si spiega così l'incontro Macron-Merkel-Juncker con il presidente cinese
Si spiega così  l'organizzazione di un incontro con il presidente Xi Jinping  a Parigi martedì prossimo fra Macron, Merkel e il presidente della Commissione Juncker. La cancelliera getta acqua sul  fuoco, spiegando che quell'incontro 'non è un formato  politico di lunga durata bensì solo il segno dell'intesa  franco-tedesca di sfida a sostegno del multilateralismo di  cui vogliamo parlare con il leader cinese, insieme alla  Commissione europea'.

Il governo italiano non ha gradito, tuttavia si fa forte del fatto che come tutti, l'Italia come gli altri Stati,  non vuole farsi sfuggire l'occasione di incontrare il  leader cinese con tutto ciò che questo significa in termini  sia economici sia politici globali. Il 'memorandum'  Italia-Cina ha suscitato molti dubbi, sollecitazioni e anche  strattonamenti da parte americana che hanno costretto il  governo italiano a successive correzioni, limitazioni e a  rafforzare in tempi rapidissimi il 'golden power', rendendo  obbligatoria la notifica da parte di aziende non europee che entrino nella progettazione o gestione della rete 5G. Uno scudo pubblico sulle comunicazioni di ultima generazione.

Merkel si dice rassicurata da Conte, ma ammonisce sul 5G
La  cancelliera Merkel ha dichiarato di essere rassicurata dalle informazioni date da Conte al Consiglio europeo, tuttavia ha  ricordato che sul 5G, sulle infrastrutture di comunicazioni  che hanno un rilievo strategico in termini di sicurezza  tecnologica e dei contenuti che vi transitano. Di più: ha detto di non avere critiche da fare all'Italia. Resta il  fatto che il Consiglio europeo si pronuncia a favore di 'un  approccio concertato sulla sicurezza del 5G'.

Macron mette in luce l'ipocrisia europea
Macron ha messo in luce l'ipocrisia europea sulla questione ricordando che 'i paesi del Sud sono stati messi sotto pressione sui bilanci pubblici, forzati a privatizzare  e poi si è scoperto che non c'erano acquirenti europei e gli  unici a presentarsi sono stati i cinesi: questo è stato un errore strategico, per la Ue la Cina deve essere un problema  innanzitutto geostrategico e politico non innanzitutto  commerciale'.

Nel documento finale del Vertice, i leader indicano di  volere 'una politica commerciale ambiziosa e solida, che garantisca concorrenza leale, reciprocità e mutui vantaggi'. Che è 'opportuno prestare particolare attenzione all'accesso ai dati, alla loro condivisione e al loro  utilizzo, alla sicurezza dei dati e all'intelligenza  artificiale, in un contesto improntato alla fiducia'. Di qui  l'attesa della raccomandazione della Commissione su un  approccio concertato in materia di sicurezza delle reti 5G. E  ancora: entro fine anno la Commissione definirà 'il modo in  cui colmare le lacune nel diritto Ue al fine di affrontare  con compiutezza gli effetti di distorsione nel mercato unico  indotti dalla proprietà di paesi stranieri e dai finanziamenti stranieri mediante aiuti di Stato'. Si tratta di un aspetto delicato che rimanda alla forza straordinaria dei gruppi non Ue (in particolare cinesi) che foraggiati,  sostenuti da flussi costanti di sussidi pubblici disseminano  la loro potenza di investimento (spesso i tipo predatorio in  termini di acquisizione di tecnologie di frontiera e di  infrastrutture), agiscono in un contesto non equo rispetto  alle condizioni in cui operano i gruppi europei.